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Spoleto, tantissimi fedeli alle celebrazioni pasquali presiedute dall'Arcivescovo Boccardo – foto

«Cristo è morto e risorto! È il grande mistero che la Chiesa pone al centro della sua fede e che celebra e proclama ogni volta che si riunisce». È un passaggio dell’omelia che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha tenuto il giorno di Pasqua di Risurrezione (domenica 8 aprile, ndr) in una gremita basilica cattedrale di Spoleto. Davvero tanti fedeli hanno preso parte alle celebrazioni del triduo pasquale presiedute dal Vescovo: la Messa in Coena Domini celebrata a Norcia giovedì 5 aprile, nel corso della quale mons. Boccardo ha ripetuto il gesto della lavanda dei piedi su dodici ragazzi nursini; la liturgia della Passione del Signore nella chiesa parrocchiale di S. Rita a Spoleto nel pomeriggio di venerdì 6; la Via Crucis cittadina dal santuario della Madonna di Loreto alla chiesa di S. Domenico a Spoleto la sera di venerdì 6; la solenne Veglia Pasquale nella basilica di S. Pietro extra moenia a Spoleto sabato 7; e, infine, il Pontificale del giorno di Pasqua in duomo.

Pasqua è perdono: per questo noi «cristiani – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia del giorno di Pasqua – siamo invitati a riconoscere e confessare i nostri peccati, a chiederne il perdono nel sacramento della penitenza, con umiltà e fiducia, con la sincera volontà di convertirci». Pasqua è anche dono di vita nuova che opera in quanti credono veramente in Cristo e si lasciano condurre dal suo Spirito. «La marea montante del male – ha proseguito il Presule – che non può non sconcertare chi guarda realisticamente al mondo, nella dimenticanza e nel rifiuto di Dio, nell'idolatria del denaro e del piacere, nell'ingiustizia che schiaccia i deboli, nella violenza e nell'odio, non deve farci chiudere gli occhi sulla virtù nascosta, la fede operosa, la dedizione ai fratelli fino al sacrificio di sé, presenti e frequenti anche nel mondo di oggi». A Pasqua sono state ricordate le parole di Pietro su Gesù: “passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo”. «Anche noi passiamo», ha ricordato mons. Boccardo. «Ma cosa cerchiamo nel nostro passaggio? Il guadagno? Il successo? Il piacere? Gli agi della vita? Se cercassimo solo questi – ha detto il Vescovo – la nostra esistenza sarebbe sprecata. Passare facendo del bene. Ecco il solo programma degno del cristiano, dell’uomo. Non si può essere cristiani senza lottare contro il demonio: quando ci tenta con i sette vizi capitali (superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia); quando ci accerchia con le seduzioni, le lusinghe e gli inganni di un ambiente che respinge il Vangelo di Dio per esaltare gli idoli del momento; quando, nelle vesti del potente privo di scrupoli, conculca i deboli e opprime i poveri. È necessario, se vogliamo essere dalla parte di Cristo, lottare contro il nostro nemico, il diavolo, che “come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare”. È necessario resistergli, “saldi nella fede” (1 Pt 5, 8-9)».