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SPOLETO, DIRIGENTE COMUNALE SI DIMETTE DALL'INCARICO. MISTERO SULLE MOTIVAZIONI

Ha rassegnato le dimissioni ed è partito per una breve vacanza. E’ la decisione, clamorosa, presa nelle ultime ore dal dirigente ai servizi sociali, il dottor Paolo Risoldi, fortissimamente voluto dalla Giunta, lo scorso novembre, alla guida amministrativa del delicato assessorato che fa capo al vice sindaco Dante Andrea Rossi. Poco più di sei mesi, sufficienti però per Risoldi, che già lavorava nel settore quale funzionario, per rassegnare le proprie dimissioni con una lettera inviata al direttore generale Angelo Cerquiglini. E solo a lui. Comincia qui il ‘giallo’ visto che, pur essendo stato nominato dalla Giunta, quindi una nomina ‘politica’, Risoldi ha ritenuto di non informare della propria decisione nè l’assessore, nè il sindaco Benedetti. Ad informare questi ultimi è stato lo stesso d.g., l’unico destinatario di questa missiva (recapitata lunedì scorso) che rischia di creare più di un imbarazzo al vertice municipale. Impossibile avere conferme ufficiali. Staccato il telefonino del primo cittadino, idem quello del vice Rossi e del portavoce Libori. Risoldi, raggiunto telefonicamente da TO® non ha in alcun modo commentare la notizia. “Mi spiace, sto facendo una breve vacanza, grazie ma devo riattaccare”.

Le dimissioni, a quanto trapela, sarebbero irrevocabili. Nulla è dato sapere invece circa le motivazioni che hanno spinto Risoldi a lasciare l’incarico, anche se è certo che fra l’assessore e il dirigente, negli ultimi mesi, non splendesse proprio il sole. Sembra che l'ormai ex dirigente avesse chiesto strumenti e personale per guidare la macchina amministrativa che però non sarebbero arrivati.

La vicenda comunque sarà discussa domattina dalla Giunta che, stando così le cose, dovrebbe decidere circa la sostituzione di Risoldi (incarico a suo tempo ricoperto dalla dottoressa Nichinonni e, più tardi, dall’architetto Quondam). Troppo importante l'ufficio, sul quale di recente erano piovute critiche anche dal sindacato, sociale' per esser lasciato senza una guida.