SPOLETO AL VELENO. FRA DENUNCE E TENSIONI ECCO IL CLIMA IN PD, PDL E SINISTRA. LA PAURA DEL VOTO DISGIUNTO. SCANDALO IN ARRIVO: IN MALATTIA... A FAR CAMPAGNA ELETTORALE? - Tuttoggi.info

SPOLETO AL VELENO. FRA DENUNCE E TENSIONI ECCO IL CLIMA IN PD, PDL E SINISTRA. LA PAURA DEL VOTO DISGIUNTO. SCANDALO IN ARRIVO: IN MALATTIA… A FAR CAMPAGNA ELETTORALE?

Redazione

SPOLETO AL VELENO. FRA DENUNCE E TENSIONI ECCO IL CLIMA IN PD, PDL E SINISTRA. LA PAURA DEL VOTO DISGIUNTO. SCANDALO IN ARRIVO: IN MALATTIA… A FAR CAMPAGNA ELETTORALE?

Gio, 28/05/2009 - 22:00

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di Carlo Ceraso

Ancora 168 ore. Manca tanto infatti al silenzio che, fra poco più di sette giorni, calerà sulla campagna elettorale. Una settimana durante la quale i vari schieramenti daranno fondo a tutte le energie. Anche se bisognerà attendere solo la notte del prossimo 8 giugno per capire se ci sarà o meno il ballottaggio. Intanto però sono i veleni e le tensioni a tener banco all’interno di partiti, movimenti e coalizioni. Alcune delle quali sfociate in denunce ed esposti. Situazioni che, inevitabilmente, sono destinate in qualche modo a ripercuotersi anche nel segreto dell’urna. Ma andiamo con ordine.

PD – non tutto fila liscio come l’olio in casa del candidato Daniele Benedetti e del segretario Dante Andrea Rossi che, ai problemi della campagna elettorale, devono aggiungere qualche preoccupazione che arriva dagli uomini più vicini alla Lorenzetti. Non tutti hanno infatti visto di buon occhio l’arrivo a Spoleto del senatore Mauro Agostini, non sempre in linea con gli indirizzi della governatrice. Qualcuno avrebbe preferito che non fosse invitato ed ha mandato un chiaro segnale disertando l’appuntamento. Se la presenza di Brunini al tavolo con Agostini spazza via le illazioni di una frattura fra lo stesso Brunini e Benedetti, l’assenza di Giancarlo Cintioli si è fatta sentire tutta. Così come oggi pomeriggio, quando a Spoleto è arrivata la governatrice, si è notata l'assenza di Brunini. Una frattura, quella fra Brunini e Cintioli, ormai insanabile. Poi c’è la questione ‘rosa’, ovvero le schermaglie fra alcune candidate che mal sopportano la ‘concorrenza’… in casa propria. Un po’ in affanno lo stesso segretario che, non bastassero i problemi del partito, deve pensare anche alla propria campagna elettorale visto che, proprio per assecondare i vertici regionali e cercare una intesa, si è ‘sacrificato’ quale capolista. Infine una campagna di comunicazione che lascia a desiderare se si considera che solo questa mattina alcune redazioni, e neanche tutte, sono state informate dell'arrivo della Lorenzetti.

PDL – non è un clima diverso quello che vive al proprio interno il Pdl, con Angelo Loretoni ormai investito ufficialmente della carica di ‘mediatore’ delle varie anime. Se la lista civica (Rinnovamento con Loretoni) naviga senza problemi, il Pdl mostra qualche crepa. Specie nei rapporti fra ex azzurri ed ex anneisti. Con i primi che non hanno ancora digerito alcuni “colpi bassi”, come il nominativo modificato all’ultimo istante per il delegato di lista o l’aver tolto dal ruolo di capolista il consigliere uscente Maurizio Hanke. L’intervento dell’onorevole Rossi è riuscito, ma solo momentaneamente, ad abbassare la temperatura anche se, l’annunciato incarico di nominare Hanke coordinatore comunale del Pdl, non è ancora arrivato. Ma a tener banco è la notizia di un esposto presentato proprio da un rappresentante della ormai ex F.I. nei confronti di una decina di autorevoli esponenti del Pdl spoletino, fra cui un parlamentare e almeno un paio di imprenditori. Una vicenda dai contorni ancora poco chiari ma che è finita sul tavolo di un procuratore della repubblica del Nord Italia. Una vicenda tutta interna al Partito del Premier che si va così ad aggiungere alla querela che nei giorni scorsi Angelo Mariani, consigliere Vus in quota al Pd, ha annunciato nei confronti del candidato Loretoni.

PRC – se Sparta piange, Atene non ride di certo e così le acque restano agitate anche a sinistra. Stefano Vinti, infatti, segretario regionale di Rifondazione Comunista, dal quotidiano on line vicino al proprio Partito (Umbrialeft) si dice pronto a querelare chi nei giorni scorsi ha pubblicamente messo in dubbio che il suo Partito aveva utilizzato impropriamente simboli di altri Partiti (quello del Pdci, in particolare). “Ora sì che partono le denunce verso chi ha detto menzogne. Rifondazione ha spaccato il partito per difendere il proprio simbolo, figuriamoci se lo andiamo a cambiare”, dichiara Vinti che affida dunque alla magistratura il compito di accertare anche le responsabilità di un paio di giornalisti che avevano cavalcato la ‘bufala’.

IdV – l’hanno sfangata per un pelo quelli dell’IdV ai quali Carlo Calandri aveva intimato di sgombrare l’ufficio delle loro cose. Fatto sta che, a quanto trapela, nel veloce trasloco, gli uomini di Tomassoni si son portati via anche le sedie che appartenevano però all’ormai ex dipietrista Calandri. E’ bastata una telefonata di penna bianca che, in men che non si dica, le sedie son tornate al loro posto con tante scuse per il disguido. Singolare invece l’iniziativa del presidente Nando Pietro Tomassoni che, candidato alle provinciali, è andato fino in Alta Marroggia a chieder la potente intermediazione di Settimio Leoni al fine di racimolare un po’ di voti in casa piddì. Magari anche con l’aiuto di Brunini e Cintioli, che di Leoni sono buoni amici. Insomma, una vera e propria arte figurativo creativa, visto che il Pd schiera su Spoleto2 Massimiliano Capitani. Per convincere Leoni, Tomassoni avrebbe argomentato che, con un buon risultato elettorale, non solo sarebbe destinato a fare l’assessore al bilancio, ma che sarebbe disposto a lasciare tale incarico “a Brunini o Cintioli se a giugno prossimo non dovessero andar loro bene le elezioni regionali”. L’interlocutore, dicono i bene informati, è rimasto di stucco liquidando la vicenda in quattro e quattr’otto. Insomma, non c‘è trippa per gatti.

Malato, fa campagna elettorale? – intanto uno scandalo potrebbe avere indirettamente forti ripercussioni per il centro destra. Nel mirino di una inchiesta giornalistica che starebbe conducendo anche un quotidiano nazionale, ci sarebbe un noto esponente politico spoletino che, pur risultando ufficialmente in malattia dal proprio posto di lavoro pubblico (sito in altra città), avrebbe partecipato attivamente all’avvio della campagna elettorale. Insomma, uno di quei casi dove il terribile ministro Brunetta avrebbe da dire (e fare) più di qualcosa. Il presunto malato immaginario, vale precisarlo, non è candidato ad alcuna delle prossime competizioni elettorali (sindacatura, consiglio comunale, provinciale ed europee) e non ricopre incarichi politici in alcun Partito. La notizia attende ancora di esser verificata in tutti i suoi aspetti, anche se il materiale e le testimonianze fin qui acquisite sembrano confermare la notizia. Anzi, ironia della sorte, a svelare l'inganno sarebbe stato (involontariamente) proprio il datore di lavoro dello spoletino. Impossibile sapere se sono stati finora presi provvedimenti disciplinari. Una vicenda destinata, ove confermata, a diventare un vero e proprio caso nazionale. Specie dopo che lo stesso titolare della Funzione Pubblica ha proposto, appeno lo scorso 20 giugno, fino a 5 anni di carcere per i medici che fanno false attestazioni di malattia e per i dipendenti che ne beneficiano.

La grande paura – resta per tutti gli schieramenti, a cominciare dal Pd e Pdl, la paura del voto disgiunto. Una paura più che concreta. Ma solo dopo l'8 giugno si comprenderà meglio se qualcuno ha “tradito”. E' già successo nel 2004 ed è forte il timore che succeda di nuovo fra pochi giorni.


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