Categorie: Cronaca Spoleto

Spoleto, Forestale trova negozi di ortofrutta non in regola – Multati i gestori

Nelle settimane scorse Sottufficiali ed Agenti del Comando Stazione di Spoleto del Corpo forestale dello Stato hanno effettuato nei comuni di Spoleto, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Bevagna e Cannara controlli presso tutti i punti vendita di ortofrutta gestiti da cittadini extracomunitari presenti nella zona, nell’ambito di quella che è l’attività di controllo nel settore agroalimentare, per la tutela del “Made in Italy”, che consiste nel mettere sotto la lente di ingrandimento le etichette che recano false indicazioni sull'origine e provenienza dei prodotti, inducendo il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce siano di origine italiana.

Col prezioso ausilio dell’Agecontrol di Perugia, agenzia incaricata di effettuare i controlli di conformità alle norme di commercializzazione applicabili nel settore degli ortofrutticoli freschi, i forestali hanno controllato cinque punti vendita al minuto di ortofrutta gestiti da extracomunitari, di cui due di recente apertura, accertando in alcuni casi scarse condizioni igieniche dovute all’esposizione della merce ai bordi di strade soggette a traffico intenso, locali umidi e presenza di alcune partite di frutta e verdura in cattivo stato di conservazione.

Inoltre, nella maggior parte dei punti vendita controllati, è stata rilevata la totale assenza o difformità delle etichette che devono consentire la tracciabilità dei prodotti, elemento questo che viene incontro alle richieste del consumatore riguardo l’origine e la qualità degli alimenti, che deve essere dichiarata in maniera chiara e leggibile, in modo da non indurre in errore il compratore; oggi, infatti, diventa sempre più importante conoscere la storia di un prodotto mettendo in primo piano il diritto dei cittadini ad avere una informazione chiara e precisa su quello che comprano e soprattutto consumano.

I responsabili delle violazioni al regolamento dell’unione europea sono di origine marocchina ed egiziana, e sono stati sanzionati con una pena pecuniaria pari a mille euro ciascuno.