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SPOLETO 54, PRESENTATA OGGI LA IV^ EDIZIONE DEL FESTIVAL CINEMATOGRAFICO “SENZA FRONTIERE-WITHOUT BORDERS” (fotoTO®)

Dopo tre anni alla Casa del Cinema di Roma, la 4a edizione del film festival Senza Frontiere/Without Borders sarà alla Sala Frau di Spoleto dall’1 al 3 luglio, ospite del Festival dei Due Mondi. Questa mattina la presentazione ufficiale alla stampa presente Fiamma Arditi, ideatrice e direttore artistico del festival, ed il M° Giorgio Ferrara.

Di grande spessore tutto il programma scelto che, dopo una breve introduzione di Ferrara che non manca di sottolineare l'orgoglio per avere potuto portare a Spoleto una rassegna così importante, viene illustrato dalla Arditi.

Tra i registi attesi oltre all’iraniana Shirin Neshat, madrina del festival, ci saranno Margarethe von Trotta con il film “Vision”, dedicato alla figura di Hildegard von Bingen; Jerry Levitan e Terry Tomkins con “My Hometown”, con la voce di Yoko Ono, che è anche autrice del testo; Julia Bacha con “Budrus”, girato tra gli abitanti dell’omonimo villaggio nei territori palestinesi; Jerry Rothwel con “Donor Unknown”, presentato all’ultimo Tribeca Film Festival.

Verrà inoltre presentato “Wasteland”, candidato all’oscar nel 2011 come miglior documentario, con l'artista brasiliano Vik Muniz, che ha lavorato con i ragazzi delle favelas di Rio de Janeiro per trasformare il lavoro dello smistamento della spazzatura in un progetto d’arte. “Abbiamo scelto questo lungometraggio”, spiega Fiamma Arditi, “perché esprime e sintetizza lo spirito del nostro festival. Mostra come ognuno di noi abbia la capacità di operare un cambiamento nella nostra vita di tutti i giorni e trasformare il dolore in strumento per andare avanti in maniera creativa”.

“Per ogni edizione scegliamo un tema differente”, aggiunge Arditi. “Nel 2008 era il rapporto Israele-Palestina, nel 2009 l’Iran, nel 2010 la privatizzazione dell’acqua. Il tema scelto per questa quarta edizione è il concetto di casa, ‘Home’, che va dai rifugiati ai senza fissa dimora, ma comprende anche chiunque sia alla ricerca di stare bene con se stesso”.

Il festival è infatti dedicato a film che mostrano quanto abbiamo in comune noi esseri umani. “Siamo tutti intrappolati in strutture politiche, economiche, religiose che ci dividono e ci fanno soffrire”, aggiunge Arditi, “ma i registi col cinema hanno la possibilità di raccontare storie di esseri umani che riescono a superare le barriere fisiche e mentali per creare un ponte tra realtà apparentemente inconciliabili”.

La rassegna, che si svolge alla Sala Frau (vicolo San Filippo 16) dall’1 al 3 luglio dalle ore 16 alle 23 circa, prosegue poi con:
“Kawasaki’s Rose”, del regista cecoslovacco Jan Hrejk, che entra con lucidità nelle pieghe dei rapporti familiari di un professore di psichiatria.
“Kamome Diner” di Naoko Ogigami, un omaggio al Giappone travolto dalle forze della natura e dal rischio nucleare.
“White Material”, della regista francese Claire Denis, con Isabelle Huppert, racconta gli ultimi sprazzi tragici del colonialismo in Cameroon ed evidenzia quanto possa essere distruttivo l’atttaccamento a una casa-simbolo di potere.
Il corto di animazione “Poeticide”, del giovane regista iraniano Payam Mofidi, è una metafora del nostro viaggio alla ricerca dell’identità e della casa quando tutte le certezze crollano intorno a noi…

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