Organizzato dall’Associazione Slow Tourism, si è svolto ieri il convegno che si è aperto con i saluti dell’Assessore alla Cultura della Provincia di Perugia Donatella Porzi e del sindaco di Spello Sandro Vitali e con l’intervento dell’Onorevole Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al Ministero della Cultura. Moderatore della giornata è stata Cristina Berbenni, del Gruppo Italiano Stampa Turistica che, dopo l’apertura dei lavori ha provveduto a dare la parola a Luciano Lauteri, il cui intervento è entrato nel merito dell’argomento “Legare la moda al turismo sostenibile è possibile?”. Lauteri, presidente dell’Associazione Slow Tourism, ha presentato il progetto della casa di moda Vodivì, che ha realizzato la prima collezione ecosostenibile di borse e collane in canapa e altri materiali naturali, ideati e disegnati dalla stilista Beatrice Mezzetti.
“La canapa non ha bisogno di diserbanti né di acqua – ha detto Lauteri -. La canapa è essa stessa un “diserbante” perché essendo una pianta d’alto fusto, soffoca, in un certo senso, le altre piante, impedendo loro di crescere e creando un particolare humus nel terreno. La canapa è una delle fibre naturali più resistenti ed è anche ignifuga: per questo inizia a essere utilizzata anche nella bioedilizia oltre che nel tessile”
Direttamente sugli aspetti tecnici, relativi all’utilizzo di fibre naturali tessili, si sono focalizzati gli interventi di Chiara Uvoni, del centro nazionale di ricerca Next Technology Tecnotessile e di Marco Antonini, presidente del Consorzio Arianne, il quale opera per lo sviluppo di un’agricoltura non alimentare che incoraggi sistemi di gestione del territorio più rispettosi dell’ambiente e si impegna per la creazione di nuove imprese agro-industriali sempre tenendo conto di esigenze di sostenibilità. Di come è possibile trasformare il valore di un luogo in un oggetto di moda ha parlato invece Helene Blignaut, antropologa della moda esperta di comunicazione e linguaggi:
“Ovunque ci sia un uomo c’è un pezzo di stoffa. Ma oggi, nel sistema moda manca la cultura della conoscenza. Non è chiaro che la moda, intesa come style, è già strettamente e intrinsecamente collegata con il territorio. La morfologia del territorio ha da sempre influenzato il segno – artisticamente parlando – quindi le forme, quindi lo style.”
Delle tendenze a collegare la moda con un territorio ha dibattuto il Segretario Generale di ASSOMODA Massimo Costa:
“Moda, Turismo e Territorio esprimono un legame che è iniziato a partire dagli anni 50, quando tessile e abbigliamento hanno subito una trasformazione industriale e hanno dimostrato la loro importanza come volano di sviluppo del paese, esprimendo per la prima volta la profonda sinergia tra moda e territorio”.
La seconda parte del convegno ha dato voce a esperti di turismo e territorio. Michela Carbonari, del Tour operator italiano TUQUI Tour, ha spiegato i criteri che stanno alla base della costruzione di un pacchetto turistico che unisca moda e territorio; Marco Tesorini, del Consorzio Residenze d’Epoca, ha parlato dell’importanza della qualità dell’ospitalità che deve divenire il brand del territorio stesso, mentre Ton Vendring ha spiegato quali siano le ultime tendenze con cui l’Italia viene vista dagli operatori turistici stranieri e dagli stessi turisti esteri. Infine, a conclusione dell’evento, Giordano Granelli, direttore responsabile de il Daily Slow, ha illustrato quali opportunità di sviluppo turistico sono legate al giornalismo partecipativo. Da sottolineare l’”energico” intervento di Bruno Bertero, della Società Four Tourism, che ha illustrato alcuni interessanti aspetti del turismo creativo, ovvero del turismo esperienziale, autentico, partecipativo e condivisibile.