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Spese al bar degli ex consiglieri socialisti, la Procura va in Cassazione

Spese al bar dei due ex consiglieri regionali socialisti, la Procura va in Cassazione. La Procura Generale di Perugia comunica di aver proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza del 22 febbraio scorso, depositata il 10 maggio, la Corte d’Appello di Perugia ha assolto, riformando la precedente condanna del GUP del Tribunale di Perugia, un consigliere regionale umbro, all’epoca presidente del Gruppo consiliare “Socialisti e riformisti per l’’Umbria”, dall’accusa di peculato relativamente a fondi erogati per il funzionamento dei gruppi consiliari nel biennio 2011-2012. Die due ex consiglieri regionali, uno aveva patteggiato ed uno aveva appunto fatto ricorso in appello, con esito per lui favorevole.

Ma ad avviso della Procura Generale di Perugia la Corte d’appello ha erroneamente valorizzato le dichiarazioni autoassolutorie dell’imputato, mentre invece dalle dichiarazioni testimoniali e dal carattere periodico del pagamento delle prestazioni emerge come le spese sostenute, e poi rimborsate con fondi pubblici, non fossero finalizzate ad attività istituzionali, ma venissero destinate a fini politici e personali da parte dei due soli consiglieri, unici componenti di quel gruppo consiliare.

Si tratta di spese rappresentate da pasti consumati presso il bar dell’assemblea regionale ovvero presso altri ristoranti e da spese congressuali sostenute da militanti in occasione del congresso del partito.

In definitiva, sempre ad avviso della Procura generale perugina, le spese sostenute e poi rimborsate non venivano utilizzate, così come imposto dalla normativa di riferimento, per accrescere il prestigio dell’ente regionale verso la collettività o ad informare la collettività dell’attività dell’ente stesso. Inoltre gli impegni di spesa non recavano alcuna indicazione causale quanto all’occasione giustificativa, senza neanche una minima allegazione idonea a fornire un principio di riscontro.