Aggiornamento del 4 dicembre 2020 – A distanza di un anno e mezzo dalla esecuzione della confisca di beni per un totale di circa 1 milione e 800 mila euro, effettuato dalla Guardia di Finanza di Perugia nei confronti del broker assicurativo, giunge la revoca del provvedimento. A comunicarlo è il legale del broker che conferma anche l’avvio della procedura per la restituzione di tutti i beni.
Di seguito la nota: “La previsione della difesa, fatta nell’immediatezza della emissione del provvedimento di confisca nel maggio del 2019, è stata soddisfatta. La Corte di Appello di Perugia ha infatti revocato integralmente i due provvedimenti impositivi della confisca di prevenzione, per un valore di circa 2 milioni di euro, che erano stati applicati a [omissis – rif. note a piè di pagina] ed alla moglie (beni immobili e mobili, quote societarie, saldi di conto corrente). La ristrettezza temporale delle attività finanziarie svolte nel periodo di interesse investigativo, e della cui legittimità si discuterà nella sede processuale – si consideri che ad oggi delle evocate oltre 4000 polizze fideiussorie emesse nessun beneficiario ha mai lamentato nulla e che a distanza di oltre 7 anni dai fatti il processo prenderà avvio nel marzo 2021 – ha consentito alla Corte di Appello di Perugia di escludere che [omissis – rif. note a piè di pagina] sia un soggetto socialmente e fiscalmente pericoloso in quanto, come espressamente riconosciuto, “non abitualmente dedito ad attività delittuose”, avendo anzi svolto “attività professionale non sospetta per un periodo significativamente esteso”.
Aggiornamento alle 14.30 (29 maggio 2019) – E’ un 46enne di Spoleto il broker assicurativo oggetto di un decreto di confisca di beni per un valore complessivo di 1,8 milioni di euro emesso dal Tribunale di Perugia su richiesta del procuratore capo spoletino Alessandro Cannevale. L’udienza si è tenuta nelle ultime settimane e ora lo spoletino – indagato a piede libero per vari reati dopo un’articolata indagine della Guardia di finanza – può presentare appello contro la confisca: in caso di conferma della misura di prevenzione da parte dei giudici essa diventerà esecutiva.
L’inchiesta, che vede il broker accusato di svariati reati (esercizio abusivo dell’attività finanziaria, reati societari, truffa, appropriazione indebita aggravata ed evasione fiscale), è partita circa 3 anni fa, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Finanza di Perugia, guidata dal tenente colonnello Sarri. Un’indagine che si è focalizzata nei primi momenti sulla presunta attività finanziaria effettuata dallo spoletino, che avrebbe emesso polizze fideiussorie pur non essendo abilitato a farlo. Ben 4mila quelle emesse, secondo quanto gli viene contestato. Accuse comunque tutte da dimostrare nelle fasi processuali.
Un anno e mezzo fa il 46enne era stato oggetto di un sequestro penale relativo a beni a Spoleto ed in Sardegna, per un valore di circa 700mila euro. Ma le indagini sono andate avanti, portando anche a verifiche fiscali, in collaborazione con lo Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) di Roma. Ne è emerso come l’uomo avrebbe avuto un patrimonio del tutto incoerente con i redditi dichiarati. Da qui la richiesta di applicazione della normativa antimafia e la confisca dei beni, che comprendono anche altri immobili in Puglia oltre a quelli già sequestrati, quote societarie, soldi e vetture.
Nel frattempo la Procura di Spoleto ha anche chiuso le indagini su di lui, con l’eventuale processo penale comunque che sarà parallelo alla confisca operata dalle fiamme gialle.
Articolo originale del 29 maggio 2019 – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia hanno eseguito un decreto di confisca, emesso dalla Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Perugia, su proposta della Procura della Repubblica di Spoleto, nei confronti di un noto broker assicurativo, ritenuto responsabile di abusivo esercizio dell’attività finanziaria, reati societari, truffa, appropriazione indebita aggravata, nonché evasione fiscale.
Il provvedimento riguarda una villetta in Sardegna, un immobile a Spoleto e 3 in provincia di Bari, oltre a quote societarie, disponibilità finanziarie e 3 veicoli, per un valore complessivo di circa 1,8 milioni di euro.
Si tratta dell’epilogo di oltre due anni di indagini svolte, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Spoleto, dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Perugia. In particolare, il soggetto monitorato sarebbe risultato a capo di un articolato gruppo di società che avrebbe rilasciato abusivamente, sull’intero territorio nazionale ed in assenza della necessaria iscrizione all’Albo speciale previsto dal Testo Unico Bancario, circa 4000 polizze fidejussorie a favore di privati ed enti pubblici, a garanzia di esposizioni debitorie per oltre 560 milioni di euro.
Le indagini finanziarie, estese sia alle società coinvolte che ai soggetti ad esse riconducibili, hanno inoltre permesso di ricostruire i flussi economici posti in essere per drenare i profitti illeciti che sarebbero stati così conseguiti dalle imprese e farli confluire nella piena disponibilità dell’indagato, ideatore e promotore del disegno criminale, il quale si sarebbe indebitamente appropriato, nel tempo, di quasi 2,2 milioni di euro, in parte transitati sui conti correnti personali e per la restante parte utilizzati per finanziare altre sue società, operanti nel settore dell’intrattenimento e dei pubblici spettacoli.
Con l’ausilio del Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma, le Fiamme Gialle perugine hanno poi operato un’accurata ricostruzione sia del profilo socio-criminale del broker, che della situazione economica, reddituale e patrimoniale del suo nucleo familiare, rilevando una sperequazione rispetto al valore del patrimonio nel tempo acquisito, ritenuto, pertanto, di ingiustificata provenienza.
L’attività svolta con il supporto specialistico del reparto capitolino ha consentito di classificare il broker come “soggetto fiscalmente pericoloso” e, quindi, destinatario delle misure di prevenzione patrimoniali previste dalla normativa antimafia.
I beni “congelati” sono stati affidati ad un amministratore giudiziario, che ne curerà la custodia e la gestione sino a quando il provvedimento di confisca non diverrà definitivo. Successivamente, gli stessi saranno assegnati all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, per il successivo riutilizzo attraverso l’assegnazione alle Forze dell’Ordine, ovvero a quei soggetti – associazioni, cooperative, Comuni, Province e Regioni – in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro.
L’operazione portata a termine dagli uomini della Guardia di Finanza di Perugia, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Spoleto, si inserisce nel più ampio quadro della costante e penetrante attività svolta sul territorio con lo scopo di tutelare l’economia legale, attraverso la prevenzione e la repressione dei reati economici e finanziari.
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