Cultura & Spettacolo

Spoleto, inaugurata alla Rocca Albornoziana la mostra “Trame Longobarde”

Un lavoro di ricostruzione, sulla base dei dati archeologici; un viaggio per scoprire la vita quotidiana dei longobardi attraverso tessuti, abiti e monili prodotti da questa straordinaria civiltà: questa è la mostra ‘Trame longobarde: tra architettura e tessuti’, inaugurata ieri 16 marzo, al Museo del Ducato della Rocca Albornoziana di Spoleto e visitabile fino al 18 giugno.

All’inaugurazione sono intervenuti Rosaria Mencarelli, direttrice del Museo Nazionale del Ducato, l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Spoleto Camilla Laureti, Antonella Pinna dirigente dalla Regione Umbria, il curatore della mostra Giorgio Flamini, il Comandante della Polizia Penitenziaria Marco Piersigilli e Eva Contardi del Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco che ha portato il saluto della direttrice Glenda Giampaoli.

I tessuti e le bordure sono stati realizzati infatti nella Casa di Reclusione di Spoleto dai detenuti del corso di tessitura, con i telai dell’IIS Sansi Leonardi Volta, dopo uno straordinario lavoro di studio e ricostruzione di trame e orditi desunte dalle scoperte archeologiche. La composizione dell’abito maschile e femminile è stata realizzata con attenti confronti iconografici uniti alle poche fonti letterarie (Historia Langobardorum di Paolo Diacono), il risultato è un’accurata proposta delle antiche tecniche di tessitura e di taglio e cucito dell’abito altomedievale.

Sono rappresentati i diversi ceti sociali completati da accessori realizzati dai detenuti del Liceo Artistico ristretto. Il visitatore condotto da icone equine e lance tra reperti dei secoli dal IV all’VIII incontra i protagonisti di trame longobarde davanti a grandi fondali fotografici della basilica di San Salvatore, di cui può ammirare i dettagli e i particolari decorativi, per contemplare infine la composizione dei Duchi di fronte al presbiterio della basilica patrimonio della città e dell’Umanità.

La mostra, curata da Glenda Giampaoli e Giorgio Flamini, con il confronto scientifico di Donatella Scortecci, è stata realizzata grazie alle risorse della Regione Umbria, legge regionale 24 del 2003 progetto “Musei che hanno stoffa”, del MiBACT, legge 77 del 2006 a sostegno dei siti UNESCO e dall’Associazione stessa per il valore scientifico, didattico illustrativo e sociale. Si tratta di un progetto nato da una eccezionale collaborazione tra enti e istituzioni, dal Comune di Spoleto alla Regione Umbria, dall’Istituto Sansi Leonardi Volta, alla Casa di Reclusione di Spoleto, al Museo Nazionale del Ducato coordinati e diretti dall’associazione Italia Langobardorum (l’ente che gestisce il sito UNESCO dei Longobardi che include le evidenze monumentali di 7 città: Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio, Campello sul Clitunno, Spoleto, Benevento, Monte Sant’Angelo) e dall’Ufficio UNESCO di Spoleto.

La mostra torna a Spoleto dopo quattro anni, alla Rocca Albornoziana, in una veste rinnovata e ampliata, dopo gli allestimenti a Monte Sant’Angelo, Brescia, Benevento. Sono previste nuove tappe a Cividale del Friuli, Museo Nazionale dell’Alto Medioevo a Roma, Ferentillo, Abbadia San Salvatore (provincia di Siena).