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Soldi e lavoro, l’area di crisi complessa risorge | La Cisl “occorre fare in fretta”

Sulla carta, la creazione dell’area di crisi complessa Terni-Narni e le politiche di incentivazione e investimento stanno dando i loro frutti. Ma perché dalla carta si passi alla realtà, “il sistema delle politiche attive deve cominciare a funzionare prima possibile: alle aziende servono produttività e competenze, ai lavoratori servono proposte credibili formazione e istruzione accessibili a tutti”.

Gli effetti della legge 181/89

A dare notizia delle positive conseguenze della procedura legislativa e del cronoprogramma di Invitalia è il coordinamento Cisl Terni-Orvieto in un lungo e dettagliato comunicato stampa con il quale si mette sotto la lente la situazione economico-finanziaria del territorio, tra vertenze, ferite aperte e possibili spiragli.

Le parole d’ordine per far funzionare la “cura” sono, secondo la Cisl, “competenza e cultura”. “Che dovrebbero essere gli elementi che contraddistingueranno l’area di crisi complessa che, rispetto al cronoprogramma di Invitalia, appare in ritardo anche se si sta per completare l’iter previsto dalla procedura. Nei giorni scorsi la Regione ci ha fatto sapere che, delle 212 iniziative presentate – spiega la Cisl – 39 sono quelle potenzialmente candidabili agli incentivi della legge 181/89, con investimenti previsti per 190 milioni di euro che dovrebbero portare poi alla creazione di oltre 500 nuovi posti di lavoro. Tre i progetti che prevedono investimenti superiori a 20 milioni di euro: Smart Grid di Asm, Alcantara, Owens-Illinois, che a San Gemini ha lo stabilimento che produce bottiglie e contenitori in vetro. A questi si aggiungono i fondi che la Regione Umbria mette a disposizione per le piccole e medie imprese: 10 milioni di euro, che attiveranno ulteriori investimenti per circa 40 milioni di euro, che si stima possano creare altri 400 posti di lavoro”. Tutto bene, dunque? Non proprio. “C’è un avverbio che preoccupa” l’organizzazione sindacale. E questo avverbio è “potenzialmente”.

Perché quello che conta – sottolinea la Cisl – saranno le risorse economiche che realmente saranno messe a disposizione con la consapevolezza che il sistema delle politiche attive debba cominciare a funzionare prima possibile: alle aziende servono produttività e competenze, ai lavoratori servono proposte credibili formazione e istruzione accessibili a tutti”.

L’appello del sindacato

La Cisl fa dunque proprie le parole utilizzate dal vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese, che ha chiesto alle forze politiche e sociali territoriali di “fare rete” per evitare che “il contesto storico” impoverisca “la forza e le competenze istituzionali. Le vicende del Comune di Terni – dice la Cisl – l’indebolimento della Provincia, la decisione dell’Inps di chiudere gli uffici di Narni e Amelia, contestata in tutte le sedi opportune, il rischio di isolamento dell’ospedale di Orvieto, sono solo gli ultimi esempi di come le scelte politiche rischino di mettere a repentaglio il presente e il futuro di un territorio: servono competenze e cultura”.

Strumenti ora più che mai essenziali per gestire questioni di fondamentale importanza – il futuro di Ast, quello della Sgl di Narni, la gestione degli appalti pubblici e privati e le politiche di welfare – per il territorio, i suoi cittadini e le sue imprese.