Cronaca

Spoleto, grande folla per l’addio a Matteo Ubaldi

Erano tantissime le persone che oggi hanno partecipato ai funerali di Matteo Ubaldi, il diciannovenne morto annegato domenica in Salento mentre era in vacanza con i propri genitori. In tanti oggi si sono stretti attorno alla famiglia chiamata ad affrontare questo terribile lutto. C’erano gli ex compagni di scuola, gli amici, gli insegnanti, i rappresentanti dell’amministrazione comunale (il vicesindaco di Spoleto Montioni in fascia tricolore ma anche il sindaco di Vallo di Nera Benedetti).

E’ spettato al parroco di Santa Rita, padre Giuseppe Spaccasassi, che ha presieduto il rito funebre, cercare di dare conforto ai tanti che piangono la morte di questo giovanissimo spoletino, legato alla sua parrocchia come al gruppo di pastorale giovanile diocesana. “Voi siete qui oggi – ha detto padre Giuseppe – non solo per portare una presenza simbolica, ma anche per dire a Matteo che gli volete bene e per sostenere la sua famiglia”. Al suo fianco c’era don Mario Giacobbi, che guida spiritualmente il gruppo “Figli in cielo”, che raccoglie le famiglie che hanno perso un figlio.

Al termine della messa Matteo è stato ricordato prima da una cugina, poi dai compagni di scuola. “Nessuno di noi – hanno detto questi ultimi – si sarebbe aspettato di scrivere queste parole, ma soprattutto di rincontrarci così presto, in circostanze così spiacevoli. Parlando di te ci vengono in mente solo ricordi felici, nonostante le tue stranezze, che ti hanno reso unico e che lasceranno in noi ricordi indelebili. In classe non eri un ragazzo di molte parole, però i tuoi pensieri trapelavano tramite le tue azioni: eri scaltro, veloce e vivace, l’unico in grado di correre ininterrottamente, mentre tutta la classe si lamentava. Le tue forze non restavano all’interno della palestra, ma continuavano in giro per la città, dove tutti ti conoscevano, ti salutavano e scherzavano con te. Tanti sono i ricordi che ci legano, come tutti i bigliettini che lanciavi alle ragazze e che adesso conservano gelosamente. In questo momento, però, le parole non servono. Ci hai insegnato che è meglio spendere un sorriso piuttosto che una lacrima ed è così che ti ricorderemo. Ti vogliamo bene, i tuoi compagni di classe”.