Anno nuovo, vita nuova, per lo storico pastificio Spigadoro: dopo la chiusura, il periodo nero dei licenziamenti ed il blocco dell’attività, lo stabilimento come un’araba fenice è rinato dalle proprie ceneri più efficiente che mai, pronto a riconquistare il suo ruolo internazionale ed a portare la pasta made in Foligno negli scaffali di mezzo mondo.
Una bella notizia che, nel contesto di crisi industriale ed occupazionale italiana e comprensoriale, diventa a dir poco bellissima, anzi eccezionale.
A riaccendere le luci sulla questione, un servizio de La Gazzetta di Foligno.
E l’export manager Pietro Ercolani conferma il piccolo grande miracolo imprenditoriale, che ha portato persino al riassorbimento della gran parte dei lavoratori.
“Nel 2014 Giuseppe Podella proprietario di un mulino a Santa Maria Nuova di Jesi – fa sapere – aveva rilevato il marchio e lo stabilimento ed attualmente ne è l’unico proprietario”.
Ed è stato lo stesso Podella ha richiamare in ditta Ercolani, che nell’azienda di Sant’Eraclio aveva lavorato dal 1990 sino al 2005. Il rientro, nel settembre del 2014 e la ripartenza con pochissime persone che però – viene sottolineato – credevano ancora fortemente nel potenziale della Spigadoro.
Il primo anno la produzione era esterna, seppure con farina fornita dalla ditta, ma nel dicembre del 2015 è stato riacquisito lo stabilimento. Il riavvio vero e proprio è datato a gennaio di quest’anno. L’altro successo è sul piano occupazionale, per l’appunto, con il riassorbimento di alcune maestranze e l’assunzione di nuove sino a quaranta unità.
La Spigadoro di Foligno torna a testa alta nel mercato globale: la pasta folignate viene venduta in ben cinquanta paesi e cinque continenti con un recupero dell’’80% dei clienti e l’acquisizione di nuovi. Viene esportata dal Messico agli Stati Uniti, dall’Asia al Giappone dalla Libia al Venezuela. Un’operazione non facile, ma supportata dal fatto che il marchio viene apprezzato sin dal 1822 ed è altamente riconosciuto nei mercati esteri.
E le buone notizie non finiscono qui: aumentando le lavorazioni infatti, potrebbe esserci bisogno di nuove figure legate alla vendita del prodotto.
Peccato invece che – a quanto dichiarato da Ercolani – proprio il mercato italiano sia stato principale motivo di crisi mentre fuori dai confini nazionali, la Spigadoro risulta prestigiosa e particolarmente apprezzata.
Un fiore all’occhiello anche la partecipazione a fiere alimentari internazionali, da sottolineare ad esempio il grande successo da poco riscontrato a quella di Seul Food 2016.