Categorie: Cronaca Spoleto

Spoleto, posate arroventate e acqua bollente contro il figlio 14enne / Padre rinviato a giudizio

(Jac. Bru.) – Era stato denunciato direttamente dal figlio 14 anni l’uomo, di nazionalità marocchina ma residente da tempo a Spoleto, che ieri è stato rinviato a giudizio dal gup Daniela Caramico D’Auria con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Gli episodi incriminati sarebbero avvenuti nell’autunno del 2011, quando il ragazzo si presentò di sua spontanea volontà presso la locale caserma dei Carabinieri per denunciare un fatto a dir poco agghiacciante: il padre lo avrebbe maltrattato e ustionato più volte con delle posate arroventate, arrivando perfino a lanciargli addosso una pentola d’acqua bollente. Accuse pesanti, che indussero le autorità a trasferire immediatamente il minore in una struttura protetta.

Nel primo pomeriggio di ieri, dopo l’incidente probatorio e il rinvio concesso a luglio per permettere alle parti di esaminare i fascicoli processuali, il gup ha ascoltato le richieste del pm Gennaro Iannarone e dell’avvocato difensore Fabrizio Gentili e si è pronunciato per il rinvio a giudizio. Sarà quindi il processo a far luce sulle presunte violenze, anche se la delicata situazione affettiva del ragazzo, trasferitosi all’improvviso a Spoleto dal padre in seguito alla morte della madre, con la quale viveva in Marocco, aveva suggerito sin dall’inizio una certa prudenza.

Spoletino a processo per stalking – E’ stato invece rinviato al 29 ottobre 2014 il processo a carico di un 50enne spoletino accusato di maltrattamenti in famiglia, stalking, lesioni e danneggiamenti. Stando alle accuse sostenute in aula dal pm Roberta Maio l’uomo non avrebbe accettato la separazione dalla moglie, iniziando a tempestarla di sms e presentandosi con fare minaccioso a casa del nuovo compagno di lei. Avrebbe messo in mezzo anche i figli, minorenni, alzando le mani su di loro e chiamandoli di continuo per informarsi sugli spostamenti della madre. Gli episodi spiacevoli sarebbero culminati in un plateale schiaffone inferto alla poveretta in una gelateria di Spoleto.

I fatti contestati sarebbero accaduti tra il 2009 e il 2012, anno in cui il presunto stalker fu colpito dal provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla moglie. Ieri il giudice Roberto Laudenzi ha ammesso 15 testimoni che verranno però escussi nell’udienza straordinaria del 29 ottobre 2014, al termine della quale non è escluso che arrivi la sentenza. A difendere l’imputato è l’avvocato Massimiliano Silveri, mentre la donna, costituita parte civile, è assistita dall’avvocato Daniela Gargiulo.

Riproduzione riservata ©