Carlo Vantaggioli
Ci sarà un giorno, immaginiamo tra non molti anni, nel quale qualche studioso di storia o di antropologia, si dedicherà all’analisi della comunicazione e del linguaggio politico nel ventennio che va dal 1992 al 2012. I poveretti troveranno una tale massa di informazioni che sarà difficile farne una sintesi ragionata. Già oggi la rete è inondata dalle supercazzole viste e sentite in questo lungo ciclo di vita del Paese. Il militante Pdl, Davide Militoni, è ancora oggi uno dei protagonisti di questo ciclo, ricoprendo la quarta carica politica cittadina quale Vice Presidente del Consiglio Comunale. Il militante Militoni, nella sua carriera politica ha prodotto, come tutti, una sua attività consiliare fatta di note politiche, tante, e di atti formali come interrogazioni o interpellanze, quest’ultime pochine per la verità, a meno che non si contino quelle a firma congiunta con il capogruppo del suo partito.
Il militante Militoni, è sempre attento e percettivo dei fenomeni sociali e delle loro implicazioni politiche e pertanto, approssimandosi l’epocale data di celebrazione della Festa dei Nonni, ha potuto constatare come per l’ennesima volta a Spoleto non siano previste iniziative degne di rilievo. Per gli smemorati alle prese con la prossima rata delle tasse, mentre sono ancora in corso le medicazioni a causa delle coltellate della rata Imu di settembre, la Festa dei Nonni fu una invenzione dell’allora Presidente del Consiglio, Cav. Silvio Berlusconi, che nel 2005 la istituì per celebrare degnamente la spina dorsale del reddito familiare italiano di questi ultimi anni drammatici, ovvero il nonno, o la nonna, pensionati. Se non ci fosse l’arzillo vecchietto in casa a dare una mano, le economie domestiche si fermerebbero alla prima settimana. Certo ci si dimentica sempre di aggiungere chi ha contribuito a che le cose precipitassero fino a tal punto. Ma questo è lavoro per gli studiosi prossimi venturi e al consigliere poi non gliene importa molto. Al momento è interessante invece capire cosa spinge il militante Militoni a dedicarsi nella sua attività politica, alla notarile stigmatizzazione degli appuntamenti mancati. Quale insomma potrebbe essere il senso di una nota politica sull’argomento. Poiché il diavolo si annida nei dettagli, è giusto leggere attentamente il fondamentale scritto:
La “festa dei nonni” introdotta nel luglio del 2005 quale momento per celebrare l’importanza del loro ruolo nella famiglia e nella società si festeggia ogni prima domenica di ottobre. Nella nostra città, tuttavia, non è mai stata apprezzata granchè tanto che mai nessuna iniziativa ufficiale è stata preparata per questa occasione da nessuna delle amministrazioni comunali succedutesi fino ad oggi come avvenuto invece puntualmente in comuni limitrofi. Nei primi anni del mio mandato presentai alcune interrogazioni per conoscere il motivo di tale “dimenticanza” . Generalmente, dopo diversi mesi, mi veniva risposto che le iniziative sarebbero state sicuramente organizzate per l’anno successivo. Puntualmente però, non accadeva nulla e ad un certo punto ho smesso anche di porre il quesito percependo un certo ostracismo (forse ostruzionismo?, n.d.r.) per tale giornata di cui non comprendo bene il motivo. Non entro neanche sulla funzione sociale ed affettiva che tali figure rivestono o rivestivano nei ricordi di ciascuno di noi e neanche della ulteriore valorizzazione del loro aiuto economico ed organizzativo in questi tempi di crisi per ogni famiglia quando si ha la fortuna di averli accanto.
Pare di capire, in questa prima parte della nota, che più che la rinnovata assenza di iniziative, al militante Militoni scocci un po’ che non lo prendano abbastanza sul serio nella sua attività politica. Per tralasciare poi la chiosa finale sulla fortuna di avere accanto i nonni, vivi naturalmente, in funzione Bancomat. Se solo avessero voglia di leggere tale affermazione, pare già di vedere torme di vegliardi che si grattano furiosamente i “cosidetti” in funzione antisfiga. Certo il Comune ha la sua colpa se promette e poi non mantiene. Il militante Militoni però non si ferma al solo rammarico personale ma si lancia propositivamente in una analisi lirico-socioeconomica dei mancati festeggiamenti:
La domanda che mi pongo è il perché una iniziativa di questo tipo non sia stata utilizzata per bandire magari, con costi limitatissimi, un concorso tra le varie scuole riguardo magari a poesie, filastrocche, disegni, ritratti, vecchie e nuove foto che avessero potuto per una domenica riempire uno dei bellissimi spazi di Spoleto, ad esempio Chiostro San Nicolo’, nel quale mi viene da immaginare un brulicare di famiglie curiose di visionare il lavoro del proprio bambino attendendo magari la premiazione per i migliori. Penso a nonni orgogliosi di poter visionare il proprio ritratto o la foto ritrovata chissà dove accompagnati dai nipoti e dal resto della famiglia riempire le vie del centro. Non credo ci voglia grande immaginazione per organizzare una giornata di questo tipo capace di creare momenti di serenità famigliare e perché no animare il centro storico in una domenica “libera” da particolari iniziative. Spiace come spoletino vedere i cartelli listati a lutto dei commerciati esposti durante la visita del ministro Clini nei giorni scorsi. “Spoleto come Pompei” bella ma vuota. Eppure, a volte, basta un po’ d’immaginazione.
Il “brulicare di famiglie curiose”, è impareggiabile! Ecco, quando ci capita di leggere queste onomatopee, queste liriche ed edificanti descrizioni di scene familiari contemporanee, non possiamo fare a meno di dire “si è proprio lui l’autore… il militante Militoni”. Spoleto, questa città notoriamente popolata da cittadini che amano coinvolgersi in qualsiasi iniziativa, torna ad essere attraente ed accogliente per i festeggiamenti ai nonni. Sperando peraltro che tutto funzioni per ricevere i festosi vegliardi e non ci siano intoppi con scale mobili, vietatissime ai bambini e ai nonni in carrozzina, o con Ztl-Zelig che si allungano e si accorciano come un certo organo (non quello a canne).
Non sarebbe male invitare anche lo sfiorito Antonio Banderas, mugnaio testimonial credibilissimo della Mulino Bianco, con al guinzaglio Rosita, che spesso ruba la scena al suo padroncino, per una bella comparsata come ospite d’onore della festa spoletina.
Imperscrutabile tuttavia il senso dell’azione politica nella doglianza del consigliere Pdl. Non sfugge invece il fervorino morale finale quando si accenna alla mancanza di immaginazione di chi amministra la città, e secondo noi, diretta un po’ anche agli addetti ai lavori (i commercianti). Effettivamente era “inimmaginabile” che la Festa dei Nonni potesse diventare un programma così attrattivo per Spoleto, almeno come pensato dal militante Militoni, il quale, dopo la prima lettura della nota inviata, ci ha fatto subito venire in mente un dialogo cinematografico famoso sui problemi reali del Paese e come invece li percepisce la società a seconda di come gli vengono raccontati (guarda il video allegato all’articolo).
Non sfugge ai più il divertente finale di tutta questa storia, ovvero l’ideatore della festa, Cav. Silvio Berlusconi, messo nei guai proprio da una “nipote”, non sua, tale Ruby Rubacuori. che lo considerava il bancomat personale a causa di certo bunga bunga. Si vede che nel 2005, anno dell’ideazione della festa, il Cav. B. si portava avanti con il lavoro. Che sia lì che il militante Militoni ha intravisto il senso della proposta?
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