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Sit in di fronte la sede di Umbria Acque contro privatizzazione e cattiva gestione del servizio.

L’incontro è per domani di fronte la sede di Umbria Acque e poi a seguire volantinaggio a Pian di Massiano, per sensibilizzare la cittadinanza sul valore dell’acqua come bene comune e per protestare contro le inefficienze del servizio idrico locale ed i mancati adempimenti in seguito al referendum del giugno scorso. “Come giovani, e come esponenti di forze politiche progressiste e di sinistra – recita il comunicato congiunto dei giovani dell’Idv, giovani Comunisti della provincia di Perugia, la FGCI e il circolo locale di Sel – siamo convinti che il risultato referendario non vada dimenticato, al contrario pensiamo che dobbiamo rilanciare quel successo proprio ora che, in continuità con il governo Berlusconi, l’attuale governo Monti sta tentando in tutti i modi di rovesciare l’esito referendario”.

Le principali ragioni che portano alla protesta sono, a detta dei movimenti, ” i tentativi, del governo Berlusconi prima e di quello Monti poi, di depotenziare gli effetti dell'esito referendario, dato che, ancora oggi, gli esiti referendari non hanno trovato la giusta applicazione come nel caso delle gestioni miste pubblico-privato che finiscono per trasformarsi in sistemi di scambio consenso-favori con conseguenze negative in termini di efficienza del servizio ed in termini di costi per i cittadini.” “Dobbiamo amaramente constatare che anche nella nostra regione nulla ancora è stato fatto dalle istituzioni locali per tradurre la volontà dei cittadini in atti amministrativi e tecnici concreti” dice ancora il comunicato.
Il tema è di non poco conto soprattutto se si vanno a guardare i dati: su scala nazionale dal 2002 al 2010 le bollette dell'acqua hanno subito un incremento del 65% e se si prende in considerazione la classifica degli ATO più esosi si osserva che tra i primi 25 ben 21 sono a gestione mista (pubblico-privato) o completamente privata. “A livello locale, per quanto riguarda l'ATI 1 l'azienda Umbra Acque vanta, nel 2010, un utile di 2,3 milioni di euro, il 40 % del quale finisce nelle tasche del socio privato (ACEA SpA)”, sostengono i manifestanti, che quindi auspicano “la liquidazione del socio privato, visto che con i succitati volumi di profitto risulta facilmente percorribile la programmazione di un piano di recupero delle suddette quote da parte dell'azionariato pubblico.”

I firmatari del comunicato congiunto:

Matteo Minelli, coordinatore regionale giovani Italia dei Valori Umbria

Andrea Ferroni, Coordinatore Provinciale Giovani Comuniste/i Perugia

Minestrini, coordinatore regionale FGCI Umbria,

Jacopo Giovagnoni, Circolo SEL Perugia