Riccardo Foglietta
Questa mattina si è tenuta presso la sede della Questura di Terni la conferenza stampa con cui il Dirigente della Squadra Mobile di Terni, Tommaso Niglio, e l’Ispettore Capo Piero Lupi, della Sezione Narcotici, hanno illustrato l’arresto, avvenuto nel primo pomeriggio di ieri nella zona di Santa Agnese, in Via Andrea Costa, di due spacciatori di nazionalità tunisina. L’operazione è scattata in seguito ad un esposto anonimo, a firma “Marco Rossi”, che Niglio ha definito come “un esempio di sicurezza partecipata, che prevede la collaborazione della società civile con le forze di Polizia e che permette, a garanzia della sicurezza del privato cittadino, di non esporsi pubblicamente”. Queste le parole dell’Ispettore Capo Lupi, che ha condotto materialmente l’operazione: “In esecuzione di questo esposto abbiamo approntato un servizio vicino a Via Eugenio Chiesa e Via Andrea Costa, zona in cui abbiamo notato la presenza di un uomo che si trovava lungo la strada, a cui si è avvicinata una macchina con un italiano a bordo. L’uomo (un profugo tunisino sbarcato in Sicilia che attualmente gode dello status di rifugiato), avuto il contatto con l'acquirente, è andato a piedi in Via Andrea Costa ed ha lanciato il denaro su un balcone; il complice, quindi, ha raccolto i soldi e successivamente ha aperto la porta di casa. Il pusher è poi entrato nell’abitazione, per uscirne con la dose di eroina consegnata all’acquirente, un cinquantenne impiegato nella pubblica amministrazione locale. Recuperato lo stupefacente ci siamo riposizionati ed abbiamo notato che si trattava di un modus operandi consolidato, poiché subito dopo si è verificato lo stesso tipo di episodio, questa volta però con un acquirente di diciotto anni. Quando abbiamo bloccato il pusher si è verificata una breve colluttazione, perché teneva in bocca due dosi di eroina che comunque siamo riusciti a recuperare, e nel contesto con uno stratagemma siamo anche riusciti ad entrare nell’appartamento, dove è stato trovato un bilancino di precisione, tutto l’occorrente per la confezione delle dosi, undici flaconi di metadone e circa 7 mila euro in banconote di tagli diversi; in particolare gli agenti hanno trovato un mortaio, con cui l’altro complice stava pestando una pietra di marmo, la cui polvere sarebbe stata poi mescolata alla sostanza stupefacente da vendere.” Il Dirigente della Squadra Mobile, Tommaso Niglio, ha così concluso: “Lo straniero che forniva al pusher la droga è una persona già arrestata in precedenza che, come altri soggetti sottoposti ad obbligo di firma, era tenuto d’occhio dalla sezione narcotici e soltanto grazie alle osservazioni fatte ed al materiale acquisito è stato possibile fermarlo ed ipotizzare per lui un concorso nello spaccio di sostanze stupefacenti, poiché non è stato visto consegnare materialmente la droga al pusher.”
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