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Spoleto, “nomina Musco all’A.Se. è legittima” / Così il segretario generale

Il segretario generale del comune di Spoleto Mario Ruggieri mette la parola fine alla querelle, innescata da SpoletoSì e poi cavalcata anche da altre formazioni politiche cittadine, sulla nomina dell’amministratore unico dell’A.Se. Angelo Musco e, di conseguenza, sulla legittimità del suo compenso. Lo fa attraverso una risposta scritta ad una interrogazione del consigliere PD Massimiliano Capitani, che l’azienda Servizi ha reso pubblica condividendola sul proprio profilo facebook. Capitani si chiedeva se Musco, in qualità di lavoratore ‘in quiescenza’ (pensionato), avesse i requisiti di legge per svolgere un incarico dirigenziale in un’azienda partecipata al centro per cento dal comune di Spoleto.

Il decreto legge – L’articolo 6 del Decreto Legislativo 90 del 2014 recita infatti che che le pubbliche amministrazioni non possono conferire incarichi di studio e di consulenza, né incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo di amministrazioni pubbliche, a soggetti già lavoratori pubblici e privati collocati in quiescenza, a meno che non si tratti di incarichi o cariche conferiti a titolo gratuito”. “Alle suddette amministrazioni – dispone inoltre il legislatore – è altresì fatto divieto di conferire ai medesimi soggetti incarichi dirigenziali o direttivi in enti e società da esse controllate. Incarichi e collaborazione sono consentiti esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore ad un anno”.

Nominato dall’ASE, non dal comune – Lo stesso segretario regionale, nella risposta a Capitani, ammette che le disposizioni del legislatore possano far sorgere dei dubbi circa l’ammissibilità della nomina di Musco. “Ma – specifica poi Ruggieri – ai fini del quesito inoltratomi dal consigliere comunale (Capitani, ndr), rileva particolarmente l’identificazione del soggetto giuridico che ha posto in essere la nomina del dottor Musco ad amministratore unico di A.Se. Ebbene – prosegue il segretario – il dott. Musco è stato nominato, con deliberazione dell’assemblea dell’A.Se. Spa, direttamente dalla società partecipata dal comune di Spoleto, che non rientra nelle categorie e nelle tipologie di soggetti giuridici i quali si applica il divieto previsto dal comma 9 dell’art. 5 del D.L. 96/2012”.Che, per completezza di informazione, recita: “E’ fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n.165 del 2011,nonchè alle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione,di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti, già appartenenti ai ruoli delle stesse e collocati in quiescenza, che abbiano svolto, nel corso dell’ultimo anno di servizio, funzioni e attività corrispondenti a quelle oggetto dello stesso incarico di studio e di consulenza”.

Compenso legittimo – Ecco dunque svelato l’arcano. La nomina del dottor Musco non proviene direttamente dall’amministrazione comunale, cosa che ne avrebbe determinato l’illegittimità, bensì dalla stessa azienda che, come sottolinea il segretario Ruggieri, “non è propriamente definibile come una pubblica amministrazione”. E quindi “può liberamente conferire incarichi di studio, di consulenza, direttivi o dirigenziali anche a soggetti con contratti in quiescenza”. Lo stesso Angelo Musco, postando su facebook il contenuto della risposta di Ruggieri a Capitani, ha sottolineato di avere pertanto diritto al compenso lordo di 17.714,70 euro (8.863,64 netti), che integrerà con qualche spicciolo per arrivare ai 9mila euro già impegnati per le borse di studio. “Si spera – conclude Musco – che la lettera del Segretario generale possa aver messo la parola fine ad una polemica che stupisce per la sua stupidità”.

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