Jacopo Brugalossi
Sette condanne, con pene variabili da uno a otto anni di reclusione. Si è concluso così, di fronte al giudice per le indagini preliminari Daniela Caramico D’Auria, il processo a carico delle sette persone arrestate nell’aprile scorso dai Carabinieri di Spoleto – coordinati dal Capiatano Fabio Rufino e dal Tenente Giulia Maggi – nell’ambito dell’operazione denominata “Wrought Iron”, che consentì di sgominare un’organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di droga e di recuperare circa 50 chili di stupefacenti.
Le condanne – Gli imputati sono stati processati con giudizio immediato. Tra loro ci sono due fratelli spoletini poco più che 30enni, condannati a 4 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento di 18mila euro di multa ciascuno; quattro marocchini, tutti residenti a Spoleto, condannati rispettivamente a 8 anni e 32mila euro di multa, 7 anni e 28mila euro, 1 anno e 6 mesi e 5mila euro (ruolo marginale nella vicenda), 3 anni e 12mila euro; e un croato residente a Cesena, condannato a 3 anni e 6 mesi e al pagamento di 16mila euro.
Il modus operandi – Le accuse mosse nei loro confronti sono quelle di traffico, detenzione illecita e spaccio di stupefacenti. L’organizzazione criminale, stando al quadro accusatorio, aveva meccanismi ben oliati, con i magrebini che importavano dalla Spagna ingenti quantitativi di droga che facevano arrivare a Spoleto avvalendosi di un corriere. Qui entravano in gioco i fratelli spoletini. A quanto raccontano le carte processuali, questi ultimi intrattenevano rapporti diretti con i marocchini, dai quali erano soliti acquistare imprecisati quantitativi di stupefacenti (comunque nell’ordine dei chilogrammi) da spacciare al dettaglio. Uno di loro è accusato anche del reato di estorsione ai danni di un giovane spoletino, dal quale avrebbe preteso ulteriore denaro rispetto a quello già pagato per le dosi acquistate minacciandolo in caso contrario di rivelare alla futura moglie il suo stato di tossicodipendente.
I sequestri e gli arresti – Fu l’abilità investigativa dei Carabinieri a stroncare definitivamente l’organizzazione. Dopo un primo ingente sequestro di hashish (29 kg) avvenuto nel febbraio del 2012 a Sant’Eraclio (il corriere venne arrestato), che già di per sé diede un colpo durissimo all’attività della banda, i militari attesero l’arrivo di un secondo carico di droga per assestare il “colpo di grazia”. Il 20 aprile intercettarono sulla Flaminia due auto guidate da due dei magrebini, che stavano trasportando altri 20 kg di stupefacente. I due vennero arrestati e tradotti al carcere di Maiano, dove nel giro di poche ore furono raggiunti da tutti gli altri membri della banda.
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