L’andamento dei redditi delle famiglie umbre è tutt’altro che positivo, con un pesante – 4,6% rispetto ai livelli pre-crisi (corrispondenti a –552 milioni), sintomo di una difficoltà complessiva dell’Umbria, nonostante una leggera ripresa nel 2017. In questo contesto emerge, poi, una difficoltà ulteriore per lo Spoletino e i comuni della Valnerina.
Questo è il quadro che si legge in un interessante rapporto, che dovrebbe far riflettere e discutere, stilato da Mediacom 043, diretto da Giuseppe Castellini, sulla base dei dati del ministero delle Finanze.
Infatti nella graduatoria stilata da Mediacom 043, Spoleto si colloca al 61esimo posto della graduatoria tra i 92 comuni umbri, avendo perso nel confronto 2009-2017 il 6,8 %.
Tra i comuni del territorio, l’unico dato positivo è nel piccolissimo comune di Sant’Anatolia di Narco, dove c’è un aumento dei redditi del 6,16%. Tutti gli altri 12 comuni dello Spoletino e della Valnerina hanno un trend fortemente negativo. Per esempio Castel Ritaldi, si colloca al 37esimo posto nella graduatoria dei 92 comuni umbri, perdendo il 3,5%. Campello sul Clitunno perde il 3,9% (44’), Cascia il 5,8% (55’), Spoleto il 6,8% (61’), Cerreto di Spoleto il 9,0% (74’), Norcia il 9,1%(75), Scheggino perde il 9,6%(76), Sellano il 10,1% (79), Vallo di Nera il 10,6% (80’). Chiudono la classifica della perdita di reddito in Umbria 3 comuni della Valnerina: Poggiodomo -15,4% (90’), Monteleone di Spoleto -19,5% (91’) e Preci con un pesantissimo -20,7% (92’).
Come si può constatare, si tratta di un arretramento pesantissimo in termini di reddito e di ricchezza, che ha colpito lo Spoletino e la Valnerina. Va anche detto che, essendo l’ultimo dato relativo alle dichiarazione dei redditi 2017 (relativi al 2016), non si può addurre come causa prevalente di questo fenomeno il sisma, i cui effetti si vedranno nelle dichiarazioni del 2018 e seguenti. È evidente che si risente della crisi del manifatturiero nel territorio di Spoleto e di una difficoltà forte che ha colpito le zone interne, tra cui la Valnerina. Per questo la sfida della ricostruzione costituisce un terreno fondamentale, accanto e insieme ad un vero progetto di sviluppo economico e sociale che deve coinvolgere tutta l’area.
Questi dati ci dicono che la via della ripresa economica e sociale è lenta e lunga, e sarebbero necessarie scelte e investimenti che puntano alla creazione di lavoro dignitoso e di qualità.