Categorie: Istituzioni Spoleto

Spoleto, Comune pensa al bilancio e chiude rubinetti / Stop a quote associative per 13 associazioni

Jacopo Brugalossi

Poco meno di 492mila euro. A tanto ammonta la cifra che il Comune di Spoleto spende ogni anno per rinnovare l'”affiliazione” ad alcuni enti che operano sul territorio. Associazioni, fondazioni e consorzi, alle cui finalità l’amministrazione partecipa versando una relativa quota di adesione. Dai 180mila euro della Fondazione Festival dei Due Mondi ai simbolici 55 euro che prende l’A.I.M.I. (Associazione italiana massaggio infantile), sono ben 39 gli enti che beneficiano del sostegno dell'amministrazione.

Oltre i 10mila euro – Tra questi, detto della Fondazione Festival, il Comune spende più di 10mila euro per l’Associazione Rocca Albornoziana (10mila), la Fondazione Conservazione e Restauro del Libro (15mila), il Teatro Stabile dell’Umbria (44.861), il Teatro Lirico Sperimentale (53.215), la Comunità Montana (77.818), la Stella d’Italia (10mila), l’Associazione Spoleto Ricerca (28mila) e la Scuola di alta specializzazione centro studi conservazione del Centri Storici (15.494).

Tra mille e 10mila – Ci sono poi diverse associazioni che “pesano” sul bilancio comunale in misura minore, ma comunque rilevante, tra i mille e i 10mila euro ogni anno. Sono l’ANIT (Associazione nazionale per l’incremento turistico, 2.500 euro), l’Associazione Italia Longobardorum (8mila), la Fondazione Città Italia (3mila), l’ICSIM (6.200), il Museo regionale dell’Emigrazione (2mila), il Gal Sibillini (3mila), l’Anci Umbria (3674,71), l’A.I.C.R.E. (1.115,03), la Lega per le Autonomie Locali (2.437), l’Anci Nazionale (6.261,46), le Associazioni Nazionali Città del Pane (2mila), del Vino (2.814) e dell’Olio (2.065,83), Federutility (1.500) e la Fondazione Carlo Manuali (5mila).

Sotto i mille euro – Completano l’elenco gli enti a cui il Comune aderisce con meno di mille euro annui, tra cui figurano gli Amici delle Miniere (517 euro), gli Amici di Spoleto (516,46), il Cedrav (259), l’ISUC (260), l’Associazione Regionale Gusti dell’Umbria (500), l’Anusca (355), l’U.N.C.E.M. (154,98), l’Associazione Nazionale Città del Bio (300), INU (650), Felcos (400), Città per la Fraternità (750), il Gruppo Nazionale Nidi d’Infanzia (250) e il già citato “fanalino di coda” A.I.M.I., coi suoi 55 euro.

Gli enti “tagliati” – I dati sono stati pubblicati stamani sull’albo pretorio online del Comune, e sono frutto di un’attività di ricognizione che le varie direzioni hanno portato all’attenzione della giunta comunale, la quale, nella seduta del 17 aprile scorso, ha deciso di non rinnovare la partecipazione economica ad alcune associazioni depennandole dall’elenco, “in considerazione – si legge nella motivazione del provvedimento – delle difficoltà economiche dell’ente”. Rimangono quindi fuori dalla lista l’A.N.I.T., la Fondazione Città Italia, l’Associazione Nazionale Centri Storici Artistici, l’ICSIM, il Museo Regionale dell’Emigrazione, l’Associazione Gusti dell’Umbria, l’A.I.C.R.E, la Lega per le Autonomie Locali, l’UNCEM, Federutility e le Associazioni Nazionali Città del Bio, del Pane e del Vino.

Risparmio ridotto – Grazie a questa operazione il Comune risparmierà quest’anno circa 25mila euro. Non una cifra particolarmente consistente, specie se si tiene in considerazione il fatto che le quote associative più onerose sono state tutte riconfermate. La giunta ha comunque disposto un esame più approfondito sulla situazione dei vari enti, anche attraverso incontri diretti con i responsabili, “per procedere alla eventuale riduzione delle quote di partecipazione o alla disdetta delle stesse”.

Riproduzione riservata ©

(Modificato alle ore 15.02)