Soldi “delle imprese”, cioè destinati allo sviluppo economico del territorio, per pagare le extra spese in sanità legate al Covid. Il segretario umbro del Pd, Tommaso Bori, va all’attacco della Giunta Tesei. E in mancanza di risposte ricevute in Aula, spara a mezzo stampa su Palazzo Donini, per la decisione “di dirottare ben 8 milioni di euro di fondi destinati allo sviluppo economico per colmare il buco che la Giunta Tesei ha aperto nei conti della sanità”.
“Questa scelta – avverte Bori – non sarà sufficiente a coprire tutti i debiti e la questione ci preoccupa. Un’operazione sbagliata e intempestiva, che appare l’estremo tentativo messo in campo per evitare il commissariamento e dover ammettere gli errori commessi. Sull’altare della ragion di stato è stato deciso di sacrificare gli investimenti, le opportunità e servizi rivolti alle imprese e al sistema economico regionale”.
Il rischio è che le maggiori spese per la sanità vengano pagate dalle imprese, in termini di maggiore capacità di essere competitive. In un momento, tra l’altro, in cui gli aumenti di materie prime ed energia e le incertezze internazionali dovute al conflitto in Ucraina mettono a rischio la ripresa.
Bori scende nel dettaglio dei fondi dirottati dalla competitività alla sanità: “Destinare altrove oltre due milioni di euro dell’asse ricerca e innovazione, significa infatti impedire lo sviluppo dei processi di innovazione (- 360 mila euro), le azioni di sistema (- 350 mila euro) e impedire il dovuto sostegno alle start-up (- 1 milione e 530 euro), di cui, l’assessore Fioroni, si ritiene un paladino. Stessa cosa è accaduta purtroppo sull’asse competitività del Por Fesr, che viene svuotato di altri 2 milioni di euro, che peseranno sui mancati aiuti agli investimenti (- 1 milione e 200 mila euro), sul supporto alle micro imprese (- 243 mila euro), sull’economia sociale (- 500 mila euro) e soprattutto sui processi di internazionalizzazione (- 196 mila euro) tanto più importanti in questo periodo”.
E ancora: “La Giunta regionale, con questa riprogrammazione di risorse – prosegue Bori – ha deciso svuotare proprio i capitoli dedicati allo smart building, ovvero alle politiche rivolte alla promozione della sostenibilità (per oltre 1 milione e 600 mila euro), alle aree naturali (- 55 mila euro) e al piano di completamento della banda larga (- 1 milione e 950 mila euro) già, per altro, fortemente in ritardo, rispetto al cronoprogramma previsto”.
Un’operazione “disperata”, secondo il segretario dem, perché finalizzata a tappare i buchi e non ad aumentare la qualità dei servizi.