Assoluzione con formula piena. Con questa sentenza il collegio penale del tribunale di Spoleto, composto dai giudici Bellina, Laudenzi e Cipolloni, ha ritenuto del tutto insussistente il pesantissimo quadro accusatorio a carico di un 30enne originario della Valnerina accusato di violenza sessuale, sequestro di persona, minacce e stalking.
Le accuse – A denunciarlo, cinque anni fa, era stata la ex fidanzata, che aveva raccontato di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali non consenzienti sotto pesanti minacce qualora si fosse rifiutata. Stando alle parole della giovane l’ex fidanzato l’avrebbe trascinata con la forza e trattenuta in luoghi appartati per poi approfittare di lei, ma anche nei momenti in cui non erano insieme avrebbe continuato a tormentarla con decine e decine di telefonate e pedinamenti in auto, comportandosi come un vero e proprio stalker. Azioni che avrebbero condotto la giovane ad uno stato d’ansia tale da non permetterle di condurre una vita normale, impedendole per altro di completare gli studi universitari nei tempi previsti.
I dubbi – Ma quello che è accaduto oggi in aula ha completamente ‘ribaltato’ questo quadro accusatorio. Già durante il dibattimento processuale, per la verità, erano emersi elementi discordanti con il racconto della presunta vittima, che per altro non si è costituita parte civile nel processo. Come nel caso dell’analisi dei tabulati telefonici, dai quali risultavano si le chiamate di lui a lei, ma ce n’erano anche tante in ‘direzione’ opposta. Inoltre oggi, durante la discussione, lo stesso Pubblico Ministero ha chiesto l’assoluzione per il ragazzo.
“Finito un incubo” – E assoluzione è stata, per la gioia dei familiari e dell’avvocato difensore Donatella Tesei, che ha rilasciato una dichiarazione a Tuttoggi.info: “Oggi finisce un incubo durato 5 lunghi anni per il mio assistito – le sue parole -. Dopo una lunga fase istruttoria il collegio ha finalmente recepito la tesi difensiva sull’insussistenza di tutte le ipotesi di reato contestate. Per altro – ha aggiunto l’avvocato Tesei – nell’udienza odierna abbiamo acquisito ulteriori prove documentali a discolpa del mio assistito, e la sua totale estraneità ai fatti è stata confermata dalla richiesta di assoluzione formulata dal Pubblico Ministero”.
La seconda assoluzione di giornata per un caso di violenza sessuale riguarda un fatto accaduto ben 13 anni fa in un paese del comprensorio spoletino dove, stando al quadro accusatorio, un uomo, all’epoca 63enne, avrebbe indotto una bambina di 8 anni, figlia della sua vicina di casa, a seguirlo nel retro della sua abitazione con il pretesto di vedere i suoi conigli, salvo poi sbottonarsi i pantaloni per compiere su di lei espliciti approcci di natura sessuale. Nell’udienza odierna di fronte ai giudici Bellina, Laudenzi e Olivieri è stata escussa anche la madre della presunta vittima, che però non avrebbe assistito al presunto tentativo di violenza. I giudici hanno pertanto assolto l’uomo, difeso dall’avvocato Riccardo Petroni, per insufficienza di prove.
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