La città di Spoleto si è mobilitata sabato mattina in difesa dell’ospedale San Matteo degli Infermi ed in particolare per chiedere il ripristino del punto nascita, oltre a contestare (almeno parzialmente) il progetto del terzo polo ospedaliero. Un lungo corteo che da piazza Garibaldi (dove si sono ritrovate poco più di 400 persone), con il gonfalone della città di Spoleto in testa, si è snodato per le vie del centro storico raccogliendo mano a mano sempre più partecipanti, fino ad arrivare in piazzale Perilli, davanti alla Palazzina Micheli, dove erano presenti circa un migliaio di persone.
Tra i partecipanti alla manifestazione – promossa da City forum, comitato di strada per la salute pubblica, coordinamento per la pace i diritti l’ambiente, comitato difesa ospedale – il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, quello di Campello, Maurizio Calisti, di Spello, Moreno Landrini, di Vallo di Nera, Agnese Benedetti, di Poggiodomo, Filippo Marini, e di Sant’Anatolia, Tullio Fibraroli. C’erano poi l’europarlamentare Pd Camilla Laureti, la senatrice Emma Pavanelli (M5s), i consiglieri regionali Thomas De Luca (M5s), Fabio Paparelli (Pd) e Andrea Fora (Civici X), il consigliere provinciale David Fantauzzi (M5s), quasi tutta la Giunta ed i consiglieri comunali di maggioranza di Spoleto oltre alla capogruppo di Spoleto Futura – Forza Italia, Maria Elena Bececcco (negli ultimi anni sempre in prima linea nelle battaglie per l’ospedale).
A partecipare alla manifestazione i rappresentanti di diverse associazioni ed organismi ma anche semplici cittadini e famiglie con bambini al seguito. In contemporanea un’altra manifestazione in difesa della sanità, in Umbria, quella di Città di Castello.
“Concittadini di Spoleto, dei Comuni circonvicini e della Valnerina, ci siamo fatti carico di elevare la vostra voce pubblicamente, perché il caso dell’Ospedale di Spoleto con i suoi servizi di Emergenza-Urgenza, con Punto Nascita e Pediatria, costituisce la punta massima dei problemi ospedalieri dell’Umbria. Con la vostra partecipazione dimostrate di avere coscienza della grave situazione e dell’improrogabile necessità che sia superata”. Così ha esordito il portavoce dello Spoleto City forum, Leonello Spitella, che ha aperto gli interventi all’arrivo del corteo fuori dalla Palazzina Micheli. Quindi la difesa della manifestazione e la presa di distanza dalle strumentalizzazioni politiche, ma anche un forte attacco a chi ha portato l’ospedale di Spoleto alla situazione attuale; non solo dunque la Giunta Tesei più volte criticata, ma anche chi in passato ha spianato la strada a quanto avvenuto negli ultimi anni.
“Non c’è bisogno di ricordare a noi – ha osservato Spitella – che il depotenziamento dell’ospedale di Spoleto è cominciato per volontà dei politici e loro consulenti tecnici delle precedenti Giunte regionali. Sempre noi del City forum, senza guardare al colore politico, lo denunciammo e tenemmo grandi iniziative, riportando anche qualche non trascurabile risultato. Sappiamo che furono quelle gestioni a far abortire l’idea di un unico nosocomio intermedio tra Valle Spoletina e Valle Folignate, preferendo la realizzazione a Foligno di una struttura in zona controindicata, destinata ad alimentarsi solo col sacrificio delle altre aree. Conosciamo la subdola strategia di impoverire di risorse il nostro Ospedale, che era stato il principale polo ospedaliero dei maestri della Chirurgia moderna e delle specialistiche sperimentali. Sono stati fatti emigrare, con le buone o con le cattive, professionisti di prim’ordine che attiravano i pazienti, per poi dire che non ci sono i numeri per mantenere certi reparti. Ma tutto questo non giustifica minimamente gli interventi di smantellamento dell’attuale Giunta Regionale, la quale con la sua Asl che è il braccio esecutivo, con decisioni per niente tecniche, ma assolutamente di scelta politica, prima, nell’ottobre 2020, con l’occasione pretestuosa dell’epidemia, ha chiuso l’Ospedale facendone solo un centro Covid dalla sera alla mattina”.
Quindi le rivendicazioni specifiche, a partire da Punto nascita e pediatria, con la chiusura definita “un’ingiustizia sociale”. “Non giustifichiamo né comprendiamo – ha proseguito – quelli che, sobillati, sussurrano che alla fine la questione Punto Nascita non è quella fondamentale e che magari sarebbe meglio chiedere altre compensazioni. A parte il fatto che non vengono prospettate compensazioni di sorta, non c’è nulla che possa surrogare il Reparto di Maternità che d’altra parte è la prima garanzia dell’Emergenza-Urgenza. Infatti il Punto Nascita comporta stabilmente Pediatria, Cardiologia, Rianimazione 24 ore, e in definitiva tutte quelle sicurezze che formano un territorio”.
Il portavoce del City forum ha detto poi chiaro e tondo che il progetto del Terzo polo vede l’ospedale di Foligno “preposto a tutte le attività di emergenza-urgenza, cioè quelle di un vero e proprio ospedale, mentre a Spoleto resterebbero solo attività programmate, cioè residui interventi di modesto impegno o degenze di tipo geriatrico; tutto il contrario di ciò che per definizione è un polo di emergenza-urgenza”. Quindi ha elencato la “spartizione” di servizi prevista tra i due ospedali: “A Foligno la chirurgia completa e d’urgenza. A Spoleto solo programmata ed esclusa quella oncologica, cioè modesti casi residuali. A Foligno Medicina generale e urgente. A Spoleto, destinazione geriatrica di medicina. A Foligno centro traumatologico di zona, oltre Ortopedia completa, a Spoleto solo ortopedia delle protesi. A Foligno cardiologia, UTIC e servizi contro l’ictus. A Spoleto, forse, un cardiologo di turno. Come abbiamo detto, a Foligno il Punto Nascita, alimentato per fare i numeri dallo Spoletino e dalla Valnerina, con i servizi connessi. A Spoleto niente nascita e solo Osservazione breve per i bambini. Di conseguenza nel “San Matteo” pochissimi posti letto, mantenendoci dentro in più, contro legge, la RSA e volendoci far entrare anche la Casa Salute! Un vero cronicario, non un Ospedale! Questo è il progetto che hanno proposto al Ministero e che, senza nemmeno averne avuto il parere favorevole, stanno già attuando pezzo per pezzo”. Quindi l’appello al Comune a far valere in sede legale le deroghe previste dalla normativa post sisma per tutelare il San Matteo degli Infermi.
Al City forum hanno fatto seguito gli interventi – moderati da Ettore Magrini – dei rappresentanti degli altri co-organizzatori della manifestazione: Antonello Briguori per il coordinamento per la pace e i diritti umani, Aurelio Fabiani per il comitato di strada, l’ex sindaco Umberto de Augustinis per il comitato difesa ospedale. Con i primi che hanno puntato il dito sulla difesa della sanità pubblica, parlando dei tagli governativi ma anche della gestione della spesa errata da parte della Regione. Mentre l’ex primo cittadino ha ricordato la sua battaglia da lui intrapresa al momento della trasformazione dell’ospedale di Spoleto in Covid hospital e la chiusura del pronto soccorso. Infine i rappresentanti dei sindacati: Cgil, Uil pensionati e Usb.
Infine gli interventi di alcuni sindaci, a partire da quello di Campello, Maurizio Calisti, che ha espresso il suo pieno sostegno alla manifestazione con l’obiettivo di mantenere l’ospedale di Spoleto. Presente anche il sindaco di Spello, Moreno Landrini, con un forte intervento politico a difesa della sanità pubblica e contro la Regione Umbria.
A chiudere l’iniziativa pubblica l’atteso discorso del primo cittadino di Spoleto, che ha esordito ricordando le promesse della Tesei e non solo al chiostro di San Nicolò per la chiusura della campagna elettorale del centrodestra. Ma Andrea Sisti ha anche fatto un mea culpa accusando la sua parte politica per le scelte e “marchette” del passato: “Qui per troppi anni, e lo dico anche alla mia parte politica, si è strumentalizzato l’ospedale per dare servizi agli altri e per spostare delle persone e per fare marchette. Basta! Non si usa la rete ospedaliera, la sanità pubblica per fare marchette”.
Il sindaco è entrato poi nel merito del Punto nascita chiuso: “che doveva ottemperare al Dm 70 del 2015, è una grande cazzata: perché le linee guida che fissano i criteri per mantenere un punto nascita sono del 2010 e la riorganizzazione della rete dei punti nascita in Umbria è stata fatta nel 2013, dove è stato soppresso il punto nascita di Narni”. Sulla questione dei 500 parti, “non c’era una deroga e non è stata mai chiesta una deroga fino ad allora. È stata chiesta una deroga in maniera strumentale andando a prendere dati Istat di qualche comune limitrofo e ipotizzando che il punto nascita spoletino servisse alcuni di questi territori per dire che stava sotto questi 500 nati”.
Poi l’attacco al Terzo polo, “che non è un progetto, è una riorganizzazione finanziaria che serve ad abbassare i costi perché in questa Usl mancano circa 50 milioni e ho visto i conti. Dovete sapere che la legge regionale del 2015 – ha aggiunto Sisti – dice che siamo organizzati in presidi ospedalieri autonomi, con una contabilità propria, un direttore. Quindi questo ospedale ha un bilancio, sono 15 giorni che ho chiesto questi dati: ho chiesto quanto si investe e si spende in questo ospedale. In Umbria investiamo per la sanità 1 miliardo e 936 milioni di cui 680 milioni sono la spesa per il personale, 638 milioni per servizi esterni e dunque le famose convenzioni: è di fatto privatizzata. È vero che dobbiamo riorganizzare la rete ospedaliera; questo però di fatto non è un ospedale Dea di primo livello se non ci sono tutte le funzioni. Dopo 8 mesi di concorsi che sono stati fatti per i cardiologi a tempo determinati e senza avere certamente una aspettativa di venire qui; qui ci sono stati fior di medici, di cardiologi, di chirurghi, che hanno operato in questo nosocomio ed è questa una delle caratteristiche più importanti di questo nosocomio: l’umanità, non i numeri. Non possiamo pensare che questo ospedale possa essere sostituito e che si sostituiscano le funzioni fondamentali con una chirurgia testa-collo che non viene fatta da nessuna altra parte, solo per dimostrare che questo ospedale fa dei numeri per chi? È una specialità che può essere fatta in qualunque parte dell’Umbria ma che se si vuole fare qui, viene dopo, sono le ultime due righe di quella striminzita delibera preadottata, che non vale niente. Vi ricordo che questo terzo polo il parere del ministero non lo avrà mai, perché non può dare un parere su niente”.
“L’articolo 41 della legge regionale – ha detto ancora il primo cittadino – prevede che un presidio sanitario ospedaliero debba essere autonomo. Come facciamo a mettere insieme due ospedali con l’autonomia? Ho chiesto a De Fino (direttore generale dell’Usl 2, ndr): quale forma giuridica utilizziamo per classificare questo ospedale, questi due ospedali? La sua risposta: boh. Così come, ma quanto costa un punto nascita, voglio sapere quanto costava all’epoca e quanto costa metterlo in sicurezza e vediamo. Dico ce ne facciamo anche un po’ carico noi, perché non è vero che i sindaci non contano niente nella sanità. C’è una normativa di riferimento. Con il sindaco di Terni Bandecchi abbiamo convocato la conferenza dei sindaci che sono 10 anni che deve approvare un regolamento per funzionare e che è quella che dà i pareri sia ai bilanci che a tutti gli atti sanitari e se non ci sta bene noi ci possiamo opporre. Su questo purtroppo uno se ne approfitta perché nei comuni, dove abbiamo tante cose da fare, non abbiamo la struttura che ci può studiare queste cose, perché l’abbiamo delegata alla Regione. Ma questo oggi non è più possibile. Questa è una battaglia per il futuro delle nostre comunità”.
Quali siano dunque i prossimi step dopo il grande corteo di sabato non è chiaro. Il sindaco di Spoleto ha accennato alla promozione di una manifestazione a Perugia, davanti a Palazzo Donini. Martedì (26 settembre) del San Matteo degli Infermi se ne parlerà in Consiglio regionale: durante il question time è attesa la replica dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto all’interrogazione del consigliere regionale pentastellato Thomas De Luca.
Mentre è arrivata in tempi brevissimi la convocazione del direttore regionale alla Sanità Massimo D’Angelo alla richiesta di incontro avanzata dalla Cisl. Il sindacato – che in conferenza stampa nei giorni scorsi ha spiegato la sua posizione a favore del terzo polo ospedaliero – sarà ricevuto il 16 ottobre. “itiva della segreteria del dott. Massimo D’Angelo ad un incontro per discutere del tema calendarizzato per il prossimo 16 ottobre. “A questo punto – è il commento del segretario territoriale cislino Bruno Mancinelli – si avvierà un serrato e costruttivo confronto con le istituzioni affinché si possa dare gambe alla riorganizzazione del sistema sanitario in questa area e per realizzare il progetto del Terzo polo. Questo è necessario per realizzare una sanità rispondente alle esigenze del territorio e della sua popolazione, non dimenticando di potenziare la rete ospedaliera delle strutture già esistenti”.
[Ha collaborato Carlo Ceraso]