Una ‘vertenza casa’ per ricordare a governo, regione e comune che se non si affronta in piena sinergia il problema degli sfratti per morosità nello spoletino si rischia di farlo deflagrare definitivamente. Questo il succo della conferenza stampa indetta oggi dal Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini Assegnatari) a cui, oltre al responsabile territoriale Ivan Berrettini, hanno partecipato anche il segretario regionale Cgil Mario Bravi e il referente Fillea Cristian Benedetti. A dir poco allarmanti i dati relativi al 2014 che sindacato ha ricevuto dal tribunale, che ha iscritto 368 sfratti per morosità con ordinanza di convalida per ben 320. Sono 35 invece quelli per fine locazione, 28 dei quali già accompagnati dall’ordinanza.
Inquilini spesso incolpevoli – Un dato che, però, comprende anche i territori del folignate e del tuderte, passati sotto la competenza del tribunale di Spoleto, e che quindi non può essere messo a paragone con i 118 sfratti notificati solo nella città dei 2 Mondi nel 2011. “Ma che le richieste di aiuto siano in continuo aumento è un dato oggettivo – ha affermato Berrettini – e non vengono solo da chi rischia di non avere più un tetto sopra la testa, da un po’ di tempo a questa parte vengono anche i proprietari ad informarsi su come e quanto abbassare l’affitto per gli inquilini in arretrato”. Che, per buona percentuale, sono lavoratori impiegati nell’edilizia e nell’agricoltura, migranti e italiani, i quali spesso non percepiscono lo stipendio per mesi e non sono nella condizione di pagare l’affitto.
I ‘ritardi’ della regione – “A questo – ha sottolineato Berrettini – si aggiungono i ritardi nella pubblicazione delle graduatorie dei bandi regionali”. Dei cinque conclusi nel 2014 per il sostegno alla locazione tre sono ancora senza una graduatoria provvisoria, mentre negli altri due, quelli destinati a nuclei familiari numerosi e a persone separate, sono state accolte rispettivamente 29 e 3 domande su oltre 100 presentate. “La regione dovrebbe essere vicina ai bisogni dei cittadini ora più che mai, è invece i ritardi si accumulano”, ha aggiunto il responsabile SUNIA.
Edilizia pubblica e popolare – E la situazione non appare migliore nell’edilizia residenziale pubblica. “Ci sono una decina di appartamenti a Spoleto che necessitano di qualche lavoro di ristrutturazione, cinque peraltro già assegnati. Perché non si da a queste famiglie la possibilità di andarci a vivere completando a proprie spese i lavori per poi scontarli sull’affitto? – si chiede il SUNIA – è assurdo tenerli fermi quanto basterebbe davvero poco per renderli abitabili”. Qualche ‘schiarita’ si registra invece sul fronte case popolari (circa 380 le famiglie che vi abitano a Spoleto), dove da quest’anno è possibile chiedere importanti detrazioni fiscali in base al reddito: 900 euro per ‘imponibili’ fino a 15.491 euro e 450 dai 15.500 ai 31mila euro. Per farlo basta recarsi al CAF e compilare un modulo 730.
Pronti per la vertenza – “Il sindacato – ha dichiarato il segretario Bravi – intende difendere il lavoratore o il pensionato non solo sul posto di lavoro ma anche sulla casa, una questione che non dovrebbe acuire le differenze sociali di un territorio ma livellarle. Quello che sta accadendo a Spoleto ci da gli elementi per proporre una ‘vertenza casa’ presso tutte le istituzioni preposte, fermo restando che andremo a parlare direttamente con l’amministrazione comunale per intavolare una ‘contrattazione sociale’ e difendere il diritto alla casa”.
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