Un’iniziativa istituzionale si trasforma in un battibecco polemico e animato, mostrando i rapporti non idilliaci tra Comune di Spoleto e Regione dell’Umbria. Anche se poi la volontà di far pace e collaborare prevale, da entrambe le parti. Questo è quanto andato in scena mercoledì all’interno del deposito dei beni culturali di Santo Chiodo, che ospita le opere danneggiate dal sisma, durante la visita del sottosegretario Mibac Gianluca Vacca.
A innescare la prima parte della polemica, quella pubblica, l‘intervento del sindaco Umberto De Augustinis nell’accogliere il rappresentante del Governo. “Devo sottolineare – ha esordito il primo cittadino – che gli spoletini non sono particolarmente soddisfatti dei due anni successivi al terremoto, ad oggi ci sono una serie di emergenze tuttora attive, che creano molto malumore e malcontento in giro, perché evidentemente non tutti i passi sono stati fatti nella direzione giusta. Purtroppo la città di Spoleto è la città più grande coinvolta nel bacino del famoso cratere in Umbria ed ha avuto anche una serie di persone sfollate ed una serie di uffici pubblici che sono ad oggi tuttora inagibili; la ricostruzione direi che è stata abbastanza lenta fino ad oggi, speriamo che possa essere più veloce rispetto a prima”.
Un intervento che ha provocato la stizzita presa di posizione dell’assessore regionale alla cultura Fernanda Cecchini, che ha chiesto di nuovo il microfono, nonostante fosse già intervenuta in precedenza, per sottolineare che gli sfollati spoletini usufruiscono tutti del Cas e che, in buona sostanza, se gli edifici pubblici sono ancora inagibili la colpa è del Comune che non ha presentato i progetti. “I fondi ci sono, presentate i progetti e la ricostruzione parte” ha detto rivolta al sindaco di Spoleto. Fine conferenza stampa del sottosegretario e fine primo tempo.
Ma il battibecco tra i rappresentanti dei due enti locali è proseguito subito dopo, davanti ai giornalisti locali mentre il resto dei presenti visitava il deposito e le opere danneggiate dal terremoto. Da una parte il sindaco De Augustinis con gli assessori Angelo Loretoni (lavori pubblici) e Francesco Flavoni (urbanistica), dall’altra la Cecchini con i dirigenti regionali Alfiero Moretti (direttore dell’Ufficio straordinario per la ricostruzione dell’Umbria anche se ancora per pochi giorni) e Filippo Battoni (destinato a succedergli). L’assessore regionale alla cultura, ferma nelle sue posizioni, pur sottolineando a più riprese “non dobbiamo litigare“, ha cercato di spiegare l’importanza di rapportarsi in modo positivo tra istituzioni, “non andando a sparare”. “Non ci avete ancora dato una lira” ha incalzato l’assessore comunale Loretoni a quel punto. “Ma non vi danno i soldi in banca, forse non avete capito dove siete capitati!” la replica della Cecchini.
La discussione è poi proseguita – in modo a tratti più ‘rilassato’ – tra il primo cittadino e Moretti. “Qualcuno ha fatto una battaglia per finire nel cratere” ha ricordato ad un certo punto il dirigente regionale. “Noi ci siamo finiti e basta” la risposta di De Augustinis. “Secondo voi era così scontato?” gli ha fatto notare Alfiero Moretti. Poi di nuovo la questione dei finanziamenti e dei progetti non presentati. “Verificheremo i progetti inviati” ha detto il sindaco. “Non ne è arrivato nemmeno uno” ha replicato il dirigente regionale.
Quindi la questione di alcune inagibilità certificate su alcuni edifici pubblici, ma anche l’anomala situazione del Ponte delle Torri chiuso all’epoca con un’ordinanza del sindaco in via precauzionale a cui però non ha fatto seguito nessuna scheda ufficiale (per un rimpallo di competenze tra enti) che ne certifica l’inagibilità. Va detto che comunque esiste una relazione del ministero dei Beni culturali che illustra i vari danneggiamenti esistenti (pur senza esprimersi su agibilità o meno) ed in base alla quale sono stati progettati gli interventi da 1,5 milioni di euro finanziati dal Mibac che ancora, però, non partono. La colpa (in questo caso la Regione non c’entra nulla, idem il Comune), secondo quanto riferito dall’amministrazione comunale, sarebbe del mancato dialogo tra polo museale (che ha redatto il progetto) e la Soprintendenza (con cui il progetto non è stato ancora condiviso). L’unica cosa sicura è che i lavori non sono stati ancora appaltati e il Ponte delle Torri rimane chiuso.
Tra Comune e Regione, alla fine, comunque, sorrisi e strette di mano e chissà che il battibecco andato in scena possa segnare alla fine un passo avanti verso un confronto migliore per il futuro.