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SISTEMA PENITENZIARIO: UN DISASTRO ANNUNCIATO .

“Da tempo denunciamo che – dopo l'approvazione dell'Indulto – il Governo non ha fatto nulla perchè si avviasse una vera riforma, capace di sviluppare un sistema di pene alternative al carcere, in linea con gli altri Paesi Europei.

Ad oggi sono già 50.000 i detenuti nelle carceri italiane, con un aumento stimato di circa 1000 al mese. E nonostante questo nessun intervento migliorativo è stato realizzato ai penitenziari, gli organici del personale di Polizia Penitenziaria e dei ruoli civili sono diminuiti, gli strumenti ed i mezzi a disposizione ulteriormente usurati e fuori norma.

All'orizzonte stanziamenti economici ridotti, in nome del contenimento della spesa pubblica, con conseguente lievitazione di quelle che invece riguarderanno le spese per assistenza sanitaria. Il Governo infatti non ha soldi per affrontare i gravissimi problemi del sistema sanitario nazionale, che in varie regioni è al collasso (le cronache di ogni giorno dimostrano la situazione negli ospedali italiani) ma pensa di fare una riforma come quella del passare le competenze della sanità penitenziaria alle ASL. Invece questa riforma non migliorerà niente in termini di migliore assistenza sanitaria ai detenuti, non tutelerà le posizioni del personale attualmente impiegato nelle carceri, ma in compenso utilizzerà un bel po' di soldi per far diventare “primari” una schiera di convinti sostenitori dell'esigenza di questo passaggio di gestione.

Mancano invece stanziamenti per tutto quello che è minimamente essenziale al buon funzionamento delle carceri. Saranno tagliate le spese per la manutenzione ordinaria degli edifici. Quindi non solo non si ritrutturano come sarebbe necessario, e/o se ne costruiscono di nuovi, ma si tagliano i fondi coi i quali certi lavori si possono realizzare in economia. Nelle carceri esiste ad esempio un servizio che si chiama MOF (Manutenzione Ordinaria Fabbricati) che vede il personale coordinare il lavoro di detenuti impegnati ad imbiancare gli ambienti interni, a ripristinare il funzionamento di cancelli (anche quelli delle celle), a far funzionare sistemi idrici e/o elettrici (basterebbe pensare se si può lasciare i detenuti in cella al buio o senza servizi igienico-sanitari). Quei tagli di spesa determineranno con certezza un vero e proprio blackout nel funzionamento di moltissimi servizi.

La CISL denuncia quindi la inadeguatezza di questo Governo, che in oltre un anno di allarmi per il sistema penitenziario italiano, stà per assestare un colpo da KO anziché risolvere qualche problema. Le carceri italiane rischiano davvero di dover affrontare un anno durissimo, nelle difficoltà che tutti possono comprendere nell'organizzare la vita in comune di persone afferenti a organizzazioni criminali diverse, ad etnie e religioni diverse, talvolta affetti da gravissimi disturbi di salute (psichici – malattie infettive – disabilità fisiche), e dove se gli interventi economici saranno quelli prospettati sarà un vero caos.

La politica affronti il problema con la serietà che una situazione così delicata richiede, un problema che i Cittadini sapranno comprendere perchè un carcere così insicuro sarà un rischio per tutta la Società. ”