Nella nottata appena trascorsa, l'esemplare di Astore ferito nei giorni scorsi da un colpo di fucile, nella zona di Bazzano, è morto a seguito delle ferite riportate.
Ieri mattina (25 settembre ndr.) i chirurghi veterinari dell’Ateneo perugino, all’esame radiografico avevano rilevato che il piombo da caccia, oltre che lacerare e fratturare l’ala del rapace, era penetrato in profondità anche nel suo corpo, lesionandone gli organi. La vitalità e la robustezza del bellissimo uccello gli hanno concesso di resistere alla morte per qualche giorno, ma le cure somministrate e la sua selvaticità non hanno avuto la meglio sul gesto sconsiderato di un cacciatore.
Sull'argomento è intervenuto il Prof. Bernardino Ragni, presidente di Italia Nostra Spoleto e da sempre attento alle vicende naturalistiche del territorio:
“Adesso la natura umbra è un po’ più povera, anche in considerazione che il giovane Astore appartiene ad una specie rara e virtualmente protetta. Personalmente da oltre cinquant’anni mi occupo di problemi ambientali e devo ammettere che non ho assistito ad alcuna flessione del comportamento incivile e illegale della popolazione venatoria regionale: se, dopo dieci lustri, il numero assoluto di animali protetti sparati appare diminuito è solo perché risulta proporzionalmente diminuita la quantità di cacciatori che vanno sparando sul territorio umbro. D’altra parte, in tutto questo tempo, non sono riuscito a vedere alcun impegno, da parte di associazioni venatorie, ambiti territoriali di caccia, singoli cacciatori, nel promuovere, divulgare, affermare, la necessità di comportamenti rispettosi della fauna protetta e, laddove è necessario, adoperarsi per prevenire, reprimere e punire azioni come quella che ha condannato a morte il giovane Astore.”