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Spoleto, terminato il rifacimento del tetto della Basilica di S. Eufemia

Terminati i lavori per il rifacimento del tetto, per il restauro delle superfici lapidee e per la bonifica del campanile della basilica di S. Eufemia, situata all’interno del Palazzo Arcivescovile di Spoleto.

Il tetto dell’edificio era in avanzato stato di degrado a causa delle infiltrazioni d’acqua. La presenza dei ponteggi è stata anche l’occasione per intervenire sulle superfici lapidee esterne della chiesa: il restauro si è concentrato sul prospetto principale, sulla zona absidale e sulle pareti esterne. Anche il campanile, elemento non originale aggiunto in epoca recente, è stato consolidato. I lavori sono iniziati il 2 marzo e sono terminati il 22 giugno scorso.

L’Archidiocesi ringrazia quanti hanno reso possibile il restauro della Basilica: la Conferenza Episcopale Italiana con i fondi dell’8×1000, la Consulta delle Fondazioni delle Casse di Risparmio dell’Umbria e la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. Un grazie anche a quanti hanno curato la varie fasi: l’architetto Riccardo Rosati (Ral Studio) e l’ingegner Giuseppe Scatolini (M&G Engineering) che hanno diretto i lavori; la ditta C.E.S.A. di Enzo Falcini che li ha eseguiti.

La Basilica di Sant’Eufemia è tra i monumenti più significativi della città di Spoleto; è inserita nel percorso del Museo Diocesano (è l’ultima “sala”) e, ultimamente, ha ospitato la mostra Ave Verum Corpus dedicata alle Croci monumentali dal XII al XV secolo presenti nell’archidiocesi di Spoleto-Norcia. La chiesa è importante anche e soprattutto per la vita della comunità ecclesiale: dal suo interno, infatti, si avviano le processioni verso la Cattedrale in occasione delle solenni concelebrazioni presiedute dall’Arcivescovo (festa di S. Ponziano, Messa crismale, ordinazioni sacerdotali ecc…).

Breve profilo storico della chiesa

La prima notizia del monastero di Sant’Eufemia e dell’annessa chiesa risale al secolo X, quando la badessa del monastero chiese al benedettino Giovanni Cassinese di scrivere la vita di S. Giovanni arcivescovo di Spoleto. Verso la metà del secolo XII il complesso fu adibito a Palazzo Vescovile, probabilmente in seguito ai lavori di ampliamento della cattedrale che comportarono l’utilizzo dell’area occupata dall’antica residenza dei Vescovi. Verso la metà del XV secolo la Diocesi spoletina fu retta dal Patriarca d’Alessandria, il veneziano Marco Condulmer: in quell’epoca fu realizzato il trittico per l’altare maggiore della Basilica, oggi conservato al Museo Diocesano. Alla fine del XV secolo è riferibile il dipinto del semicatino dell’abside principale che presenta l’Eterno (Dio) tra i cherubini. L’interno, pur nell’esiguità degli spazi, colpisce per la giustezza di ritmi e di proporzioni: le colonne e i pilastri, spesso ottenuti con elementi di spoglio provenienti da edifici classici ed alto medioevali, scandiscono le tre navate; la presenza di matronei è stata posta in relazione con la tradizione secondo cui Sant’Eufemia occupò l’area dell’antica residenza regia e ducale dove, sul tipo della cappella palatina di Aquisgrana, esistevano i matronei.