I nomi sul tavolo dall'Umbria per la possibile chiamata di Draghi nei posti da sottosegretario nel nuovo Governo di (quasi) unità nazionale
Con l’Umbria esclusa dall'”umbro” Mario Draghi nella scelta dei ministri, occhi puntati ora sulle altre caselle da riempire, tra vice e sottosegretari. Il nome sul tavolo è quello di un altro umbro acquisito, l’assessore alla Sanità Luca Coletto.
Sottosegretari, il nome sul tavolo
Di un suo possibile ritorno alla politica nazionale (era già stato sottosegretario alla Sanità, per alcuni mesi, nel Conte I) si parla del resto già dal suo approdo in Umbria. Un assessorato temporaneo, quello in Umbria, era stato definito. E l’occasione per ripartire sembrava rappresentata dalla nascita del nuovo esecutivo Draghi, che vede il ritorno del Lega, in questa sorta di Governo di (quasi) unità nazionale. Visti anche i buoni rapporti, attraverso il direttore Dario, con lo staff del riconfermato Speranza.
Il fatto che la sanità sia diventata terremo di scontro tra i due pilastri politici su cui poggia l’amministrazione Tesei (Lega e FdI) ha anche autorizzato a pensare che l’eventuale partenza di Coletto e il conseguente rimpasto avrebbero offerto l’occasione per nuovi equilibri.
Coletto confida: “Resto in Umbria”
“Resto in Umbria” ha però assicurato lo stesso Coletto ad esponenti di primo piano della Lega in Umbria che chiedevano informazioni sulla sorte dell’assessorato umbro. Parole che non sarebbero un mero tatticismo. Anche se in politica, lo sorprese sono sempre dietro l’angolo.
La valutazione di non andare a Roma, fatta dallo stesso Coletto insieme a Salvini, sarebbe legata anche all’attuale situazione in Umbria, una delle poche regioni segnate dalla zona rossa (pur decretata con ordinanza regionale) per l’emergenza Covid. Un’eventuale partenza dell’assessore alla Sanità in questa fase non sarebbe letta bene in Umbria (dove l’amministratore arrivato dal Veneto è stato costantemente nel mirino delle minoranze) ma anche creare difficoltà allo stesso Coletto a Roma.
Bastioli, attesa per chiamate più pesanti
Restando in Umbria, Catia Bastioli è stata per giorni “candidata” per il super assessorato alla Transizione ecologica, per il quale poi Draghi ha scelto Roberto Cingolani, già star alla Leopolda. La manager folignate difficilmente a questo punto accetterebbe un incarico di secondo piano nel Governo. Meglio tenersi libera, piuttosto, per le chiamate di primavera a partecipate e agenzie nazionali.
Il nodo Ascani
E poi c’è Anna Ascani, che scegliendo di non seguire Renzi ha poi scalato posizioni all’interno del Pd. Quanto ad una sua possibile riconferma in appoggio ai ministri, occorrerà valutare fino a che punto si chieda discontinuità con la gestione Azzolina al Ministero dell’Istruzione. Anche se la deputata umbra ha sempre mantenuto una certa autonomia (anche comunicativa) con la ministra destinata ad essere ricordata per i banchi a rotelle.
Movimenti Iv
E allora, Umbria fuori completamente dal Palazzo? Almeno un posto libero ci sarebbe, sembra, in quota Italia Viva. Che deve ancora incassare qualcosa, al di là del suo peso specifico in Parlamento, come forza politica artefice della caduta di Conte e dell’arrivo di Mario Draghi. E se Leonardo Grimani ha scelto di non seguire le sirene dei “responsabili” per Conte, Nadia Ginetti ha dalla sua il fatto di essere donna, viste le critiche al machismo politico finora dimostrato da Draghi nella scelta della sua squadra.