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Spoleto, non bastano i nuovi giudici / Procura e tribunale al collasso, manca metà personale

Jacopo Brugalossi

Nonostante l’imminente arrivo di tre nuovi giudici e di un sostituto procuratore, il potenziamento del tribunale di Spoleto non sembra procedere di pari passo con l’abnorme aumento della mole di lavoro che la riforma della giustizia vi ha riversato. Troppo poco, infatti, è stato fatto per risolvere l’annosa questione del personale amministrativo, senza il quale il lavoro dei magistrati non può andare avanti regolarmente. Negli uffici del primo piano, quelli che ospitano la Procura della Repubblica, dal 13 settembre scorso, data dell’entrata in vigore della riforma, la mole di lavoro è aumentata del 35% ma il personale amministrativo non è stato in alcun modo rinforzato. 13 i dipendenti in organico ad oggi, appena la metà di quelli che la legge prevedrebbe. Basti pensare che ogni pubblico ministero dovrebbe avere una segreteria di almeno tre persone (un cancelliere e altre due) mentre al momento i pm in servizio a Spoleto lavorano con un solo cancelliere al seguito. Pm ridotti peraltro all’osso dopo il pensionamento del dottor Riggio e il prossimo trasferimento della dottoressa Pucci a Perugia. Rimangono solo il dottor Iannarone, facente funzioni in attesa della nomina del nuovo procuratore capo (che comunque non avverrà prima di un anno), e la dottoressa Petrini, il cui arrivo è previsto per il 17 febbraio, ma che in qualità di Mot non potrà svolgere a 360 gradi le funzioni di un “sostituto”.

Manca il personale – Delle nuove piante organiche che la Procura attendeva entro il 31 dicembre 2013 non si sa ancora nulla, così come non è stato ancora nominato il nuovo dirigente previsto dalla riforma. “Andiamo avanti unicamente con la forza di volontà” sottolineano i dipendenti, che spesso si sottopongono a turni di lavoro massacranti e non retribuiti pur di non ingolfare ulteriormente l’enorme mole di lavoro da svolgere. Difficile quantificare i fascicoli pendenti e le notizie di reato ancora in attesa di iscrizione, ma dal solo dottor Iannarone non ci si possono aspettare miracoli. Una Procura come quella di Spoleto, che con la riforma ha portato il suo bacino di utenza a 213.106 abitanti per un’estensione di 2.849 km quadrati, avrebbe assoluta necessità di un maggior numero di toghe. Anche perché, a quanto risulta ad oggi, il “pacchetto” delle revisioni approdato in commissione giustizia – in cui era in discussione l’accorpamento della sede distaccata di Todi al tribunale di Perugia – non è stato preso in considerazione, pertanto la sezione tuderte dovrebbe rimanere a tutti gli effetti sotto Spoleto.

Nuova sede – Tutto tace inoltre sul fronte della nuova sede, quella di Palazzo Leoncilli, nonostante il provvedimento con cui nel settembre scorso la giunta comunale aveva dato via libera al completamento funzionale del secondo e terzo piano. Una soluzione che non ha mai raccolto grandi consensi fra i dipendenti della Procura per gli evidenti problemi logistici legati al trasporto da e verso il tribunale dei vari fascicoli e documenti, ma che almeno permetterebbe di guadagnare un bel po’ di spazio. A quanto è stato possibile apprendere però i lavori sarebbero ripresi solo da un paio di settimane dopo un nuovo periodo di stop, di conseguenza la proroga sui tempi di consegna sembrerebbe inevitabile.

Da Foligno un mare di fascicoli – Se Atene piange, Sparta non ride. La situazione è pesante anche in tribunale, soprattutto al civile, quasi al collasso dopo aver ricevuto una gran quantità di fascicoli pendenti dalle sezioni distaccate, in particolar modo da Foligno. L’arrivo dei tre nuovi giudici, due a febbraio e uno in estate, è stato accolto con un bel sospiro di sollievo, ma anche qui ci sarebbe bisogno di integrare il personale amministrativo. Delle varie ipotesi ventilate però, compresa la mobilità da altri enti locali che incontrerebbe il favore degli stessi dipendenti, nessuna pare aver preso ancora corpo.

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