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Spending review, mobilitazione Cgil e Cisl davanti alla Corte d'Appello di Perugia – FOTO

Alessia Chiriatti

I lavoratori della giustizia si sono dati appuntamento questa mattina, alle 12, davanti alla Corte d'Appello di Perugia per dire “no a riforme che danneggiano lavoratori e cittadini”. La protesta si lega al decreto legislativo di revisione della geografia giudiziaria, che, per l'Umbria, prevede la chiusura del Tribunale di Orvieto e di alcune sedi periferiche del Tribunale di Perugia. I rappresentanti di Cgil e Cisl si dicono preoccupati “sulla tenuta del sistema giustizia in Umbria, da tempo fortemente depotenziato”, e si pongono per questo “la necessità di una ricollocazione del personale e della salvaguardia delle professionalità esistenti”. Dalla Cisl lamentano che il Ministro della Giustizia Severino non abbia accettato il confronto, “dimostrando indifferenza verso chi manda avanti la giustizia in questo paese”. Un'iniziativa unitaria, messa in campo in tutta Italia dalle sigle sindacali: i tagli previsti dalla spending review sono “un vero colpo al sistema giudiziario, un conto salatissimo per i cittadini italiani, che pagheranno l'indebolimento del servizio giustizia, e per professionisti e aziende, che continueranno a scontrarsi con l'arretratezza di un sistema inverosimilmente lento e inefficiente”.

Via libera dal Cdm – Sono migliaia le lavoratrici e i lavoratori che saranno coinvolti nel riordino: in tutta Italia chiudono infatti 37 tribunali e 38 procure, 674 sedi dei Giudici di pace, per un risparmio calcolato in 50 milioni di euro entro il 2014. Ma il Ministro Severino assicura: “nessun taglio agli organici, i magistrati e i dipendenti amministrativi saranno redistribuiti sul territorio”. Il Ministro ha poi aggiunto che il provvedimento è si legato alla spending review, ma è un decreto attuativo di quanto previsto dal precedente governo.

Il Cdm ha poi discusso ieri anche a proposito degli altri capitoli di spesa del decreto, pubblicato già oggi sulla Gazzetta Ufficiale: la sanità, tema rovente, sembra salva. Popolazione ed estensione saranno invece i due criteri utilizzati per l'accorpamento di enti locali e province, che garantirà un risparmio di 700 milioni di euro.

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