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Spoleto, marito violento condannato a 1 anno e 10 mesi / Dovrà risarcire 120mila euro alla ex moglie

Jacopo Brugalossi

Anni di vessazioni, abusi, violenze, minacce. A cui neanche la fine della relazione coniugale, purtroppo per la vittima, avrebbe posto fine. Il più classico, ma non per questo meno abbietto, degli episodi di violenza domestica, consumato nel comprensorio di Spoleto. Un marito geloso e prevaricatore, che avrebbe maltrattato la moglie insultandola, limitandone la libertà di movimento e di espressione e picchiandola con inaudita ferocia, riducendola in fin dei conti ad una condizione di totale sottomissione. Una storia raccapricciante, finita nelle aule di giustizia del tribunale di Spoleto e conclusasi stamani, almeno in primo grado, con la condanna a 1 anno e dieci mesi di reclusione per il marito-padrone, che dovrà anche risarcire la bellezza di 120mila euro alla ex moglie, costituita parte civile nel processo.

Pugni al volto – La situazione sarebbe degenerata proprio all’indomani della separazione, avvenuta ad inizio 2006, quando l’uomo, che evidentemente non voleva rassegnarsi all’allontanamento spontaneo della moglie dopo 27 anni di convivenza, avrebbe cominciato a picchiarla selvaggiamente a più riprese, costringendola a ricoverarsi all’ospedale di Perugia col naso rotto e contusioni multiple. L’avrebbe colpita con violentissimi pugni in faccia e sulla testa, arrivando perfino a stringerle le mani intorno al collo per strangolarla.

Non pagava assegno di mantenimento – Era accusato anche di violazione degli obblighi familiari, il marito-padrone, che avrebbe omesso di versare all’ex coniuge l’assegno di 800 euro mensili stabilito dal giudice civile in sede di separazione, facendole così mancare i necessari mezzi di sussistenza poiché la donna era priva di reddito. La poveretta, inoltre, non avrebbe trovato pace nemmeno dopo essersi trasferita a casa degli anziani genitori, dove sarebbe stata raggiunta da centinaia di telefonate dell’ex marito, tutte dal tono minaccioso e pesantemente ingiurioso, condite da macabri auguri di mali ingiusti e minacce di morte.

Reato diffuso – Alla sentenza, comminata nella prima mattinata dal giudice Roberto Laudenzi (il quadro accusatorio era sostenuto in aula dal PM Fernanda Cherubini), ha fatto seguito la trattazione di altri tre processi per maltrattamenti in famiglia, che si conferma purtroppo reato largamente diffuso anche nel comprensorio spoletino.

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