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Sparo al petto, trovato morto carabiniere di Orvieto / Su FB messaggio inquietante

Un colpo di pistola al petto e una telefonata al collega interrotta bruscamente. Sono questi al momento i dati in mano agli inquirenti che indagano sulla morte di  Luis Miguel Chiasso carabiniere trentenne originario  di Monterubiaglio, frazione del Comune di Castel Viscardo. Il corpo del ragazzo orvietano che prestava servizio presso l’VIII Reggimento Lazio,  nella caserma Salvo D’Aquisto di Tor di Quinto sarebbe stato trovato intorno alle 22 di martedì 25 novembre nei pressi della caserma.

Al momento l’ipotesi più accreditata è che il giovane carabiniere si sia volontariamente tolto la vita, ma a chiarire almeno la traiettoria del colpo e spiegare se la pistola fosse impugnata dal ragazzo sarà soltanto l’autopsia già disposta dal magistrato titolare delle indagini. Il corpo, insanguinato è stato trovato da alcuni colleghi giunti sul posto dopo che lo stesso ragazzo aveva chiamato il 112. Sembra, infatti che negli ultimi istanti di vita Luis Miguel Chiasso, avesse chiesto aiuto. Il carabiniere che ha ricevuto la telefonata avrebbe raccontato agli investigatori di aver sentito una voce confusa e che dall’altra parte poi la chiamata sia stata bruscamente chiusa.

Ma quello che più inquieta in questa vicenda è l’ultimo messaggio postato dal carabiniere sulla sua pagina Facebook, scritto alle 20.30 del 25 novembre ovvero circa un’ora e mezzo prima di morire. Un lunghissimo discorso nel quale in passo dice: “Semplice Lavoro per i servizi segreti italiani ed internazionali da tempo sto vedendo cose a noi sconosciute cose non di questo mondo ma dei nostri creatori, purtroppo sapere determinate cose porta delle responsabilità , mi resta poco da vivere so già che stanno arrivando per chiudere la mia bocca per sempre”. E ancora: Anni fa giurai questo “Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni”. E ora popolo vi dico combattete ribellatevi fate che la mia morte non sia vana perché il popolo ha il diritto alla disobbedienza verso il governo quando questo perda legittimità agendo fuori dai limiti del mandato e il diritto all’uso consapevole dell’illegalità giustificato dallo stato di guerra che i governanti, tradendo il patto, avrebbero ripristinato”. Forse solo frasi farneticanti prima dell’estremo gesto.