Rose bianche in boccio, cinquanta, che spuntano, quasi fossero spinte a cercare la luce, dall’interno di un pozzo posto avanti ad un’altare. Sopra quella piccola pietra, 12 cubi bianchi – tanti quanti i mesi dell’anno – recanti il monogramma PGR, Per Grazia Ricevuta, e sormontati da un anello a stringere una pergamena con sopra scritte parole. Quindi, un altro contenitore, esterno, con una fessura dalla quale inserire altre pergamene, anch’esse non mute. La differenza, che le une sono state esaudite, le altre potrebbero esserlo … Madonna piacendo.
Questi gli elementi di ‘Miracolati dalla rogna’, l’installazione ideata e realizzata da Carlo Carnevali, artista a tutto tondo, che spazia dalla pittura ad una dimensione tridimensionale, per la Chiesina di Santa Maria del Pozzo o dei Miracoli, a Spoleto. Resterà visibile per l’intero mese di maggio, continuativamente, di giorno e di notte, ad amplificare il senso di un luogo che da 18 anni, grazie ad un progetto seguito dallo Studio A’87 in sinergia con Palazzo Collicola Arti Visive ed il patrocinio del Comune, vede ruotare ogni mese un artista diverso. ‘Miracolati dalla rogna’ è stata inaugurata il 2 maggio scorso, sul far della sera, alla presenza dell’autore, degli ideatori del progetto e di un pubblico scelto, che ha apprezzato l’attrice Emanuela Faraglia leggere brani sui miracoli estrapolati da antichi documenti. “Più che una chiesetta è un’edicola – sottolinea Carnevali – con affreschi risalenti alla metà del ‘400 sulla parete di fondo ed altri del ‘500 su quelle laterali. A fare da corona alla Madonna con il Bambino benedicente, San Giovanni, San Pietro martire, San Francesco, Sant’Antonio, San Pietro e Paolo; tutti davanti a quel pozzo, ora chiuso, nel quale la presenza di acqua solforosa si dice guarisse i malati di rogna o scabbia. Da lì sono partito – spiega – ed essendo maggio, il mese che la tradizione cristiana consacra a Maria, ho voluto omaggiare la dispensatrice di quelle grazie”. E’ un percorso concentrato in uno spazio piccolo, ma non per questo scarsamente articolato, che sta raccogliendo l’interesse del pubblico e non sono pochi coloro che, incuriositi dal protrarsi della mostra in notturna, si soffermano davanti alla chiesetta.
“Un tempo qui si veniva a pregare e ringraziare – evidenzia ancora l’artista – ed ho voluto simboleggiarlo così, con i fiori ed i miei moderni ‘ex voto’, nella forma cubica che mi contraddistingue e nella quale vedo anche un felice mix di tradizioni e spiritualità differenti. Però le richieste sono a-temporali e per questo, anche oggi, nell’ultimo contenitore, terzo momento dell’installazione, si può decidere di inserire i propri messaggi. Di aiuto, di speranza, di protesta. Poco importa, visto che a nessun uomo sarà dato leggerli ma soltanto a Lei alla quale sono indirizzati”.