Categorie: Cronaca Spoleto

Spoleto, inchiesta acqua inquinata: perizia tecnica farà luce su modalità della contaminazione

Jacopo Brugalossi

Nuovi tasselli si inseriscono nel puzzle dell’indagine della Procura di Spoleto sull’acqua contaminata. Dopo gli avvisi di garanzia recapitati, nel novembre scorso, a tre responsabili della Vus e uno dell’Asl 3 per avvelenamento colposo (reato che prevede un periodo reclusione non inferiore a 15 anni) e ritardo in atti d’ufficio, il Procuratore Capo Gianfranco Riggio ha affidato ad un professionista l’incarico di redigere una consulenza tecnica sulle modalità e le circostanze dell’inquinamento. Si tratta di Dario Marani, primo ricercatore dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del Cnr di Roma, che si è già messo al lavoro.

L’inchiesta era partita nel mese di ottobre in seguito all'ondata di intossicazioni provocate dall’inquinamento di alcune falde acquifere concentrate nella zona dell’Alta Marroggia. Portate avanti dal nucleo operativo dei Carabinieri agli ordini del Tenente Giulia Maggi, le indagini si erano avvalse del contributo di tanti privati cittadini che effettuarono personalmente le analisi chimiche, rilevando e segnalando alle autorità competenti le anomalie presenti, quali tracce di enterococchi e coliformi di origine fecale nell’acqua in distribuzione. In seguito all’escussione di persone informate sui fatti, analisi documentale, e vari sopralluoghi effettuati presso i pozzi di San Nicolò, i Carabinieri evidenziarono ritardi e negligenze, sia in capo all’organo deputato alla gestione del servizio, la Vus, sia in capo ai preposti al controllo e alla supervisione, l’Asl 3.

Quando la perizia del dottor Marani – per cui sono stati necessari ulteriori sopralluoghi, prelievi ed analisi nei pozzi “icriminati” – sarà completata, la Procura avrà a disposizione nuovi elementi per accertare le eventuali responsabilità di quanto accaduto, siano state esse per omissione o per operazioni illecite.

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