Questo è uno di quegli articoli che non dovrebbero mai vedere “inchiostro” per l’evidente manifestarsi di un corposo conflitto d’interessi.
Il qui presente assente, giornalista di campagna, non può fare finta di non essere figlio del magistero dell’amato Armando Chick Corea e di tutti i suoi discepoli. E quando, in occasione dell’ultimo appuntamento di Spoleto Jazz 2024, quinta e fortunatissima edizione della serie, quei birbanti di Visioninmusica (con in testa Silvia Alunni) programmano un concertone di “grande libidine” come quello del Dave Weckl & Tom Kennedy Project, abbiamo pensato che le cose non accadono mai per caso. Ci lega infatti alla storia di una manciata di musicisti del genere, la realizzazione di una colonna sonora della nostra vita che ha esattamente gli stessi anni dei protagonisti in questione.
E nel 2024, siamo così meno tristi nel chiudere la nostra esperienza umana e professionale- per motivi altri- di scrittori di musica Jazz. Passione, quella musicale, che ebbe avvio nel lontano 1975 (avevamo 13 anni) con un disco LP dei Weather Report, Tale Spinnin, di cui siamo venuti in possesso dopo uno scambio, come spesso avveniva all’epoca, fatto con un nostro LP del supergruppo italiano de il Perigeo.
Il batterista storico di Chick, Dave Weckl, non pago dei tanti anni di militanza in ogni genere di formazione che il M° Corea mise in piedi- Elektric, Acoustic e chi più ne ha ne metta nell’arco di un trentennio– prosegue imperterrito nella diffusione del verbo, una evangelizzazione vera e propria dove le raffinate combinazioni ritmiche trovano nuova linfa come solito nel talento di nuovi musicisti come il lirico pianista Stu Mindeman ascoltato a Spoleto e che ha molto colpito per la sua tecnica improvvisativa niente affatto banale. E credeteci se vi diciamo che andarsi a sedere dove un tempo c’era il trono del Sultano, non è una cosa molto semplice.
Due parole di grande affetto per quel “vecchiaccio” di Eric Marienthal, di cui possediamo una decina di cd che lo vedono protagonista. Chi non l’ha mai ascoltato dal vivo non può ovviamente immaginare quanto sia potente la sua capacità improvvisativa, che non lascia vuoti o sospensioni involutive nel fraseggio sia al sax contralto che al soprano. A Spoleto ha dato un assaggio corposo di cosa è stato e speriamo sia ancora per lunghi anni. Oltre ai suoi numerosi progetti solisti, Marienthal ha collaborato con nomi fastosi come Lee Ritenour, David Benoit, Jeff Lorber, Chuck Loeb, Rush Freeman e molti altri. Soprattutto Ritenour e Lorber, con Loeb, protagonisti di quella stagione epica che fu contrassegnata dall’etichetta della GRP Records, fondata da Dave Grusin.
Freschissimo e potentissimo, come si dice in daletto, “A Eric non ie passa un giorno”.
Il Dave Weckl & Tom Kennedy Project
Dave Weckl è dunque una leggenda della batteria. In oltre 40 anni di carriera, ha collaborato con innumerevoli artisti fra i quali George Benson, Chick Corea, Paul Simon, Madonna, Mike Stern, John Patitucci, Diana Ross e Robert Plant, affermandosi come uno dei più grandi batteristi viventi, sia tra i fan che tra gli esperti del settore. Raffinatissimo nel suo interplay, Weckl non è mai stato nemmeno per un secondo un picchiatore di tamburo.
Tom Kennedy, amico fraterno e collaboratore di Dave Weckl, è considerato uno dei migliori bassisti acustici ed elettrici al mondo. Negli anni ha suonato, sia dal vivo che in studio di registrazione, per leggende della musica e alcuni dei più grandi artisti contemporanei: Freddie Hubbard, James Moody, Nat Adderly, Sonny Stitt, Stan Kenton e Mike Stern solo per citarne alcuni.
Solo qualche informazione in più su Stu Mindeman che ha trascorso i suoi anni formativi a Santiago (Cile) e a Chicago (Illinois). Condivide spesso il palco con il famoso cantante jazz Kurt Elling– un nome di assoluto prestigio ovviamente- e si è anche esibito con Fareed Haque, Gloria Estefan e molti altri. Una fitta programmazione di spettacoli lo tiene impegnato in tutto il mondo, sia sul palco che dietro le quinte, come compositore, arrangiatore e produttore.
Il conflitto…Elektric
Come in tutto ciò che è sinonimo di passione e desiderio, se rimane uno spazietto anche alla consapevolezza, oltre al puro istinto, c’è un tempo dello Sturm und Drang (la tempesta), ma anche quello delle Affinità Elettive, proprio come quelle descritte da Johann Wolfgang von Goethe.
Quel tempo, più maturo e consapevole ci ha raggiunti proprio nel 1992, anno in cui ci regalammo un concerto che segna l’inizio della nostra maturità culturale e musicale. A Firenze riuscimmo ad avere un biglietto per il celebre ( per chi se lo ricorda ovviamente) Beneath the Mask Tour della Chick Corea Elektric Band. Quella sera suonavano con il M° Armando, Dave Weckl alla batteria, Frank Gambale alla chitarra, Eric Marienthal al sax soprano e al posto di Jimmy Earl al basso, un giovanottino promettente, John Patitucci. Patitucci, e lasciatecelo proprio dire, è probabilmente il miglior bassista ancora in circolazione dopo l’inarrivabile Jaco Pastorius. Testa, cuore e tecnica ne fanno una specie di “Avenger” a 4 corde, che poi per John sono spesso anche quelle del basso a 6 corde.
E se tutto questo non è un conflitto di interesse sfacciatamente passionale, cosa altro potremmo aggiungere per convincervi? Che il concerto di chiusura di Spoleto Jazz 2024 al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti è stato un vero capolavoro di passione, sia per chi organizza che per chi suona e per chi applaude felice del risultato? O volete anche la confessione di come lo abbiamo vissuto noi, giornalisti campagnoli con la penna che ha finito l’inchiostro?
Non giudicateci, in fondo è stata una grande avventura con molti racconti sparsi quà e là e un conflittino di interessi da innamorati ci sia concesso. Incluso quello di scrivere la parola fine proprio con Spoleto Jazz, che abbiamo visto nascere e svilupparsi per merito di Silvia Alunni e con la quale ci siamo sempre confrontati, e perchè no, anche supportati, come è giusto che avvenga tra appassionati. La ringraziamo per la straordinaria accoglienza e la cura che ha sempre dimostrato per gli operatori della stampa, soprattutto locale.
Non resta altro che aspettare il 2025 per scoprire quale altra sorpresa ha in serbo Visioninmusica. Ma questa volta ci vediamo in platea. Grazie!
Foto: Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)