Che la città del Festival riservi sempre delle sorprese in tutti i campi del vivere sociale, è ormai un fatto noto. Ma che sia anche detentrice, a quanto è dato sapere, del primo caso di scisma formale in Umbria del terzo millennio nella Chiesa Cattolica che si riconosce nel primato della sua guida, Papa Francesco, questo è davvero un fatto clamoroso.
L’Umbria e Spoleto nel dettaglio, almeno nel millennio precedente all’attuale, si era già distinta per una vivace vita eretica, soprattutto nel periodo in cui la Chiesa romana post-Concilio di Nicea (325 a.C.) aveva consolidato le sue basi teologiche-dogmatiche e di infallibilità del suo vertice riconosciuto, il Papa.
Più o meno intorno al 1320, appunto mille anni dopo Nicea, in un periodo focoso, l’Umbria intera fu interessata per un decennio da una serie di movimenti e scontri sempre al limite tra eresia, scisma e ribellioni che misero a ferro e fuoco (tortura inquisitoria e rogo, ovviamente) ogni angolo del territorio del tempo. A proposito di questo, sembra sempre meno una fantasia la storia di un rogo di Patarini a Piazza del Mercato. Per chi fosse curioso, suggeriamo la lettura illuminante di un testo del 1897 scritto da Luigi Fumi e rieditato da poco dal Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto – Eretici e ribelli nell’Umbria dal 1320 al 1330. Una nostra preziosa unicità (e non eccellenza!)
Atteso che oggi un rogo in pubblica piazza, materialmente inteso, non è più pensabile (e men che meno una inquisizione tipo ordalia del fuoco o dell’acqua), non rimane che produrre atti formali di allontanamento dalla cosiddetta Chiesa ufficiale riconosciuta: quella di Santa Romana Chiesa insomma, a cui ci legano formalmente i Patti Lateranensi.
E’ così che Roma, ed il suo Vicario in terra spoletina, Mons. Renato Boccardo, Arcivescovo della Diocesi di Spoleto – Norcia ha dovuto promulgare una scomunica formale latæ sententiæ nei confronti di F.C., spoletino Doc., personaggio noto anche per una sua trascorsa frequentazione con la politica locale, che nel 2023 mette in atto “la celebrazione di una “Prima Santa Messa” a Spoleto domenica 15 ottobre 2023 alle ore 18 in piazza Achille Sansi”. Tanto recita una comunicazione formale rintracciabile sul sito ufficiale dell’Archidiocesi che spiega l’accaduto ed i provvedimenti presi.
Ovviamente nella comunicazione diocesana si parla chiaramente di “delitto di scisma”, uno dei fatti più gravi e dolorosi in una comunità di natura religiosa. Non è un mistero che, per la Chiesa ufficiale, nello scisma si nasconde quasi sempre la coda del demonio.
In buona sostanza, F.C. ha indossato la tonaca in nome e per conto della cosiddetta Chiesa Cattolica Romana Antica, che lo ha benedetto come proprio Parroco a Spoleto, e si è messo a dire Messa, confessare, evangelizzare e forse anche a somministrare (ma siamo nel campo della leggenda metropolitana) la comunione. Il gesto “ribelle” accade peraltro dopo una lunga serie di incontri tra lo pseudo-parroco scismatico e l’Arcivescovo, che le ha tentate tutte per capire e consigliare lo stesso per il meglio. Ma, alla fine, prendendo atto della controversa decisione di F.C. e comportandosi di conseguenza.
La Diocesi spoletina, sempre nel comunicato sopra detto, ammonisce formalmente anche i cattolici che la partecipazione ad una delle celebrazioni scismatiche di F.C. comporta nel caso il delitto di scisma anche per gli stessi fedeli e l’allontanamento dai sacramenti di Santa Romana Chiesa. Senza sconti o tentennamenti, o fuori o dentro!
Solo a leggere la titolazione della Comunione ribelle, viene in mente una cosa odorosa di legni bruno noce, candelabri pomposi e incenso. Forse anche un po di zolfo. Il che non è un giudizio ma anche un dato di fatto relativamente a chi ha fondato e propugna il credo scismatico, una vecchia conoscenza del Vaticano: il proclamato arcivescovo Roberto A. Coppola, metropolita del culto “Antico”.
Per chi abbia voglia di approfondire, basta leggere tutto nel fornito sito della CCRA, dove viene ricordato che Coppola viene sacramentato sacerdote nel 2008 nello Stato della Virginia, Stati Uniti. Dio benedica gli americani insomma! Verremo scomunicati sicuramente da Coppola, ma a noi viene subito in mente la coppia di telepredicatori di Snack e Gnola, al secolo Corrado Guzzanti e Marina Massironi.
Poi il sacerdote rientra in Italia e inizia un percorso di una ventina di anni in cui i distinguo teologici e sacramentali con il Vaticano passano anche in qualche racconto della stampa. Alla base del tutto, ovviamente, la discussione sull’obbligo di sottomissione al Papa come guida assoluta della Chiesa Cattolica. All’orizzonte della faccenda c’è traccia della lunga coda del più famoso scisma del 20mo Secolo, quello di Marcel François Lefebvre, il vescovo tradizionalista francese morto nel 1991.
Riconosciamo che per i più l’argomento potrebbe non essere interessante, e vogliamo anche precisare che a questa testata non interessa proprio il “chi” è scismatico a Spoleto, quanto invece il “perché”. Lo diciamo in nome della consapevolezza della dilagante ignoranza (nel senso di ignorare) su materie complesse come la pratica religiosa o le più profonde questioni riconducibili ai fondamenti teologici. Molto più spesso di quanto si possa credere, si confonde l’andare a Messa come pratica fondante la religiosità dell’individuo che, solo grazie ad una partecipazione costante al rito, diventerebbe magari, un bravo cattolico.
A noi, invece, il caso spoletino mostra una stucchevole vischiosità della materia, sia essa scismatica o no, in cui si agitano con lentezza esasperante personaggi in cerca di una qualsiasi consistenza materiale e pubblica (i 15 minuti di celebrità di Andy Warhol). E’ proprio per questo che l’argomento attrae la nostra attenzione di osservatori, perchè è necessario capire se ci sia discernimento e buona fede nella scelta di una pratica religiosa o se ci si butti nell’agone delle anime sante solo per avere un ruolo. E peggio che mai, se qualcuno ne fa pratica per vantaggi personali, come potrebbe essere chi dovesse nominare parroci senza una dovuta ricerca sulle motivazioni, non solo di Fede. A tal fine ricordiamo il lungo percorso del probandato, come quello Francescano, che Spoleto conosce bene e che è riscontrabile nel Convento dell’Ordine a Monteluco. Una via difficile, a tratti dolorosa, e piena di rinunce, ostacoli materiali e spirituali.
Anche in questo caso, per mantenere la nostra vocazione di informatori, consigliamo ai lettori di approfondire ulteriormente la materia delle religioni o dei movimenti pseudo-tali (il caso delle Chiese Vetero-Cattoliche), leggendo o ricercando le notizie fornite dal CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), fondato in Italia nel 1988 da un gruppo di accademici e studiosi di scienze religiose europei e americani interessati allo studio delle minoranze religiose e spirituali di qualunque genere e tipo e alla costruzione di “mappe” delle appartenenze religiose in tutti i paesi del mondo, inclusa l’Italia ovviamente. Il più famoso studioso del Cesnur, volto noto anche televisivamente parlando, è stato il Prof. Massimo Introvigne, autore di ben 60 pubblicazioni su vari argomenti. Il Cesnur fa della laicità della ricerca (intesa come metodo, e da non confondere quindi con il laicismo) la propria bandiera, esattamente come abbiamo tentato immodestamente di fare anche noi di Tuttoggi.info nel caso del sacerdozio scismatico di F.C.
Certo che dopo la lunga discussione (ancora in corso) sulla riforma della Diocesi in Pievanie, ci mancava solo uno scisma. E’ da tempo che lo diciamo che a Spoleto ci occorre – mantinente direbbe il Sor Clemente – un valido esorcista.