Immaginare il Trasimeno del 2050, quello dei “nostri nipoti” e immaginarlo come un territorio vivo, produttivo, attrattivo e ambientalmente sostenibile. È la sfida che lo Spi Cgil del Trasimeno ha voluto lanciare da Magione, nel corso dell’iniziativa pubblica “Il Trasimeno che vogliamo per i nostri nipoti”, organizzata insieme alla Camera del Lavoro di Perugia.
Il dibattito, coordinato dalla giornalista Sara Minciaroni, ha visto confrontarsi il segretario della Lega Spi del Trasimeno, Ilario Del Buono, Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia, Rita Paggio, segretaria generale dello Spi Cgil dell’Umbria, e Raffaele Atti, segretario dello Spi Cgil nazionale.
“Lo Spi Cgil ha da sempre l’ambizione di rappresentare le persone anziane, ma guardando al futuro, dei nostri figli e nipoti – ha spiegato Rita Paggio, segretaria generale dello Spi Cgil regionale – E il Trasimeno è un territorio che per le sue grandi potenzialità, può avere un futuro sicuramente di crescita e benessere, ma perché questo accada c’è bisogno di un progetto, di investimenti e di remare tutti dalla stessa parte. D’altronde – ha aggiunto Paggio – sono proprio i giovani scesi in piazza in questi mesi sulla scia di Greta Thunberg a indicarci la necessità di un cambiamento radicale e noi pensionate e pensionati dello Spi Cgil quel messaggio vogliamo raccoglierlo e farlo nostro”.
Per lo Spi Cgil, il Trasimeno, secondo territorio umbro per presenze turistiche, deve puntare naturalmente sulle sue potenzialità ambientali (stop al consumo di territorio e recupero dei centri storici) ed enogastronomiche (quindi lotta alle sofisticazioni e alle frodi alimentari), ma non dimenticando gli insediamenti produttivi presenti, che vanno “preservati e potenziati”. Infrastrutture e welfare (“serve una risposta immediata sull’assistenza per i malati di Alzheimer”) sono gli altri due elementi chiave per far sì che un territorio sia competitivo e attrattivo. Ne consegue – come ha sottolineato Ilario Del Buono – che anche da un punto di vista amministrativo è necessario fare “massa critica” e per lo Spi Cgil parlare in quest’ottica di “Città del Trasimeno”, immaginando un percorso avanzato di unione tra i Comuni, non è certo un tabù. “I campanili – ha osservato Del Buono – servono a reggere le campane, non a dividere le comunità”.
“Immaginare il futuro di un territorio importante come è quello del Trasimeno, avanzando proposte e confrontandosi con le istituzioni locali è il compito del sindacato confederale ed è la scelta che la nostra organizzazione ha fatto lanciando la campagna ‘Il lavoro si fa strada’ – ha detto Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia – È per questo che come Cgil intendiamo rilanciare l’azione sul territorio, anche con la contrattazione sociale con i Comuni dell’area, sempre più in un’ottica unitaria di ‘Città del Trasimeno’ appunto. Con l’obiettivo di ottenere migliori condizioni per le persone che rappresentiamo oggi e costruire così un futuro migliore anche per le future generazioni”.