L’allarme era stato lanciato lo scorso novembre e nonostante le rassicurazioni e l’attivazione della cassa integrazione, a dare la mazzata finale ci ha pensato il coronavirus. E così la Sogesi ha deciso che i 57 lavoratori del sito umbro di Cannara sono da considerarsi un surplus. Da licenziare.
Per questo si è aperto lo stato di agitazione, da parte dei 57 lavoratori del sito umbro. A deciderlo l’assemblea in cui i lavoratori hanno fatto il punto della situazione all’indomani della comunicazione di esuberi da parte dell’azienda. “Il motivo è da ricondursi alla perdita degli appalti nelle strutture sanitarie pubbliche di Umbria e Lazio. La Sogesi – dicono i sindacati – ha spiegato ai sindacati che, proprio in base a quanto accaduto, tutto il personale di Cannara è da considerarsi in surplus“.
A lanciare l’allarme è l’UGL Chimici, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, ha così annunciato l’apertura dello stato di agitazione: “Da parte dei lavoratori – spiega il segretario provinciale ternano Diego Mattioli – c’è rabbia e timore di dover perdere il proprio posto di lavoro. Capiamo perfettamente il loro stato d’animo e da parte nostra ci sarà il massimo impegno per trovare ogni possibile soluzione positiva. Innanzitutto occorre trovare la strada per garantire gli ammortizzatori sociali alle 57 famiglie il più a lungo possibile, sfruttando questo tempo per cercare nuove soluzioni in grado di garantire la continuità lavorativa“.
“Sappiamo che la Sogesi ha vinto altri appalti in sedi diverse da quella umbra e Cannara potrebbe accogliere i materiali da lavorare. Questa potrebbe essere una delle soluzioni percorribili. Dunque, aspettando le risposte da parte dell’azienda – conclude Mattioli – proclamiamo lo stato di agitazione dell’intero personale”.
“La situazione è estremamente preoccupante – aggiungono Catia Vincenti della Filctem Cgil e Fabrizio Framarini della Femca Cisl – perché il primo luglio, dopo numerosi contenziosi legali, finirà l’appalto di Sogesi con le Usl dell’Umbria e subentrerà una nuova società da fuori regione. Questo comporterà quasi istantaneamente , salvo novità, lo stop per lo stabilimento di Cannara”. Un colpo durissimo per le lavoratrici e i lavoratori di Sogesi, già in cassa integrazione Covid (ammortizzatore che riguarda anche lo stabilimento di Ponte San Giovanni, che opera in ambito alberghiero), che dalle prossime settimane rimarranno senza lavoro. “Chiediamo risposte immediate all’azienda e alle istituzioni umbre perché non si possono lasciare 60 famiglie senza prospettive”
“Sono molto preoccupato per le sorti dello stabilimento Sogesi di Cannara e voglio esprimere la mia vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori; ho seguito insieme a loro tutte le vicende dall’inizio della crisi ad oggi e credo che non si debba lasciare nulla di intentato per salvaguardare i diritti delle tante persone che vi sono impiegate“.
Lo scrive il primo cittadino Fabrizio Gareggia, ricordando come “Per il nostro paese questa azienda rappresenta una risorsa importante che ha dato lavoro a tanti nostri concittadini. Purtroppo la gara d’appalto bandita da Umbria Salute nel 2015 ha visto vincitrice un’altra concorrente e, nonostante la battaglia legale di Sogesi per l’annullamento della procedura, probabilmente dal 31 luglio ci sarà il passaggio di consegne“.
“Questa vicenda, con le sue tante incongruenze, lascia davvero l’amaro in bocca. Mi adopererò in ogni modo – garantisce Gareggia – affinché la chiusura possa essere scongiurata e, in ogni caso, per sollecitare l’intervento della Regione e del Ministero dello Sviluppo Economico affinché vengano individuate soluzioni credibili e non traumatiche. In questa congiuntura economica disastrosa che l’Italia sta affrontando, ogni sforzo deve essere indirizzato alla salvaguardia del reddito dei lavoratori“.