(Carlo Vantaggioli)– Nelle pieghe del programma di Spoleto57, si scovano delle idee che hanno una loro consistenza, una densità tutta da studiare come quella di una stella luminosa. Difficile dunque da spiegare in anticipo, ma affascinante e misteriosa quando ci si ritrova ad osservarla. Lo stesso effetto lo sta procurando il ciclo di concerti al Chiostro di San Nicolò del Conservatorio di Musica “F.Morlacchi” di Perugia. Qualche benpensante festivaliero potrebbe accostare la presenza del prestigioso istituto musicale umbro ad una sorta di gioco in rimessa del Festival che, in tempi di crisi, raschia il fondo del barile e pesca a piene mani in ciò che trova nel frigorifero di casa.
Ma il Conservatorio che conosciamo noi è tutt’altro genere di realtà, è quell’istituto che ha avuto il coraggio di mettere in piedi una rassegna spettacolare quanto difficile ed originale come quella di Segnali- Arti Audiovisive e Performance giunta nel 2014 alla sua 4^ edizione e che quest’anno ha dedicato alla musica elettronica ed elettroacustica 3 appuntamenti formidabili (Clicca qui)
Si può dunque dire che il Conservatorio Morlacchi, guidato dal Direttore, M° Piero Caraba, aggiunge materia densa e luminosa al Festival, tutta da esplorare
Il ciclo di 8 concerti in programma a Spoleto57 è iniziato lo scorso lunedì 30 giugno e proseguirà fino al 12 luglio secondo un calendario che prevede scelte musicali diverse, per tutti i gusti insomma, anche se con una piccola prevalenza per il classico.
Ci saranno momenti dedicati al Barocco, al contemporaneo e persino un oratorio di Lang per 4 voci e strumenti a percussione.
Ieri sera (1 luglio ndr.) è stata la volta invece del repertorio cosidetto “leggero” intitolato “Il divertimento della voce”. In programma brani polifonici in jazz ed un omaggio a Vinicius de Moraes.
Tra le colonne del Chiostro si sono alternate per la parte polifonica le voci Claudia Aliotta, Michele Fumanti, Maria Fiorelli, Cinzia Alessandroni, la voce e violino Daniel Obando, e al contrabbasso Pietro Cavallucci, e la voce Noemi Nori, accompagnata alla chitarra da Valerio Natoli, per l’omaggio a de Moraes.
Fatto salvo un certo timore iniziale, perché quello al Festival di Spoleto è sempre un debutto importante, la parte iniziale della serata è filata via in grande piacevolezza, con voci mai sopra le righe e soprattutto con arrangiamenti vocali molto interessanti, di grande respiro. Il complesso polifonico inoltre non ha lasciato nulla al caso ed ha anche pensato a coreografie e gag per rendere l’aria “frescolina” del Chiostro molto più gradevole, qualcosa di molto simile ai divertissement del Quartetto Cetra.
Nella scelta del repertorio inoltre piccoli segnali di buon gusto ed originalità come ad esempio una inaspettata Breve Amore (brano tratto dalla colonna sonora del film Fumo di Londra di Alberto Sordi ) scritta dall’indimenticato Piero Piccioni. Ma anche la musica di Ennio Morricone, magari cantata alla maniera dei celeberrimi 4+4 di Nora Orlandi (chissà se qualcuno se li ricorda ai vecchi Festival di Sanremo ndr.).
Ma la seconda parte della serata, con l’omaggio a Vinicius de Moraes, è quella che ha riservato maggiori sorprese e non tanto perché la musica del grande maestro brasiliano sia stata trasformata o ri-arrangiata in qualche strano o innovativo modo. Il bello del concerto di ieri sera è stata infatti la purezza e la rigorosa esecuzione dei brani con la chitarra acustica di Valerio Natoli mai fuori luogo, e con la voce magnifica e sicura fino all’ultima nota di Noemi Nori.
Sulla Nori vanno spese due parole, non prima di riportare per la cronaca, il possente “ Brava” tuonato dalle ultime file delle sedie del Chiostro da un entusiasta M° Giorgio Ferrara che accompagnato dallo staff del Festival sembrava gradire molto il concerto omaggio al compositore brasiliano.
Noemi Nori, ha una voce perfetta e senza sbavature nei registri del “cantato piano”, l’ideale per le esecuzioni di alcuni brani famosi di de Moraes. Non una grande estensione ma, dove è stato possibile ascoltarla ieri sera, di una sicurezza e rotondità avvolgente. A noi vecchi appassionati della regola di Joao Gilberto che la “saudade fez um Samba”, la voce di Noemi Nori è apparsa allo stesso modo di come la “Luce” apparve a Jake ed Elwood Blues, in arte Blues Brothers. Un vero lampo, che a tratti ci ha fatto ricordare ugole stupende come quella di Gal Costa o più contemporanee come quella di Paula Morelenbaum quando canta Estrada Branca di Jobim-de Moraes.
Il pubblico presente, e non solo il “fan” Giorgio Ferrara, si è accorto che stava ascoltando qualcosa di prezioso di denso ed insondabile al tempo stesso, ed ha applaudito con convinzione chiedendo il bis che il duo Nori-Natoli ha concesso, regalando una piccola divagazione dal tema con Estate di Bruno Martino. Tanto per far capire che il Brasile, da qualche parte, ce l’abbiamo anche noi in Italia.
Al termine del concerto complimenti e strette di mano calorose di tutto lo staff del Festival con in testa il direttore artistico Ferrara.
Se questo è la premessa, tutto il resto è da non perdere.
CONCERTI AL CHIOSTRO-PROGRAMMA
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