Jacopo Brugalossi
Non più una ‘semplice’ eccellenza, ma un reale punto di riferimento per tutta la regione. La direzione sanitaria dell’Asl n. 2 ha progetti ambiziosi per il serivizo di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Spoleto che, grazie al prezioso sostegno delle fondazioni Carispo e Antonini e del Leo Club Spoleto si è recentemente dotato di apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia che permetteranno di trattare in modo sempre più preciso ed efficace le patologie connesse a naso, gola e orecchie.
Il massimo della tecnologia – E’ stato il dottor Graziano Brozzi, responsabile del servizio, ad illustrare i macchinari nel corso di una conferenza stampa. C’è un video-oculo-nistagmografo per lo studio del paziente vertiginoso, un filoscopio con telecamera per le disfagie (problemi di deglutizione), un otoscopio per l’orecchio che tramite una tecnologia wireless è in grado di stampare immagini nitidissime e, infine, un aspiratore, sempre utile per la sicurezza del paziente. “Si tratta di attrezzature – ha spiegato il dottor Brozzi – che non esistono in altri ospedali umbri, e che ci permetteranno di essere un punto di riferimento per l’intera regione”. Non che il reparto di otorinolaringoiatria fosse particolarmente ‘arretrato’ rispetto ad altri in Umbria. Per quanto riguarda il trattamento delle patologie foniatriche ad esempio, la ‘scuola spoletina’ è conosciuta in tutta Italia: il reparto guidato dal dottor Brozzi offre consulenza ai cantanti del Teatro Lirico Sperimentale ed ha in cura pazienti che provengono da Marche, Lazio, Toscana e Abruzzo. Sono oltre 6000 i pazienti annui del servizio, che da novembre farà ambulatorio anche di sabato, per cercare di abbattere le liste d’attesa.
Spoleto in primo piano – “Spoleto avrà un ruolo di primo piano nella riorganizzazione del servizio di otorinolaringoiatria a livello regionale – ha sottolineato il direttore generale dell’Asl n. 2 Sandro Fratini – con dei progetti che riguarderanno anche l’università. Cercheremo di garantire servizi per lo meno superiori agli altri contesti territoriali, che sapranno di doversi rivolgersi al San Matteo degli Infermi per alcuni particolari aspetti. La situazione che gli ambulatori – non solo quelli di otorinolaringoiatria – soffrono ancora un po’ è quella degli spazi a disposizione, “troppo ristretti” per usare le parole del dottor Brozzi. “Ci metteremo le mani a breve – ha rassicurato Fratini – così come sul pronto soccorso e sui locali per la donazioni del sangue. C’è poi in essere un progetto con l’Aglaia per rendere ancor più funzionale l’Hospice”, ha concluso il direttore.
Interventi mirati – D’obbligo, e certamente molto sentiti, i ringraziamenti che Brozzi e Fratini hanno rivolto alle associazioni e fondazioni che quotidianamente si mettono a disposizione per la sanità spoletina, e regionale di conseguenza. Sergio Zinni, presidente della Fondazione Carispo, a cui l’ospedale di Spoleto deve già molto, ha dichiarato di voler aprire una fase nuova, con iniziative finalizzate ad obiettivi mirati concertati di volta in volta con i vertici sanitari locali e regionali. Dovendo fare i conti con un taglio dei finanziamenti dal governo centrale pari a 8 milioni di euro – sebbene per ora non sia stato soppresso alcun servizio – la sanità umbra non può che apprezzare un tale interessamento.
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