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Spoleto, chiude con un applaudito concerto il Workshop di Vocal Jazz di Michele Hendricks/Ft

(Carlo Vantaggioli)- Concluso con tanti applausi e con un premiato, il Workshop di Vocal Jazz promosso da LaMaMa SpoletOpen con docente la superlativa cantante statunitense, Michele Hendricks. Ieri il concerto-saggio finale che è stato presentato al pubblico, arrivato al Cantiere Oberdan per assistere ad una fantastica serata di musica, dalla docente e cantante, Daniela Panetta. ‘Gancio’ sul territorio per l’organizzazione, lo spoletino Paolo Gentili.

Undici gli allievi che hanno preso parte alla Master Class di canto jazz e che a vario titolo fanno già parte del mondo dello spettacolo o della musica in genere:
Giuseppe Delre (Puglia), Michela Germani Musco ( unica spoletina d’origine presente ndr.), Giulia Firpo (Piemonte), Sara Grassi (Lombardia), Giampaolo Chiarella (Puglia), Robin Grasso ( Campania e vincitore della scorsa edizione del Master ndr.), Olivia Volpi ( Lazio-Umbria), Simona Regina ( Lombardia), Angela Petruzzi ( Puglia), Maria Vittoria Cammarella ( Lombardia) e Francesca Iurlo ( Puglia).
Tra questi, i più attivi, al momento, nel mondo della musica jazz e soul sono Giuseppe Delre, che conta al suo attivo già alcuni album di notevole livello, recensiti positivamente dal mensile Musica Jazz e Michela Germani Musco, che dopo una notevole crescita come cantante sta per iniziare una carriera nel mondo della produzione musicale, con base a Parigi. In generale però il livello di preparazione e di competenza musicale di tutti gli altri è stato decisamente all’altezza.
Per la cronaca, in questa nuova edizione del Workshop è stata premiata come migliore allieva la milanese Sara Grassi, mentre alla conterranea Simona Regina è andata una menzione speciale come migliore “promessa” vocale nel corso dell’appuntamento spoletino.
Chi scrive invece ha avuto la possibilità di assistere all’intero Workshop come uditore-cronista, dopo aver chiesto all’organizzatrice Daniela Panetta, di poter partecipare al master, per comprendere meglio le dinamiche della voce e della composizione nel Jazz, avendo il piacere ed il privilegio di scriverne per i lettori di TO.
Vi tranquillizziamo però, perché all’uditore-cronista non è stato consegnato nessun premio, e così proseguiremo nel tempo ad occuparci di musica, teatro o di arte in genere, rimanendo cronisti di “campagna” e non certamente “militanti”.
E’ stato molto interessante invece capire dal vivo a che punto è lo studio della tecnica vocale nel mondo del Jazz unitamente alla capacità interpretativa e compositiva dei cantanti. Più volte nel corso degli incontri iniziati il 17 luglio scorso, abbiamo avuto modo di notare come molti dei partecipanti ormai si servano stabilmente dei loro smartphone o tablet, per comporre ed addirittura modificare gli arrangiamenti di alcuni pezzi specifici. Addio dunque alla carta da musica e alle matite. Fa un certo effetto assistere sul momento, alla creazione di alcuni arrangiamenti, anche su brani personali, da parte di bravissimi professionisti come Giuseppe Delre o di un lavoro di annotazione certosina su ogni misura del pezzo prescelto per il saggio, da parte di Giampaolo Chiarella, funambolico contrabassista e cantante amante del Jazz da tutta una vita, ma nella quotidianità di tutti i giorni imprenditore nel settore delle tecnologie. Chiarella, personaggio simpaticissimo, è stato anche l’animatore della classe del Workshop e la dannazione di Daniela Panetta, con le sue battute tutte rigorosamente in dialetto pugliese.
Di grande charme artistico e soprattutto una docente di esperienza siderale, Michele Hendricks, che si è trovata benissimo a Spoleto ed ha creato un collettivo umano ed artistico di grande spessore. Se ne è avuta prova durante il concerto finale con l’esecuzione di alcuni brani a “cappella” in cui il lavoro fatto sulle singole voci non può prescindere dall’insieme, per un risultato veramente corale. Mai fuori dalla righe, la Hendricks è stata una vera maestra di vita, spigando il canto sia attraverso la sua esperienza personale, sia con aneddoti ma soprattutto avendo per riferimento l’esperienza del canto scat proveniente dall’inesauribile bagaglio professionale del padre, Jon Hendricks, famoso leader del trio Hendricks, Lambert & Ross.
Nel caso della premiata del corso, Simona Grassi, si è avuta la netta percezione di quanto il lavoro di questa settimana di Workshop abbia influito sulla sicurezza vocale e sulla espressività della cantante, al punto da farle uscire una potenza di emissione della voce che i primi giorni era un pò nascosta tra le corde vocali.
In altri casi ancora invece, come ha sottolineato anche la coach Daniela Panetta, la Master Class di canto è servita a mettere in evidenza i problemi di intonazione di alcuni partecipanti che dovranno lavorare molto su questo aspetto prima di poter riprendere la via del perfezionamento.
Per tutti però un piacevole soggiorno a Spoleto, presso l’albergo ristorante Panciolle, e la promessa di ritornare appena possibile, magari per un concerto dal vivo, non si sa mai.
Molto soddisfatto della riuscita del Workshop anche Andrea Paciotto, leader carismatico de LaMaMa SpoletOpen, e padrone di casa al Cantiere Oberdan, tanto da augurarsi continui appuntamenti come questo che tengano in fermento la vita artistica di Spoleto, mantenendo vivi tutti gli spazi teatrali della città.
Una menzione speciale va anche ai musicisti professionisti che hanno seguito il corso: Renato Chicco al piano, Giuseppe Bassi al contrabbasso, Guido Di Leone alla chitarra e Giovanni Scasciamacchia alla batteria.
Al termine del concerto-saggio, attestati di benemerenza per tutti e scambio di regali tra docenti e allievi, come in un vero gruppo affiatato di amici.

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Foto: Carlo Vantaggioli-TO

(modificato h 20.50)