SOS Verde Pubblico, "Non tagliate gli alberi in città" - Tuttoggi.info

SOS Verde Pubblico, “Non tagliate gli alberi in città”

Redazione

SOS Verde Pubblico, “Non tagliate gli alberi in città”

Mar, 16/02/2021 - 07:28

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La proposta è quella di assumere figure competenti per stabilire con precisione quali alberi sono effettivamente pericolosi o malati

Nato un po’ in sordina come semplice pagina Facebook, il gruppo SOS verde pubblico ha le sue radici nel Circolo Verdi Ambiente e Società, attivo a Terni dal 2014.

È proprio il segretario del circolo, nonché amministratore della pagina, il signor Pierluigi Rainone a spiegare alla redazione di TO cosa muove il gruppo e quali sono gli obiettivi che si propone.

“Noi siamo presenti a Terni dal 2014. Abbiamo portato avanti diverse iniziative, più o meno seguite, e adesso vorremmo allargare il nostro campo d’azione e sensibilizzare sulle tematiche ambientali I cittadini ternani. La nostra è una associazione apartitica ma non apolitica” specifica Rainone sia nell’intervista che nella stessa pagina Facebook.

Viale Borsi e la salvaguardia del verde pubblico

Nonostante il gruppo sia nato soltanto da un paio di settimane, si è adoperato fin da subito per tutelare il verde cittadino, tanto che lo scorso sabato 6 febbraio, ha indetto una manifestazione a Viale Borsi per sensibilizzare i residenti riguardo alle conseguenze che tagli indiscriminati porterebbero.

“In passato – racconta Pierluigi Rainone – in situazioni simili siamo riusciti ad intervenire. Nel 2015 ad esempio, insieme ad altre associazioni, siamo riusciti a salvare i pini di Viale 8 Marzo. In sostanza allargarono i marciapiedi dando più spazio alle radici e quindi, su 24 pini di alto fusto ne tagliarono solo due in quanto effettivamente malati”.

L’idea è quella di ripetere l’esperienza e salvare il viale alberato. Ma l’obiettivo finale va oltre e si estende ad una cura maggiore e maggiore attenzione per tutto il verde pubblico cittadino.

No ai tagli non necessari

La proposta da parte di SOS verde pubblico è quella di assumere figure competenti, in modo particolare un arboricoltore – agronomo, che possano stabilire con precisione quali alberi sono effettivamente pericolosi o malati, e vadano quindi abbattuti, e in che modo gestire invece i restanti.

I danni provocati dall’abbattimento sommario e non necessario di alberi secolari, che portano invece notevoli benefici all’ambiente cittadino se adeguatamente gestiti, sono molteplici. E l’eventuale sostituzione non è così immediata come potrebbe sembrare, basti pensare che la sostituzione di un albero abbattuto richiede, oltre a un notevole sforzo economico, anche dai 20 ai 30 anni (tempo di crescita della pianta stessa) affinché sia effettiva. Non basta dunque piantare semplicemente un nuovo albero.

“Ogni volta che vengono abbattuti gli alberi l’Amministrazione parla di sostituzione con l’intento, appunto, di piantarne di nuovi. Non è così. Basta ad esempio guardare Viale dello Stadio, dove a fronte di 6/7 pini di alto fusto abbattuti, sono state messe delle piantine di oleandro. Stessa cosa per il parcheggio di Viale Bramante, dove i pini sono stati sostituiti da piantine ormai quasi tutte morte”.

No a potature inadeguate

Anche le potature sono oggetto di discussione perché spesso apportano più danni di quelli che dovrebbero evitare o risolvere.

La tecnica più utilizzata nei centri urbani infatti (e anche la più aspramente criticata, in special modo dagli esperti di settore) è quella della “capitozzatura” che consiste in una rimozione molto ampia della chioma, dal 50% al 100%.

Questa procedura, benché veloce da effettuare e poco costosa, porta a numerose problematiche che spesso sono sottovalutate: l’albero infatti, dopo la capitozzatura aumenta il suo tasso di crescita nel tentativo di rimpiazzare la superficie fogliare perduta. Sono le foglie infatti a garantire nutrimento alla pianta che, essendone sprovvista, si indebolirà, divenendo soggetta a malattie che potrebbero, tra le altre cose, comprometterne la stabilita e renderla quindi realmente pericolosa.

A Terni si fa da sempre abbondante uso di questa tecnica e pochi giorni fa anche Largo Cairoli ne è stato “vittima”.

Verde pubblico e lotta all’inquinamento

“Dovremmo uscire da questa visione di città che è solamente in funzione delle auto e delle macchine. Dovrebbe invece essere un connubio delicato e armonico tra uomini e natura”.

In una città come Terni, dove l’inquinamento legato all’acciaieria è da sempre uno dei problemi più sentiti, gli alberi appaiono come una risorsa sottostimata.

“Occorrerebbe fare una riforestazione urbana, mettendo a coltura le specie arboree maggiormente indicate per la purificazione dell’aria, perché predisposte a catturare i metalli pesanti e le polveri sottili”.

L’allarme legato all’alto tasso di metalli pesanti nell’aria, come nichel e piombo, è sempre altissimo, così come la percentuale di cittadini che sviluppano malattie che possono essere ricondotte all’inquinamento.

Le bonifiche

“Spesso dimentichiamo che l’area Terni – Papigno è un’area SIN (Sito di interesse Nazionale), dichiarato anni fa dall’istituto superiore di sanità, insieme ad altri 40 circa in tutta Italia. Ciò presuppone che Terni, Papigno e Narni abbiano diritto a fondi per far partire le bonifiche. La bonifica tuttavia non è mai stata avviata e questo, tra l’altro, è uno dei motivi per cui saltò il progetto degli studi cinematografici a Papigno”.

A riprova che forse queste zone umbre possono aspirare ad una realtà altra.

Colture di canapa

Oltre alle bonifiche e alla riforestazione urbana, tra le proposte volte a fronteggiare la situazione, c’è l’idea di creare un polo dedicato alla produzione di canapa per la fitodepurazione dei terreni.

Questo perché, nonostante sia fortemente osteggiata e demonizzata, associata solo e soltanto al suo utilizzo ludico, la canapa rimane in assoluto una delle piante più adatte a depurare i terreni dai metalli pesanti.

Sguardo ai giovani

Ambiente ed ecosostenibilità non sono visti come progetto chiuso, ma nell’ottica di creare nuove possibilità anche a livello lavorativo che permettano ai giovani di realizzarsi a Terni, di fare altro oltre quello che ha offerto finora il polo dell’acciaieria e di non essere costretti a migrare nella disperata ricerca di occupazione.

“Non è solo una questione ambientalista. Si parla di ambiente e società, per migliorare la qualità della vita a 360 gradi. Secondo noi Terni ha una storia pre-acciaieria che rende possibile una visione di questo tipo”.

“Scissione” da Perugia

Uno dei tasti dolenti appare il costante vivere all’ombra di Perugia.

“I fondi vengono usati non per creare “lavoro verde” ma ulteriori veleni, hanno concentrato gran parte delle strutture amministrative a Perugia, tra le ultime la camera di commercio e l’ARPA”.

Ad oggi dunque Terni e altre città limitrofe, come Narni e Spoleto – secondo SOS Verde Pubblico – sono tenute in secondo piano, quasi dimenticate e, stando almeno a parte della cittadinanza, penalizzate in favore di Perugia.

I prossimi passi di SOS Verde pubblico

La manifestazione di Viale Borsi è stata solo la prima di una serie di iniziative che il gruppo SOS Verde Pubblico sta preparando. L’idea è quella di portare avanti simultanei due discorsi distinti ma connessi: la salvaguardia ambientale e la riqualificazione della città.

“La prossima mossa riguarda le due petizioni: una rivolta alla salvaguardia del verde pubblico in tutta la città. Viene sempre detto che a Terni c’è molto verde, ma in realtà si parla delle zone periferiche e provinciali, di frazioni come quella di Piediluco, ma il verde urbano si sta impoverendo sempre più a discapito della salute e del benessere dei cittadini”.

Basta in effetti immaginare un Viale Borsi senza i maestosi alberi che lo caratterizzano per capire che il danno non sarebbe solo visivo, ma aumenterebbero notevolmente l’inquinamento acustico (causato dal rumore delle auto e, ad oggi, attutito dalle piante), l’inquinamento dell’aria ed il disagio dovuto al caldo estivo che peggiorerebbe in modo consistente.

“La seconda petizione, in quest’ottica, riguarderà infatti i quartieri più colpiti dall’inquinamento dell’acciaieria (Borgo Bovio, le Grazie, Via dell’Argine,…). L’intento è di denunciare il tasso di inquinamento spaventoso presente in questi quartieri”.

L’obiettivo

L’idea di base del comitato è quella di riuscire, nel tempo, a coinvolgere sempre più persone attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema ambientale. Tutto con l’idea di poter partecipare concretamente alla costruzione di una Terni più ecosolidale.

Non esclude, il signor Rainone, anche l’ipotesi di riuscire a presentare alle prossime elezioni una lista di Sinistra Verde, che avrà come obiettivo una visione della città distante da quella industrialista, predominante fino ad oggi a Terni.

Articolo, foto e video di Alessia Marchetti
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