Jacopo Brugalossi
Il sindaco di Spoleto Daniele Benedetti rimane al suo posto, almeno per ora. E’ stata infatti respinta con 15 voti contrari e 14 favorevoli la mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dalla totalità dei consiglieri di opposizione. Determinante, al momento del voto, l’uscita dall’aula di Maurizio Hanke e Aliero Dominici, due che su quella mozione avevano messo la propria firma. Nessuna sorpresa però, perché già da una settimana la coppia, autrice di un'altra mozione che chiedeva il riconteggio del disavanzo di bilancio sulla scorta della lettera dell’ex dg Cerquiglini, aveva preannunciato il possibile cambio di ‘opinione’ in caso di approvazione del documento.
Proprio quello che è accaduto stasera. La mozione, modificata nella forma ma non nella sostanza da un emendamento presentato dal consigliere di maggioranza Paolo Piccioni, è stata infatti approvata con 17 voti favorevoli, 13 contrari e un astenuto. A questo punto il sindaco Benedetti, dimessosi ufficialmente il 14 ottobre, ha a disposizione una decina di giorni per redigere insieme ai suoi più stretti collaboratori un piano di rientro credibile e sottoporlo all’attenzione del consiglio comunale, di fronte al quale dovrà confermare o ritirare le proprie dimissioni.
Non è bastato dunque all’opposizione il voto favorevole del consigliere di maggioranza (ancora per poco?) Marco De Angelis, che nel suo intervento ha sottolineato quanto la “schizofrenica” (sic!) situazione dell’amministrazione spoletina, con Cerquiglini per anni nel doppio ruolo di direttore generale e dirigente finanziario, come dire controllante e controllato al tempo stesso, abbia contribuito ad accrescere il divario di vedute politiche tra lui e il primo cittadino.
Primo cittadino che, nonostante la colica renale che lo ha colpito ieri, ha presenziato fino alla fine ai lavori del consiglio, subendo gli attacchi di gran parte dei consiglieri di opposizione: da Cardarelli (che ne ha avute anche per Dominici ed Hanke, definiti 'barellieri') a Loretoni, da Profili a Grifoni, il quale ha ribadito l’assoluta necessità della venuta di un commissario prefettizio “per far conoscere la verità vera sui problemi del bilancio ai cittadini da persone neutrali, non dagli stessi che il buco lo hanno generato”.
Il sindaco però non molla. “C’è un disavanzo da ripianare, non un dissesto – ha detto nel suo intervento -. Possiamo farcela con un piano di rientro triennale, le cui linee guida sono già pronte”. Accanto a misure impopolari ma necessarie – tra cui l’aumento delle tariffe e delle aliquote fiscali sull’Imu (per la seconda casa), sulla tares e sulla tarsu (30%) – l’amministrazione si muoverà anche su altri fronti, come la lotta all’evasione fiscale e la predisposizione, con una rigorosa indagine di mercato, di un piano delle alienazioni che andrà a ripianare parte del disavanzo in conto capitale. Stando alle parole di Benedetti, inoltre, la giunta ha già approvato un provvedimento che ridurrà del 30% le indennità dei dirigenti.
Al primo cittadino è giunta la solidarietà del partito democratico e di quello socialista, che hanno parlato per bocca dei capigruppo Daniela Tosti ed Enzo Alleori. Più ‘travagliato’ l’intervento di Diego Catanossi il quale, nonostante il voto contrario alla sfiducia ha ammesso di condividere gran parte delle ragioni del suo collega ed amico Marco De Angelis. Furibondo anche se molto pacato nei toni, per un motivo che solo indirettamente ha a che fare col disavanzo, Leonardo Piselli, che ha accusato un giornale di essere andato “oltre il sacrosanto diritto-dovere di cronaca in questa vicenda del buco di bilancio, offendendo ripetutamente i consiglieri di maggioranza”.
Riproduzione riservata ©