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Spoleto, in aula per “perdonare” il suo molestatore, poi la confessione choc “12 anni fa mi violentò”

Jac. Bru.

Nell’udienza che avrebbe dovuto portare al ritiro della querela per ingiurie nei confronti di uno spoletino di 57 anni, la donna che l’aveva denunciato, una 50enne anche lei spoletina, ha raccontato di fronte a giudice, pubblico ministero e avvocato che nel 2001 l’uomo l’avrebbe violentata costringendola ad un rapporto sessuale completo, lasciando tutti di stucco.

Avances e pedinamenti – L’imputato, che la presunta vittima conosce da anni (i figli dei due si sono frequentati per un periodo) è alla sbarra per molestie e ingiurie. La donna ha raccontato di aver subito delle pesanti avances, che nel tempo si sarebbero fatte sempre più pressanti. Il presunto molestatore l’avrebbe persino seguita con l’auto, offrendole passaggi fino a casa (i due abitano nello stesso quartiere). I continui rifiuti di lei non avrebbero scoraggiato l’uomo, che avrebbe continuato a pedinarla fin quando, all’ennesimo rifiuto, si sarebbe rivolto nei suoi confronti con offese ed ingiurie.

La presunta violenza – Fu questo l’episodio che indusse la donna a sporgere denuncia. Era il febbraio del 2008 e, a quanto pare, ci sarebbero dei testimoni che potrebbero confermare alcuni racconti, tra cui proprio i pedinamenti con l’auto. Fin qui il quadro accusatorio originario, pesante si, ma non quanto potrebbe diventare dopo quello che la donna ha ammesso di fronte al giudice. La violenza si sarebbe consumata nel 2001, ben 7 anni prima della querela, in un periodo in cui la donna stava attraversando un momento molto delicato a livello familiare. Per questo non avrebbe denunciato subito il presunto violentatore.

Atti in Procura – Le accuse nei confronti dell’uomo, ora, assumono tutto un altro peso. Rimessa la querela per le ingiurie, per i maltrattamenti si tornerà in aula nel novembre del 2014, con il rischio della prescrizione. Ma il giudice, il dottor Roberto Laudenzi, ha inviato gli atti completi dell’accusa di violenza sessuale alla Procura della Repubblica, che aprirà probabilmente una nuova indagine sulla vicenda.

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