Categorie: Cultura & Spettacolo Spoleto

SPECIALE SPOLETO FESTIVAL USA: INTERVISTA AL D.G. REDDEN “MI SONO ISPIRATO AL M° MENOTTI. A LUI DOBBIAMO MOLTO”

di Logan Bentley Lessona (*)

Charleston (Carolina del Sud) – Nigel Redden e' il direttore generale dello Spoleto Festival USA, ma anche direttore del Festival del Lincoln Center a New York. E' stato studente-assistente del Festival dei Due Mondi a Spoleto dal 1969 fino al 1973. Dal 1986 al 1990 ha ricoperto l'incarico di “manager americano”, poi, dal 1987 al 1991, direttore del Festival di Charleston che è tornato a dirigere dal 1996 fino ad oggi. Al pranzo di Gala di domani sera, offerto dalla delegazione di chef spoletini giunti ieri a Charleston, non potrà esser presente ma conta di riveder presto i suoi amici di Spoleto. Ieri è giunta in città la delegazione guidata dal sindaco Massimo Brunini. Ma torniamo a Ridden che abbiamo contattato telefonicamente. “Nel dirigere Charleston e il Lincolm Center mi sono ispirato al Maestro Menotti – dice Ridden – capace di realizzare contemporanemanete sia il festival di Charleston sia quello di Spoleto, una impresa impressionante. Ovviamente non mi sto mettendo al suo livello, ma ho fatto in modo che ci fossero molte molte sinergie fra i progammi delle due citta'. Per esempio, abbiamo diviso delle orchestre, cori, musica da camera ed altri artisti, tutti giovani, qualche volta anche creando delle produzioni di opera lirica”. A differenza di altri festival, quelli di Spoleto hanno sempre creato delle produzioni in proprio, a volte diversi spettacoli. Charleston e Spoleto hanno in comune di essere due città e due festival molto speciali, grazie alle loro produzioni, alle loro storie”.

“In passato, e fino al 1993, abbiamo condiviso orchesta, coro e i musicisti dei concerti da camera – ricorda Ridden – abbiamo condiviso le produzioni liriche. Ogni festival programava fra due e quattro produzioni di opera lirica ogni anno che erano produzioni proprie di ogni festival. Dal 1986 al 1991 a Charleston abbiamo preso produzioni di Parsifal e Tales of Hoffman da Spoleto, mentre Spoleto ha preso produzioni delle Nozze di Figaro e Salome da Charleston”.

“Il lascito di Gian Carlo Menotti per noi sono rappresenta molto e lo spirito di collaborazione ha aiutato moltissimo, soprattutto gli artisti più giovani che hanno sempre da imparare dai colleghi con maggiore esperienza. Da questi contatti nascono dei momenti magici, a volte inaspettati che rinsaldano i rapporti fra gli artisti e fra questi e il Festival”.

Che ricordi ha di Spoleto? “Sono americano ma ho abitato a Napoli da bambino quando mio padre era nel corpo diplomatico. Era entusiasmante vivere in un paese straniero, ma le successive esperienze lavorative a Spoleto erano a dir poco speciali. Dopo che il Maestro Menotti ha lasciato Charleston nel 1993, forzando la mano gli artisti nel scelgliere fra i due festival, noi eravamo sempre aperti per una collaborazione, non avevamo nessun problema se gli artisti di Charleston volevano lavorare anche a Spoleto”.

Ed ora? “Adesso tocca agli italiani decidere come si vuol procedere. Giorgio Ferrara, il nuovo direttore, e io abbiamo avuto dei contatti, appena due giorni fa ho ricevuto una sua mail. Lui ha un lavoro molto dificile davanti a se, dovendo mettere insieme un festival in così poco tempo”.

Gli americai torneranno ad investire su Spoleto? “per anni il festival è stato sponsorizzato da un gruppo di filantropi americani che aiutavano nuovi produzioni, una collaborazione direi molto buona sotto ogni aspetto. Purtroppo molti di loro sono morti, ma ci sono sempre altre possibilita' per avere un appoggio finanziario. Il Sindaco Riley ha sempre detto che l'edizione americana del festival di Spoleto è servita a portare la città ad essere il centro culturale del Sud. E' anche per questo che il sindaco è molto grato grato alla citta' di Spoleto e al Maestro Menotti”.

Cosa spera che accada? “Quello che spero sopratutto è che si torni ai fasti di un tempo e che i due festival tornino ad un fruttuoso scambio culturale. Gian Carlo Menotti aveva il suo temperamento ed ha lasciato Charleston con rabbia, ma lui ha creato una cosa straordinaria a Charleston e questo suo lascito gli va riconosciuto”.

(*) per Tuttoggi.info

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Logan Bentley Lessona è una giornalista professionista. Vive in America ma è conosciuta e apprezzata anche in Italia dove ha collaborato per anni per quotidiani e riviste specializzate. Fra queste citiamo il Corriere della Sera, Rombo e Autosprint.della Sera