Terremoto

Sisma, idee per una ricostruzione di qualità

Una ricostruzione post sisma di qualità, sfruttando anche le innovazioni in campo scientifico e tecnologico. A Milano, al Fuorisalone, l’appuntamento che accompagna il Salone del mobile, l’Umbria si dà appuntamento per provare a indicare le linee guida per una ricostruzione, appunto, di qualità. E magari – da qui la scelta della mondana rassegna milanese – reperire ulteriori risorse ed idee.

“Il presupposto per dare continuità alla vita delle comunità della Valnerina – ha detto la governatrice Catiuscia Marini – è fare in modo che la popolazione torni a sentirsi al sicuro. E quindi sarà preziosa una ricostruzione di qualità, con il supporto delle competenze ingegneristiche, architettoniche e scientifiche.

Del resto, è stato ricordato, negli ultimi quarant’anni l’Umbria è stata costretta a confrontarsi più volte con il tema della ricostruzione di vaste aree danneggiate dai terremoti. Marini ha poi ribadito le diverse problematiche da affrontare rispetto al sisma del 1997 e gli aspetti socio-economici che devono andare di pari passo con la ricostruzione degli edifici e dei monumenti. Per questo ha sottolineato il ruolo dell’Università, di esperti ed economisti, con i quali, insieme ai sindaci della Valnerina, si sta lavorando per evitare lo spopolamento delle zone colpite dal sisma. Non deve esserci cesura – è la raccomandazione della presidente – tra quello che il territorio ha prodotto e i tempi della ricostruzione, che saranno necessariamente medio-lunghi. Una ricostruzione che, nelle intenzioni delle istituzioni, dovrà essere vissuta come propria dai cittadini, per recuperare l’identità del passato e immaginare un futuro. “In questa ricostruzione – ha concluso Marini – dobbiamo mettere qualità in temi come quello della mobilità, dell’accessibilità ai luoghi: questo terremoto ha mostrato cosa significa l’isolamento”.

“Ricostruzione vuol dire dare un futuro, un progetto alle comunità” ha detto il commissario Vasco Errani. Perché lo Stato “assicura le risorse”, ma sono le comunità a garantire “la ricostruzione”. E l’obiettivo principale, per dare un futuro alla Valnerina e agli altri territori colpiti dal sisma, è evitare che i giovani se ne vadano. Per questo si lavora sulle scuole (ne saranno costruite 21 nuove, ad alta efficienza energetica e ovviamente antisismiche). Ma anche sul tessuto imprenditoriale, che può dare prospettiva alle giovani generazioni, senza dover emigrare altrove. A questo scopo, è stato annunciato che saranno messi in campo una serie di interventi a sostegno dei giovani, delle nuove imprese, delle start up. Per dare la possibilità a chi vuole partire con una nuova impresa di farlo con il sostegno dello stato.

Ma la ricostruzione “sociale” è collegata a quella “fisica”. Un tema, questo, sul quale hanno dato il loro contributo l’architetto Stefano Boeri ed il direttore dell’Accademia di Belle arti di Perugia, Paolo Belardi. Convinti che la tecnologia possa essere un grande alleato anche nella difficile sfida per il recupero di territori dalle antiche tradizioni.