Cronaca

Spoleto in lacrime per l’addio a Luca | Don Luigi “Qualcosa in più si deve fare”

Quando succedono cose come queste non possiamo non interrogarci, è segno che qualcosa in più si deve fare, vuol dire che la vita chiede altre risposte”. E’ stato forte l’invito a non sprecare la vita, e anche alla società a fare qualcosa di più, fatto da monsignor Luigi Piccioli ieri pomeriggio durante i funerali di Luca, il 17enne morto due giorni fa lasciando sgomenta l’intera città di Spoleto.

Il duomo era gremito per rendere l’ultimo saluto al liceale spoletino che mercoledì scorso ha scelto di porre fine alla sua esistenza senza alcun apparente motivo. A stringersi accanto alla mamma e a tutti i familiari c’erano i suoi compagni di scuola, gli insegnanti, l’assessore Camilla Laureti a nome del Comune di Spoleto e l’intera comunità del centro storico, dove Luca è cresciuto. C’era anche la dirigente scolastica Roberta Galassi, che sul sagrato della chiesa – dopo il rito funebre – ha voluto ricordare la dolcezza e la simpatia di Luca, prima che i suoi compagni di scuola lanciassero in aria, tra la pioggia battente, dei palloncini bianchi. Tutti non si danno pace per la tragedia che ha coinvolto quel ragazzo così sorridente e gentile. Una cerimonia funebre permeata da un dolore composto e silenzioso dal quale si è levato forte l’appello di don Luigi.

Il sacerdote nell’omelia ha ricordato l’ultimo messaggio di Luca a sua madre, quel ringraziamento per la vita, per averlo protetto e fatto star bene e l’invito a non rimproverarsi nulla, a superare questo dolore. “La vita è un mistero grande, se ci pensassimo un po’ di più…” ha detto monsignor Piccioli. “Quando succedono cose come questa, come comunità, come società civile, non possiamo non interrogarci: è segno che qualcosa  in più si deve fare. Vuol dire che la vita chiede altre risposte. Se uno non trova risposte dentro di sé le cerca intorno”.  

Don Luigi ha quindi ricordato come questi fatti “ci sconvolgono, ma la cosa più sconvolgente è che passato il momento riprendiamo l’andazzo di sempre. Non viviamo per niente, la vita non è una cosa da poco come spesso la trattiamo. Spesso sentiamo parlare della vita come un abbrutimento, vuol dire che siamo veramente carenti. Quanto facilmente seminiamo morte, non sempre quella fisica!” ha poi detto il sacerdote, invitando i presenti ad interrogarsi nel profondo sul senso della propria esistenza, sull’essere quello che vogliamo essere. “Quella di oggi è un’opportunità per guardare oltre, tutti possono fare qualcosa, in parole ed opere. Se questo sacrificio è capace di far rifiorire la vita intorno non sarà stato invano”  ha concluso monsignor Piccioli.