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SPOLETO E CAMPELLO NELLA WORLD HERITAGE LIST, FLAMINI ORA PROPONE IL BIS CON IL FESTIVAL (Foto conferenza TO®, guarda i siti umbri)

Carlo Ceraso
“Si tratta, senza alcuna esagerazione, di un avvenimento storico per la nostra città. È la straordinaria conferma del suo valore storico-artistico”. Con questa frase il sindaco Daniele Benedetti ha aperto stamani la conferenza stampa organizzata in urgenza insieme al Comune di Campello (presente l’assessore Andrea Marchini) nello Spazio Umbria di Palazzo Collicola alla quale hanno partecipato Giorgio Ferrara, direttore artistico del Festival dei Due Mondi, Vincenzo Cerami, e l’architetto Giorgio Flamini, coordinatore del progetto “Italia Langobardorum” per Spoleto e Campello sul Clitunno. “Entrare a far parte del novero dei Beni del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO è un fatto che ci riempie di orgoglio e di soddisfazione – ha aggiunto Benedetti -, l’iscrizione nella World Heritage List comporta un’esposizione e una visibilità a livello mondiale che garantirà alla città, già sede della Associazione Italia Langobardorum che rappresenta i sette siti, un plusvalore turistico e comunicazionale di grande impatto. Siamo consci anche della grande responsabilità che tutto questo comporta, ma Spoleto ha il prestigio necessario per far parte di un circuito culturale di grande spessore e rilevanza. Sono tante le persone – ha concluso Benedetti – che hanno lavorato, con passione e rigore, per concretizzare questo sogno. Voglio ringraziarle tutte di cuore, in primis Giorgio Flamini, che in qualità di coordinatore del progetto, ha dato un contributo di fondamentale”.
IL MESSAGGIO DA HELSINKI – Il Sindaco di Campello sul Clitunno Paolo Pacifici, in questi giorni ad Helsinki per impegni istituzionali, ha voluto esprimere la sua personale soddisfazione inviando un messaggio audio consegnato ai giornalisti: ”Oggi Campello sul Clitunno e la nostra Amministrazione comunale entrano nella storia. L'iscrizione del Tempietto nelle liste UNESCO rappresenta un successo di dimensioni mondiali. Con altri cinque comuni italiani e con il Ministero dei Beni Culturali abbiamo costruito un progetto nazionale di dimensioni enormi. Studi storici e architettonici sono stati sottoposti alla commissione internazionale di Parigi. In oltre quattro anni, abbiamo lavorato duramente e a lungo per costruire un percorso articolato e complesso che oggi ci consegna un risultato che proietta la nostra cittadina su dimensioni impensabili fino a qualche anno fa. L´obiettivo è stato possibile anche grazie ad un percorso di collaborazione e mediazione politica a cui ho lavorato anche personalmente con grande abnegazione. Non è stato semplice costruire la sintesi delle volontà delle tante istituzioni coinvolte, tra cui 7 comuni che vanno da Benevento a Castelseprio, da Monte Sant´Angelo a Brescia. Desidero ringraziare tutta l´Amministrazione comunale di Campello per aver creduto con me a questo progetto, l´architetto Giorgio Flamini per il suo impegno, l´instancabile Alba Contenti, che ha lavorato giorno e notte per il raggiungimento di questo obiettivo, la Soprintendenza, tutti i colleghi sindaci degli altri sei comuni della Rete Italia Langobardorum, che hanno sottoscritto nella primavera del 2009, proprio di fronte al Tempietto sul Clitunno di Campello, lo statuto della nostra Associazione per la gestione del sito seriale. Ringrazio il Sindaco di Spoleto, con il quale mi pregio di consegnare all´Umbria altri due beni iscritti nelle liste UNESCO, che si aggiungono all´unica iscrizione fino ad ora presente nella nostra regione (quella di Assisi, n.d.r.). Dedico questo storico risultato a tutta la mia comunità”. Fa eco alle parole del Sindaco Pacifici, l'Assessore Marchini: “Vorrei sottolineare che questo non è un traguardo bensì un punto di partenza dal quale iniziare a lavorare e a costruire un percorso fatto di sinergie e collaborazioni tra tutti i comuni coinvolti nel progetto Italia Langobardorum.”
APPLAUSI PER FLAMINI – nel corso della conferenza stampa, è intervenuto l'architetto Giorgio Flamini:“Questo riconoscimento assume un valore particolarmente significativo – ha dichiarato Flamini – perché arriva in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, a un secolo dalla nascita del Maestro Gian Carlo Menotti e perché Spoleto e Campello sul Clitunno rappresentano il secondo sito in Umbria ad entrare a far parte della World Heritage List dell’UNESCO, dopo la Basilica di San Francesco. È importante in questo momento ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo importante obiettivo: da Angela Maria Ferroni, coordinatrice tecnico scientifica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Donatella Scortecci e Mariarosaria Salvatore per il coordinamento scientifico, Maria Stovali per il coordinamento che ha curato l'organizzazione e Liliana Costamagna direttrice del Museo Archeologico di Spoleto. Grazie anche ai professori Enrico Menestò e Bruno Toscano che, insieme a Judson Emerick della Ponoma University della Pennsylvania, sono stati tra gli studiosi internazionali che hanno sostenuto la candidatura. Un ringraziamento particolare sento di doverlo fare anche a Massimo Evangelisti del Comune di Spoleto che ha lavorato costantemente per tutte le traduzioni dei testi prodotti della rete dei Comuni”. Ma il sempre attento Flamini ha fatto di più. Dapprima ricordando l’opera-manifesto di questa 54ma edizione del Festival, “opera del M° Luigi Ontani che, quasi come un profeta, l’ha intitolata ‘Bar-bara Italia’”. Poi il lancio dell’idea che tiene nel cassetto dai tempi in cui era assessore alla cultura della città del festival (nella Giunta Brunini 2). “Sarebbe bello proporre all’Unesco anche il Festival dei 2 Mondi, il secondo festival della storia europea (il primo è quello di Avignone del 1947, n.d.r.), il primo festival generalista dove Gian Carlo Menotti fece incontrare, da est a ovest, mettendole a confronto, tutte le discipline artistiche. Con un messaggio di pace che solo l’arte riesce a dare in maniera così completa, totale. Spoleto, d’altra parte, merita di essere la capitale della cultura non solo dell’Umbria, ma anche del Centro Italia”.
LA RISERVATEZZA DI MENESTÒ – “Sono felice, molto felice” commenta la telefonino con Tuttoggi.info il professor Enrico Menestò, Accademico dei Lincei e presidente del Cisam, “questo riconoscimento è il giusto merito a quanto si sono impegnati a cominciare da Flamini. Come Cisam non abbiamo meriti particolari, abbiamo svolto il nostro lavoro mettendo a disposizione tutte le pubblicazioni sull’epoca longobarda, non abbiamo meriti speciali, abbiamo fatto solo la nostra parte”. Va ricordato che proprio a Spoleto, nel 1951, si tenne il primo congresso sui longobardi. Una esperienza talmente forte che convinse il professor Giuseppe Ermini, insieme ad altri, a creare un centro studi, il Cisam appunto.
IL SITO SERIALE – Da ieri sera dunque il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” è nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Per l’Italia si tratta del 46° sito iscritto nella celebre Lista e comprende le più importanti testimonianze monumentali Longobarde esistenti sul territorio italiano, che si situano dal nord al sud della penisola, laddove si estendevano i domini dei più importanti Ducati Longobardi che formarono quella che possiamo definire la prima “nazione” italiana. Eccoli in dettaglio:
Il Tempietto Longobardo a Cividale del Friuli (UD), uno degli edifici più originali ed anche tra i più noti della tarda età longobarda, con i resti del Complesso Episcopale rinnovato da Callisto ed il Museo Archeologico Nazionale, dove sono esposti i preziosi corredi delle necropoli longobarde cividalesi;
Il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, oggi sede del ‘Museo della città’, uno straordinario palinsesto architettonico che ingloba il monastero femminile edificato dal duca Desiderio prima di diventare re, iscritto con l’adiacente complesso archeologico monumentale dove si conservano i maggiori edifici pubblici di età romana del nord Italia;
Il castrum di Castelseprio-Torba (VA), che conserva significativi esempi di architettura militare, con la rinomata Chiesa di S. Maria foris portas, ubicata fuori dalle mura nell’area occupata dal borgo altomedievale, sulle cui pareti si conserva uno dei più alti testi pittorici di tutto l’Alto Medioevo;
Il Tempietto del Clitunno a Campello (PG), il famoso, piccolo edificio che, per la sua forma classica e i numerosi spolia utilizzati per la sua realizzazione, fin dal Rinascimento è stato oggetto dell’attenzione dei più grandi architetti che ne hanno immortalato l’immagine nei secoli;
La Basilica di S. Salvatore a Spoleto (PG), un edificio eccezionale per il linguaggio romano classico con cui fu concepito, che ancora conserva all’esterno ed all’interno significativi frammenti di decorazione architettonica antichi ed elementi decorativi abilmente scolpiti dai lapicidi medievali;
La Chiesa di Santa Sofia a Benevento – una delle strutture longobarde più complesse e meglio conservate dell’epoca, che sulle pareti mostra ancora importanti brani dei cicli pittorici altomedievali, testimonianza più alta delle cd. “pittura beneventana” -, con l’attiguo chiostro che oggi ospita il ‘Museo del Sannio’;
Il Santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG), che dal VII secolo, con i Longobardi, divenne il più importante luogo del culto micaelico, influenzando profondamente la diffusione della devozione per San Michele in tutto l’Occidente e divenendo un modello per i centinaia di santuari costruiti nel resto d’Europa, compreso il più famoso Mont-Saint-Michel tra Bretagna e Normandia.
TUTTI I PARTNER – Tra i numerosi partner (ai comuni si affiancano 5 Regioni, 6 Province, 2 Comunità Montane, 4 Diocesi, un Parco, il FAI, la Fondazione CAB e due importanti centri di Studi, il CISAM – Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo- e il Centro di Studi Micaelici e Garganici, che tanto hanno contribuito al progresso delle conoscenze sulla civiltà Longobarda) va ricordato lo stesso Ministero per i beni e le attività culturali, presente nella rete con ben 5 Direzioni regionali e 17 Soprintendenze territoriali. Il Ministero, che ha coordinato i lavori per la candidatura, continua a sostenere ed accompagnare la rete anche attraverso la partecipazione all’Associazione Italia Langobardorum, la struttura di gestione promossa dai Comuni, siglata a Campello e con sede a Spoleto, che garantisce il coordinamento delle azioni e l’attuazione delle attività di rete. Fra le ipotesi al vaglio, e che Benedetti proporrà ufficialmente nei prossimi giorni a tutti i partner, anche la possibilità di trasformare l’associazione in Fondazione.
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LE VIDEOINTERVISTE NELLA NOTTE DELL'ISCRIZIONE – Flamini “Oggi Spoleto è più ricca”, Pacifici “Risultato storico”, Benedetti “Il merito è della città”, Sgarbi “Scelta formidabile”, Cintioli “Risorse per il sito”, Casali “Forza imprenditori spoletini”, Monini “Spoleto deve far vivere un sogno” – CLICCA QUI

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