Oltre 58mila edifici da ricostruire in tutto il centro Italia post sisma 2016, per un fabbisogno economico poco meno di 20 miliardi di euro di cui stanziati finora circa 6.
Mentre 20mila strutture danneggiate dal terremoto mancano all’appello: nessuno infatti si è fatto avanti per la loro sistemazione.
Sono infatti quasi 27 mila i cittadini che, alla scadenza del 30 settembre 2021, hanno prenotato formalmente la Richiesta di Contributo per la riparazione o la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma del 2016.
Le manifestazioni di volontà giunte sulla piattaforma elettronica del Commissario Straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, riguardano 37mila edifici con oltre 70mila singole unità immobiliari al loro interno, con un costo stimato di 14,5 miliardi di euro. Considerando le pratiche già presentate agli Uffici della Ricostruzione, approvate o ancora in fase istruttoria, le Richieste di contributo presentate o prenotate con la Manifestazione di volontà sono in tutto 47.274, e riguardano 58.566 edifici, per oltre 125 mila unità immobiliari.
I costi presunti per la riparazione e ricostruzione di questi edifici ammontano, tenendo conto anche delle richieste già presentate, a 19,7 miliardi di euro.
“Abbiamo chiesto ai cittadini che non avevano ancora presentato la Richiesta di contributo di prenotarla formalmente, ed hanno risposto in modo massiccio entro il termine previsto. Voglio ringraziarli perché è un segno molto concreto della fiducia che viene riposta nella ricostruzione post sisma, finalmente decollata. Oggi sappiamo con certezza quanto lavoro resta da fare per completarla e quante risorse sono necessarie: siamo solo ad un terzo del cammino, ma è chiaro che servono maggiori fondi di bilancio, rispetto ai 6 miliardi stanziati, per finanziare quest’operazione” sottolinea il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini. Dunque all’appello mancano circa 14 miliardi di euro.
Gli edifici per i quali sono state presentate o prenotate le Richieste di contributo sono circa 60mila a fronte di 80mila edifici dichiarati inagibili dopo il sisma 2016 sulla base delle schede Aedes e Fast. Non necessariamente dovranno essere ricostruiti tutti, come è possibile che alcuni edifici dichiarati inagibili non abbiano diritto al contributo. Sulla carta, tuttavia, ne mancano all’appello 20mila, ed in base alle norme stabilite questi edifici perderebbero il contributo.
Prendendo atto dell’ampia adesione dei cittadini, la Cabina di Coordinamento Sisma, che si è riunita ieri a Roma, ha dunque deciso una proroga del termine per presentare la manifestazione di volontà al prossimo 15 dicembre, chiedendo ai Sindaci un ulteriore sforzo per sollecitare l’adesione di tutti i cittadini interessati.
“Non possiamo permetterci di tagliare fuori un numero potenziale così elevato di cittadini, magari anziani, o persone che hanno difficoltà di accesso alle informazioni. Per questo – spiega Legnini – abbiamo deciso di riaprire il termine che scadeva ieri per la presentazione delle Manifestazioni di volontà. Viene prorogato al 15 dicembre e chiederemo ai Sindaci, che si sono già adoperati molto attivamente e che ringrazio, di fare un ulteriore ed ultimo sforzo per raggiungere tutti i cittadini che devono ricostruire a presentare almeno la Manifestazione di volontà entro il nuovo termine, decorso il quale il diritto al contributo decade definitivamente. Ricordo che questo è solo un primo passo, al quale dovrà seguire il più velocemente possibile la presentazione del progetto e della Richiesta di contributo agli Uffici della Ricostruzione”.
Intanto parte una nuova operazione di recupero delle vecchie domande per il contributo sisma 2016 giacenti presso gli Uffici Speciali della Ricostruzione regionali, con la possibilità di regolarizzare le domande di danno lieve destinate ad essere rigettate o archiviate.
Lo prevede l’Ordinanza 121 del Commissario Straordinario Giovanni Legnini approvata ieri dalla Cabina di Coordinamento sisma, che chiarisce anche i criteri per l’applicazione dei nuovi prezzi maggiorati per la determinazione del contributo di ricostruzione per gli edifici danneggiati.
Le semplificazioni introdotte con l’Ordinanza 100, che affida ai professionisti il compito di certificare gli interventi, hanno accorciato drasticamente i tempi per la concessione dei contributi, mentre le domande presentate negli anni scorsi secondo le vecchie regole sono ancora soggette a procedure lunghe e complesse. Alcune sono risalenti al 2017, quasi sempre perché mancano le integrazioni richieste ai tecnici, o perché sono ancora in corso le procedure di sanatoria o quelle autorizzatorie. Molte di queste pratiche per giunta riguardano danni lievi, per i quali sono scaduti i termini e le domande non possono più essere presentate.
Per favorire lo smaltimento dell’arretrato e consentire di superare i problemi che hanno bloccato l’avanzamento delle pratiche, la nuova Ordinanza del Commissario Sisma stabilisce che le domande di contributo in via di archiviazione o di rigetto, possano essere regolarizzate entro il 31 dicembre di quest’anno.
Entro il prossimo 15 novembre gli Uffici Speciali della Ricostruzione delle quattro regioni del cratere sisma 2016 provvederanno a comunicare ai tecnici l’esito conclusivo dell’istruttoria relativa alle domande giacenti che non hanno aderito al regime semplificato, che già permette la conversione delle vecchie domande alle procedure previste dall’Ordinanza 100.
A fronte di un provvedimento di rigetto, inammissibilità o archiviazione, queste domande potranno essere regolarizzate, a pena di decadenza, entro e non oltre il 31 dicembre 2021, presentando un’istanza con la documentazione richiesta seguendo obbligatoriamente le procedure dell’Ordinanza 100. L’ulteriore rigetto dell’istanza determina la definitiva inammissibilità al contributo nonché la decadenza dei benefici di autonoma sistemazione.
La nuova Ordinanza chiarisce poi gli ambiti di applicazione della revisione provvisoria del prezzario sisma e dei costi convenzionali, entrambi rivalutati dall’Ordinanza 118 del 7 settembre scorso a seguito dell’aumento del costo di molti materiali da costruzione. Si specifica, in particolare, che sia i nuovi prezzi (+6% per il residenziale, +11% per il produttivo), che il nuovo costo parametrico (+6% per il residenziale), oltre che alle domande non ancora presentate, si applicano a quelle già presentate ma non ancora giunte al decreto di concessione del contributo e a quelle giunte a contributo dopo il 7 settembre 2021 (data di pubblicazione dell’Ordinanza 118). In questi casi i professionisti possono chiedere l’adeguamento del contributo con un’istanza e con il consenso del proprietario, solo se l’adeguamento determina un aumento della spesa per l’intervento che resta a loro carico.
Come già previsto, la revisione dei prezzi si applica anche ai cantieri aperti, per le lavorazioni in corso al primo gennaio 2021, nella misura in cui sarà stabilita dal Decreto ministeriale del Ministero delle Infrastrutture atteso a metà ottobre. In questi casi l’Ordinanza prevede la possibilità di presentare un SAL (Stato di avanzamento lavori) straordinario, anche successivamente al SAL finale, per contabilizzare la revisione dei prezzi riconosciuta.